4 Ristoranti in Carnia, l'intervista al vincitore

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Barbara Ferrara

Ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante di cucina carnica del Friuli Venezia Giulia è Sara Paschini con la sua Antica Osteria Stella d'Oro. L'appuntamento con Chef Borghese è tutti i giovedì alle 21.15 su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 455

Lo sfondo è quello maestoso delle Alpi, qui, dove il tempo sembra essersi fermato, si nascondono piccoli borghi antichi ricchi di storia. Siamo in Carnia, nel cuore alpino del Friuli Venezia Giulia ed è qui, dove la natura regna sovrana, che si è svolta la sfida numero otto di 4 Ristoranti. A contendersi il titolo sono stati, Sara con Antica Osteria Stella D’Oro, Alessandro con Edelweiss Stube, Paola con La Buteghe di Pierute, e Federico con Osteria Al Cral. L'oggetto di bonus non poteva che essere la zucca, l’ortaggio della Carnia più tipico e versatile, regina della tavola, dall’antipasto al dolce.

Il vostro è un locale storico, che atmosfera si respira?
Si respira l’atmosfera delle vecchie osterie di un tempo, dove il rapporto con il cliente è di totale familiarità e cordialità. Chi conosce un pochino la storia si rende anche conto di trovarsi in un posto che, durante la seconda guerra mondiale, fu sede del comando di Atamano Piotr Nicolaievich Kransnov, generale e scrittore russo, proveniente da un’antica famiglia cosacca del Don


Come avete reagito alla chiamata di 4 Ristoranti?
Pensavamo inizialmente ad uno scherzo, non avremmo mai pensato che un programma così popolare come quello di Borghese, potesse interessarsi ad una zona così piccola e dimenticata dell’Italia e soprattutto a dei piccoli ristoranti tra i monti come i nostri.

Un'autentica sorpresa.
Esattamente, siamo rimasti così basiti e increduli che ci siamo dovuti confrontare tra noi e abbiamo chiesto sopratutto ai cuochi se fossero d'accordo nel partecipare. 


Come nasce l’idea del ristorante?
L'obiettivo e il desiderio erano fondamentalmente due in uno, metterci in gioco e aprire un’attività di cui avevamo un’idea ben precisa da portare avanti. Tradizione, qualità e cortesia ci hanno ispirato e accompagnato.


Il vostro cavallo di battaglia?
Sicuramente i primi piatti. Paste fatte rigorosamente in casa, ripieni con erbe, ortaggi e ingredienti di eccellenza in buona parte a chilometro zero.


Il vostro menu rispetta la tradizione, ma è anche innovativo: come conciliate questi due aspetti?
Per noi innovazione non vuol dire sostituire la tradizione, le due cose possono convivere per migliorarsi. I piatti che proponiamo hanno sì un tocco di novità, ma sempre nel rispetto della genuinità delle materie prime della Carnia.


Qual è stata la vostra carta vincente?
Penso che l’atmosfera respirata quella sera nel nostro ambiente e il fuoco scoppiettante nell’antichissimo “fogolar” del ‘600, abbia evocato sensazioni difficilmente riscontrabili in altri luoghi.


Il piatto che ricorda la tua infanzia?
Un piatto molto semplice, che oggi, dove tutto tende a essere un po' standardizzato, restituirebbe sapori introvabili. Verdure spontanee, il Tarassaco fresco e il radicchio dei nostri campi (quello con la radice per intenderci) il tutto condito con lardo soffritto e aceto. Assieme a uovo sodo e patate lesse.


La qualità più importante che un bravo ristoratore deve avere. 
La capacità di capire e assecondare le esigenze del cliente in modo da farlo sentire partecipe di un’ambiente familiare.

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