12 giugno 2020 - 18:33

Il senso del possesso nei cani e come adattarlo alla vita di comunità

La difesa del cibo ad ogni costo fa parte della loro specificità genetica. Ma questo non significa che il diritto di proprietà debba essere assoluto. Soprattutto in famiglia

di Fabrizio Rondolino

Il senso del possesso nei cani e come adattarlo alla vita di comunità
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L’altra sera è successo qualcosa che non mi era mai capitato di vedere, e che mi ha insegnato qualcosa di più sulla particolarissima (e tenacissima) idea di possesso che hanno i cani. Bonnie, la capobranco maremmana, e Stella, la nostra meticcia, sono entrate in casa di corsa (la porta era aperta) e sono salite ansimanti in salotto. Niente di strano: a volte lo fanno, e di solito è per salutarmi allegramente, prima di tornare in giardino, oppure per chiedere la cena se me ne sono dimenticato. L’altra sera, però, Bonnie sanguinava: da un polpastrello, come ho capito dopo un momento di panico. E siccome il sangue che riesce a uscire dal cuscinetto di un cane, ve lo assicuro, è davvero tanto, in pochi minuti l’intero salone era cosparso di macchie. A procurare la ferita era stato un istrice: e l’ho capito perché un aculeo era rimasto conficcato nel naso di Stella, senza per fortuna aver procurato danni. Ho disinfettato il polpastrello di Bonnie, l’ho cosparso di pomata cicatrizzante, ho controllato che i cani non avessero altre ferite, ho pulito il pavimento e ho ripreso a leggere.

Stella credo sia tornata in giardino, Bonnie si è sdraiata a sonnecchiare non lontano da me. Ad un certo punto con la coda dell’occhio vedo avvicinarsi Sergio, uno dei gatti di casa, che comincia ad annusare per terra. In un battibaleno Bonnie è saltata in piedi e gli ha ringhiato con una determinazione davvero paurosa, e Sergio, che ha il pregio di non perdere mai la calma, si è allontanato con l’aria di chi non si era mai avvicinato. Che cosa era successo? Ahimé, avevo dimenticato di pulire un paio di macchioline. Per un predatore, il sangue è un cibo prelibato: per questo Sergio si era avvicinato. Ma il sangue sul pavimento era di Bonnie, e dunque quel cibo apparteneva a lei: per questo l’ha immediatamente difeso, facendo capire al micio, in un modo decisamente brusco, che era meglio girare al largo. Le risorse alimentari sono, com’è ovvio, il bene primario assoluto: in natura chi non mangia muore. Difendere la ciotola, o l’osso, o addirittura, com’è capitato in questo caso, una minuscola macchiolina di sangue, ha dunque un significato etologico profondo e indiscutibile. Nel caso di un maremmano-abruzzese, poi, influisce anche la specificità genetica così come si è sviluppata attraverso i millenni: abituato a mangiare poco e a far durare il più possibile le riserve alimentari, perché il pastore può mancare dal pascolo anche per giorni, il maremmano è strutturato per difendere il proprio cibo a tutti i costi.

Ma questo non significa che il nostro cane possa fare ciò che vuole, e che i suoi diritti di proprietà siano assoluti. Quando è cucciolo, è bene abituarlo all’idea che il cibo, così come siamo noi a darglielo, allo stesso modo possiamo anche toglierglielo. È sufficiente, dopo i primi bocconi, prendere in mano la ciotola e aspettare qualche istante, prima di ridargliela con un “Bravo!” di incoraggiamento. Nel giro di qualche giorno, e aumentando sempre di più l’intervallo di tempo fra la requisizione e la riconsegna della ciotola, il cucciolo capirà due o tre cose essenziali per la sua crescita equilibrata: che siamo noi a nutrirlo e a prenderci cura di lui; che le crocchette sono un suo possesso, ma siccome dipendono da noi devono essere cedute senza obiezioni; che se ubbidisce viene sempre premiato; e in definitiva che vive in una comunità strutturata, in cui esistono regole comuni, diretta da un umano in cui può nutrire fiducia. Ma attenzione: questo vale per i membri della famiglia, non per gli estranei né tanto meno per gli altri animali. E dunque la regola più importante da rispettare è non lasciare mai il cibo in giro: finito il pasto, le ciotole, soprattutto se non sono state svuotate del tutto, devono sparire.

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