Mascherine viso, tutti i modi strani (e inutili) di portarle

C'è chi la indossa come fascia per capelli, chi a metà per mostrare baffi o labbra truccate e chi, addirittura, la appende allo specchietto retrovisore dell'auto come amuleto portafortuna. Le incredibili "vite" di una mascherina protettiva...
Mascherine viso tutti i modi strani  di portarle

Dovremmo tutti prendere esempio dalla giraffa esposta al Legoland Discovery Center di Berlino. Nonostante i suoi sette metri di altezza (le viene naturale il distanziamento) è stata dotata di mascherina per coprirsi naso e bocca. Togliersela? Non ci pensa minimamente. Non a caso, infatti, è diventata uno dei simboli della città per il suo comportamento virtuoso in pandemia.

La giraffa esposta al Legoland di Berlino, Getty Images

Diversi, invece, siamo noi esseri umani che con la mascherina protettiva abbiamo instaurato un rapporto alquanto bizzarro. Da quando il presidio è diventato obbligatorio con il nuovo decreto Riaperture, di utilizzi creativi, spesso inutili, se ne vedono (e se ne sono visti) tantissimi.

È prassi, per esempio, portarla sotto il mento o attorno a un braccio o come fascia nei capelli nell'attesa poi d'infilarla prima di entrare in un locale pubblico. Ma c'è anche chi la tiene appesa a metà viso per mostrare i baffi o le labbra truccate, chi l'appende allo specchietto retrovisore dell'automobile come amuleto portafortuna. E, addirittura, c'è chi la buca al centro (parlando delle mascherine chirurgiche in tessuto) per tirare una boccata dalla sigaretta.

Getty images

Di tutto insomma, fuorché utilizzarla nel modo corretto e nel rispetto delle norme igieniche. D'altra parte la convivenza con il presidio non è facile. Soprattutto ora che le temperature sono in aumento e il contatto giornaliero può creare fastidio e stress alla pelle (vedi il fenomeno maskne). Le aziende, in questo senso, stanno cercando di rispondere con soluzioni smart e sempre più personalizzabili. È il caso, per esempio, delle mascherine Arya ideate dall'architetto lombardo Paolo Colombo:«Questo prodotto nasce dalla volontà di trasformare la mascherina da un oggetto imposto, scomodo e esteticamente poco appealing, oltre che poco green (nel caso delle usa e getta), in un accessorio confortevole, bello da vedere, personalizzabile, 100% riciclabile e da vivere anche come strumento di creatività e gioco per i più piccoli», racconta il fondatore del marchio. Oltre a garantire la massima traspirazione della pelle Arya Mask, nella versione con guscio trasparente, lascia spazio alle espressioni del volto e al make up, rossetto compreso. Dite poco?

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