I 99 anni vissuti con stile del principe Filippo
Non sarà stato un marito modello, ma uno col portamento da indossatore sì. Alla vigilia del suo 99esimo compleanno (è nato il 10 giugno del 1921) sono diverse le cose che, secondo i più, il principe Filippo dovrebbe farsi perdonare ma tra queste - almeno - non c’è di certo il suo stile. Bello come un divo del cinema e dotato di un fisico da atleta, il consorte della regina Elisabetta è considerato uno degli uomini più eleganti del Regno Unito tanto da essere definito un ambasciatore dello stile made in Uk dai migliori sarti di Savile Row.
Dello stesso avviso la rivista GQ che nel 2016 lo ha annoverato tra i 50 best-dressed men in Britain piazzandolo al 12esimo posto in una classifica composta da attori, musicisti e celebrità varie e patinate con questa motivazione: «Il duca di Edimburgo incarna il dovere e il decoro e nel modo in cui si veste appare disinvolto. È sempre britannico, virile e appropriato al suo ruolo». Il suo ruolo, da più di settant’anni, è quello di stare sempre un passo dietro la moglie. Non particolarmente interessata alla moda, la regina sostanzialmente si veste per essere vista anche a centinaia di metri di distanza perché è anche con i colori sgargianti tra la folla che giustifica la sua esistenza («Devo essere vista per essere creduta» dice).
Oscurare quel sole non era pertanto consentito ma alla fine Filippo è riuscito nell’impresa grazie a un impeccabile guardaroba. Le cronache descrivono come un noto gaffeur (nel più indulgente dei casi) ma, contrariamente a quello che è accaduto in altri settori della sua vita, Filippo nelle questioni di look non ha mai registrato incidenti.
Piuttosto refrattario alle tendenze del momento, il duca di Edimburgo ha uno stile senza tempo anche perché spesso e volentieri indossa gli stessi abiti da quasi un secolo (nel suo caso non è neanche un’iperbole). John Kent, suo sarto personale da oltre cinquant’anni, ogni tanto spiffera qualche segreto che forse dovrebbe rimanere chiuso in camerino. In una delle interviste che ha rilasciato, svela che Filippo non ha un grammo di grasso e che la sua taglia non è praticamente cambiata dalla prima volta in cui ha lavorato per lui.
Una corporatura già proporzionata di suo forgiata negli anni dall’attività sportiva, dall’assenza di fumo (ha smesso nel ’47 poco prima di sposarsi) e da dosi misurate di alcolici a cui si aggiunge una certa resistenza al carboidrato, non è certo difficile da vestire. A differenza del figlio Carlo, il principe predilige la giacca monopetto a quella doppiopetto per abiti dal taglio classico e strutturato, in lana grigia o blu. Rigorosamente su misura (la sua sartoria di fiducia un completo glielo fa a circa 3.500 £), Filippo sceglie personalmente i tessuti per i suoi capi: tutto quello che chiede è che l’eleganza e la tradizione vadano di pari passo con il comfort. Una comodità dovuta non solo alla foggia ma anche dalla consuetudine visto che Filippo con quel pizzico di parsimonia tipica di casa Windsor ha un’idea tutt’altro che usa-e-getta dell’abbigliamento.
Il solito Kent rivela che una decina di anni fa ha dovuto risistemare un paio di pantaloni che il duca di Edimburgo aveva comprato mezzo secolo prima. «Voleva stringere le gambe per farli diventare più alla moda» riporta il Telegraph. Pare che possegga solo cinque morning suits sottoposti ogni tanto a qualche rammendo: di questi, due sono stati confezionati da Kent e tre dall’altro fornitore ufficiale, Turnbull&Asser. Il principe poi è uno fedele ai suoi marchi di riferimento, aziende che hanno una solida tradizione in patria. Per l’intimo si serve dal brand di origine scozzese Lyle&Scott; dal 1956 John Lobb firma le sue scarpe mentre i cappelli, di cui fa largo uso, sono di James Lock& Co.; per giacche e cappotti si possono menzionare Daks e Barbour mentre i kilt arrivano direttamente da Edimburgo dalla rinomata ditta Kinloch Anderson; anche per lui stivali squisitamente british forniti da Hunter. È consentito uno sconfinamento fino in Francia per l’acquisto di cravatte da Hermès, la stessa maison dei foulard della moglie: chissà, magari con un unico ordine, la coppia reale gode anche di uno sconto famiglia.
Fosse dipeso da lui, forse avrebbe indossato l’uniforme per tutta la vita. Quella della marina con la quale ha impalmato Elisabetta si dice, tra l’altro, gli calzi ancora. Scorrendo le foto che lo ritraggono, tra fascino e divisa si percepisce una certa reciprocità, non che lo charme gli faccia difetto nella versione casual.
Questo ingresso nel centesimo anno di vita non sarà celebrato con grandi fasti ma, a quanto si sa, il duca di Edimburgo non si strapperà i capelli all’idea di non celebrare solennemente questo traguardo. Gli spigoli del suo carattere, già acuiti dal tempo, mal tolleravano i compleanni. Da quello che è trapelato finora, il festeggiato se la caverà con un semplice pranzo con la moglie e qualche videochiamata con i parenti più o meno lontani (da Carlo in Scozia ai Sussexes a Los Angeles). Mentre abbiamo avuto un’istantanea di Elisabetta a cavallo dal ritiro a Windsor, di Filippo non abbiamo immagini che lo ritraggono quindi non sappiamo nulla del suo look casalingo.
Possiamo immaginare che per le lunghe giornate nella dimora alle porte di Londra, alle giacche sartoriali abbia preferito qualche vecchio vestito dismesso per rendere più comodo quello che gli esperti certificano come uno dei periodi più lunghi passati a tu per tu con la regina. Lontano dagli obiettivi dei fotografi, il principe deve rilassarsi a tal punto che una volta a Belmoral è stato scambiato per il giardiniere dall’ex chef reale Darren McGrady. «Arrivò in cucina questo vecchio signore con abiti malconci» ha rivelato a Marie Claire «aveva una maglia logora con le maniche sbrindellate sui gomiti. Solo dopo averlo guardato attentamente mi accorsi che si trattava del principe Filippo».
Quando ad agosto 2017 il duca di Edimburgo si è felicemente ritirato a vita privata aveva all’attivo 22.191 impegni reali, 5.493 discorsi e oltre 780 organizzazioni benefiche e associazioni da patrocinare. Di sé ha detto: «Sono lo scopritore di targhe più esperto del mondo». Oltre settant’anni di «lavoro» vissuti con indiscutibile eleganza. Magari dopo tanti anni qualcuno gli regalerà un paio di ciabatte nuove al posto della classica cravatta. Uno dei doni più graditi che la vita gli ha fatto è di sicuro quello di aver potuto personalmente appendere il tight al chiodo. E di fronte a tanta classe, poco importa se a favore di un maglione bucato dalle tarme.
LEGGI ANCHE
Elisabetta II, regina di stile country chic
LEGGI ANCHE
Tutte le volte (e sono poche) che la regina ha indossato i pantaloni