Autoerotismo e fantasie sessuali, i «tabù» di cui dobbiamo ancora liberarci

Viviamo un eros più disinvolto e ci sentiamo più libere rispetto al passato di esprimere il nostro desiderio. Eppure esistono ambiti della sessualità che ancora oggi, nonostante tutto, ci inibiscono
Autoerotismo e fantasie sessuali i «tabù» di cui dobbiamo ancora liberarci

Libertà. Quella sensazione di benessere e leggerezza che tutti nella vita aneliamo. Un sentimento nobile, alla cui espressione personale Vanity Fair ha dedicato un intero numero, attualmente in edicola. Perché tanti e differenti sono i modi e i momenti in cui ciascuno di noi può dire di sentirsi veramente libero.

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Anche nell’ambito della sessualità si parla spesso di “libertà”. È vero infatti che l’erotismo femminile sta cambiando. In parte, perché viviamo in un momento storico in cui la distinzione tra maschile e femminile è meno rigida e i ruoli diventano sempre più interscambiabili, e in parte perché - complice anche una maggiore diffusione della contraccezione - abbiamo imparato a vivere una sessualità più disinvolta, che ci vede più libere rispetto al passato di essere protagoniste nel sesso e di esprimere il nostro desiderio sessuale.

Del resto, anche i rapporti tout court sono cambiati: non si parla più soltanto di penetrazione, ma anche di rapporti orali e anali, sex toys, fantasie erotiche, pornografia “al femminile”. Detto ciò, esistono ancora ambiti della sessualità che le donne considerano tabù. Li ha ben evidenziati la sessuologa e psicoterapeuta Roberta Rossi nella sua guida al piacere e all’orgasmo femminile “Vengo prima io”. Ecco di cosa stiamo parlando.

LA MASTURBAZIONEFa parte del naturale processo di esplorazione con cui, sin da piccole, si scopre la propria fisicità. Eppure, la conoscenza del corpo attraverso la masturbazione è ancora oggi un grande tabù. Questo a causa di un retaggio culturale, spesso emerso in ambito familiare durante l’infanzia, che vede l’autoerotismo come un qualcosa di peccaminoso o inadatto alle donne. «Da quei rimproveri e da quei divieti impariamo che darci piacere accarezzandoci le zone genitali è “sbagliato”», evidenzia la sessuologa. «Ce lo dicono gli adulti e chi meglio di loro sa cosa è giusto e cosa no? Ed è così che quel gesto inizia a diventare tabù. Non si dice, non si fa, non se ne parla: sono i primi passi di una diseducazione sessuale». Nonostante la pubertà rappresenti poi un periodo di “risveglio” e di un nuovo bisogno di cercare sensazioni piacevoli, «per chi ha vissuto una storia di rimproveri e inibizioni, questo risveglio purtroppo è molto spesso accompagnato dai sensi di colpa, da vergogna o comunque dall’idea che si stia facendo qualcosa di sbagliato», spiega Rossi.

In realtà, la pratica dell’autoerotismo ha effetti benefici sulla mente e sul corpo, perché rappresenta un modo per mantenere il contatto con il proprio desiderio e il proprio piacere. Non per nulla, le ricerche confermano che la stragrande maggioranza delle donne pratica la masturbazione, con solo un 10% che dichiara di non farlo.

LE FANTASIE SESSUALITutte le donne hanno un immaginario erotico più o meno sviluppato. Fantasticano su situazioni molto ardite, a volte anche estreme, un aspetto che può spesso generare turbamento e imbarazzo, specialmente di fronte all’idea di condividerle con il proprio partner o anche semplicemente di parlarne, per paura di non essere capita o di essere mal giudicata.

«Il fatto che immaginiate qualcosa non significa che vorreste farlo per davvero. Quando fantasticate su aspetti che vi lasciano perplesse o vi turbano, quindi, ricordate sempre che lo spazio dell’immaginazione erotica è uno spazio privato», precisa la sessuologa sulla sua guida. «Tutto quello che esplorerete lì non avrà ripercussioni sulla vostra vita reale, lasciate dunque che questi pensieri si esprimano dentro di voi, non reprimeteli: lasciarli liberi può essere un grande beneficio; rifiutarli e allontanarli potrebbe ostacolarvi nel raggiungere il piacere».

Di fatto, le fantasie erotiche rappresentano uno dei modi più comuni per raggiungere l’eccitazione. «Sono parte integrante della sessualità», chiarisce Roberta Rossi, «contribuiscono all’esperienza del piacere, hanno un ruolo fondamentale nel risvegliare e alimentare il desiderio e sono un importante sintomo della salute psicologica e sessuale. Tutte cose positive, insomma».

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