TORINO. Niente soste. Juve subito in campo. Mercoledì ci sarà la finale di Coppa Italia e Maurizio Sarri vuole preparare al meglio la sfida con il “suo” Napoli. Il nodo è la condizione, giocoforza approssimativa, e il tecnico, dopo il lavoro a gruppi di ieri - solo scarico per i bianconeri impiegati contro il Milan - comincerà oggi le valutazioni destinate a orientare il turnover. È apparso disteso, sereno: nonostante la sofferenza fisica, oltre lo zero a zero scarno di emozioni che ha comunque permesso di centrare l’obiettivo, la semifinale gli ha lasciato sensazioni positive: «I primi trenta minuti mi hanno piacevolmente sorpreso, sono stati i migliori della stagione: abbiamo fatto circolare la palla a grandissima velocità, avevamo il dominio sulla partita. Dopo abbiamo allentato i ritmi e perso un po’ di lucidità, siamo andati più in azione individuale: non è semplice far tornare alla completa efficienza fisica e all’intensità calciatori rimasti sul divano settanta giorni, ci vorrà un po’ di pazienza ma la premessa della prima mezzora è importante».

Dybala bene dopo il Covid

Si riparte da lì, pur senza dimenticare le incognite di un’inattività così lunga. E si riparte da risposte individuali incoraggianti. Intanto le soluzioni nuove: Bentancur gigante anche da regista e Bonucci egualmente solido sul centro-sinistra, più CR7 centravanti, apparso opaco ma non per il ruolo. «Ronaldo - spiega Sarri - è talmente straordinario che cinque metri avanti o dietro non cambiano nulla. Non è abituato a sbagliare rigori, perciò l’errore può aver lasciato qualche ripercussione». E poi le certezze antiche: «Dybala, come tutti, deve crescere nella condizione, ma dopo la negatività al Covid l’ho visto bene dal punto di vista fisico e mentale: ho visto un ragazzo maturo uscito da un’esperienza che poteva segnarlo in negativo, ma che anzi mi sembra l’abbia segnato in maniera positiva».

Il caso delle 5 sostituzioni

Non sono mancati, naturalmente, lati oscuri ed errori. Che però diventano lezioni in questo calcio diverso, segnato dal protocollo e dalle riforme. Sarri, in particolare, difficilmente replicherà la tripla sostituzione: immaginava una scossa benefica, ha rischiato il boomerang. «Ho fatto una cazzata - confessa -, con la possibilità dei cinque cambi mi son fatto prendere dall'entusiasmo. I tre fatti in contemporanea andavano diluiti perché la squadra si è squilibrata». —

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