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Tiziano Ferro e il marito Victor Allen vogliono un bambino e pensano al “fostering”: ecco cos’è e come funziona

Negli Stati Uniti, come in Gran Bretagna, anche le famiglie LGBTQ possono proporsi come genitori “foster”. Una stima approssimativa di bambini adottati negli Stati Uniti da genitori foster LGBTQ è di 14mila. Cifra che si alza a 65mila per l’adozione tout court

di Davide Turrini

Dare a un bambino amore, sostegno, stabilità ma per un tempo limitato e senza diventarne legalmente genitore. Si chiama “fostering” ed è una sorta di sinonimo di affidamento, pratica in voga soprattutto nel mondo anglosassone, Gran Bretagna e Stati Uniti, a cui ha fatto riferimento Tiziano Ferro in una recente intervista a Repubblica. Il cantante laziale aveva raccontato del desiderio del marito, Victor Allen, di volere un bambino: “Qui in America (Ferro si riferisce al fatto che i due vivono a Los Angeles da un anno per realizzare questo desiderio ndr) la situazione è relativamente più facile, o meglio ci sono diverse soluzioni, come il cosiddetto “fostering”, ovvero la possibilità di occuparti per un certo tempo di un bimbo, anche senza una vera e propria adozione”.

Nel programma Child Welfare Information Gateway, gestito dall’agenzia federale statunitense del Children’s Bureau, vengono spiegati alcuni elementi base del “fostering”. Intanto la famiglia affidataria è una sorta di famiglia di stallo che prepara al meglio e con serenità il bambino all’affido definitivo. Se il concetto risulta complicato sulla carta, dovreste dare un’occhiata a un film del 2018 che si intitola Instant Family. La coppia “foster” è composta da Mark Whalberg e Rose Byrne che dopo diversi tentennamenti decide di prendere sotto la loro ala casalinga protettiva ben tre fratelli: una ragazza adolescente, un maschietto e una femminuccia di otto e sei anni. Chiaro, per arrivare fino in fondo al film fate la scorta di fazzoletti perché alla fine del periodo di affidamento i bimbi potrebbero tornare, se sono mutate le condizioni economiche di base, nella loro famiglia d’origine.

Secondo uno studio del Children’s Bureau, nel 2017 solo il 51% dei bambini in affidamento tramite fostering è rimasto con i suoi genitori affidatari dopo il periodo di base. C’è anche un altro aspetto da valutare, oltre la rappresentazione apparentemente tenera e romantica di Hollywood. Per il fostering vengono fornite sovvenzioni pubbliche per coprire una parte dei costi mensili effettuati dai genitori affidatari. E pare, leggendo anche tante testimonianze di ex bambini in affido tramite fostering, che c’è chi è in grado persino di approfittarsene intascandosi parte dei sussidi. Nello specifico, ci sono Stati che rimborsano anche 800-900 dollari al mese a bambino, come la California e il New Jersey, e altri che non arrivano nemmeno a 400 dollari come il Texas e il Missouri. Negli Stati Uniti, come in Gran Bretagna, anche le famiglie LGBTQ possono proporsi come genitori “foster”. Una stima approssimativa di bambini adottati negli Stati Uniti da genitori foster LGBTQ è di 14mila. Cifra che si alza a 65mila per l’adozione tout court.

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