6 giugno 2020 - 11:00

Decreto scuola, la Camera approva: 245 sì, 122 i voti contrari

L’ostruzionismo di Lega e Fratelli d’Italia: «Ministro disastroso». La viceministro Ascani: «Il governo deve saper ascoltare le opposizioni»

di Valentina Santarpia

Decreto scuola, la Camera approva: 245 sì, 122 i voti contrari
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A poche ore dalla scadenza, prevista per domani, l’Aula della Camera ha approvato con 245 voti a favore il decreto sulla scuola, su cui il governo ha incassato la fiducia giovedì. I contrari sono stati 122, i voti a favore 245. Hanno votato a favore le forze di maggioranza, hanno votato contro le opposizioni. Il via libera arriva dopo circa due giorni di seduta `fiume´. Le dichiarazioni di voto sono terminate nella notte: i deputati di Lega e Fratelli d’Italia si sono iscritti in massa per parlare in dichiarazione di voto, proprio per allungare i tempi. Postando la diretta dei lavori su Facebook, il segretario della Lega Matteo Salvini ha ribadito che i deputati erano «impegnati in aula da due giorni consecutivi per smascherare un governo imbarazzante e un ministro disastroso nella gestione della ripartenza delle scuole italiane». Ma il governo non si è tirato indietro. «Ho passato le ultime 72 ore quasi ininterrottamente alla Camera dei Deputati (...) Ho ritenuto che fosse importante esserci il più possibile, per rispetto di questa Istituzione di cui mi onoro di far parte da 7 anni e del lavoro prezioso che qui si fa e che spesso non è così conosciuto. Il Governo deve sapere ascoltare anche le opposizioni, soprattutto in un momento complicato come questo. #DecretoScuola», ha scritto Anna Ascani, viceministra dell’Istruzione, su Fb. «È un provvedimento nato in piena emergenza che consente di chiudere regolarmente l’anno scolastico. Ora definiamo le linee guida per settembre, per riportare gli studenti a scuola in presenza e in sicurezza», commenta la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina su Facebook dopo il voto. Protesta la Lega: il decreto Scuola appena approvato dall’Aula di Montecitorio «è inutile e contribuirà esclusivamente ad aumentare il caos a settembre anche nelle scuole».

Gli esami

Il decreto contiene la cornice normativa per lo svolgimento degli Esami di Stato conclusivi del I e II ciclo e per la valutazione finale delle studentesse e degli studenti. A seguito dell’emergenza coronavirus sono state infatti previste misure specifiche e semplificate per questo anno scolastico. In particolare, l’Esame di Stato del I ciclo coincide con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, che terrà conto anche di un elaborato consegnato e discusso online dagli studenti. Mentre per il II ciclo è prevista la sola prova orale in presenza. Le scuole stanno già operando sulla base delle Ordinanze emanate dal Ministero. Questo punto piace ai presidi, che però hanno dubbi su altri aspetti del provvedimento: «Il punto positivo essenziale di questa legge è che viene confermata la procedura di urgenza per chiudere l’anno scolastico, con la possibilità di fare gli esami- spiega il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli - Tuttavia, le procedure concorsuali decise per il reclutamento dei docenti sono una forma di sanatoria mascherata che non tiene conto del merito».

Via i voti alle elementari

Tornano i giudizi descrittivi, alla scuola primaria, al posto dei voti in decimi. La novità sarà reintrodotta dal prossimo anno scolastico. Una successiva ordinanza del Ministero dell’Istruzione darà alle scuole tutte le indicazioni operative.

Più tutele per gli alunni con disabilità

I dirigenti scolastici, sulla «base di specifiche e motivate richieste da parte delle famiglie degli alunni con disabilità», tenuto conto della particolarità di questo anno scolastico, dopo aver sentito i Consigli di classe e acquisito il parere del Gruppo di lavoro per l’inclusione della loro scuola, potranno consentire «la reiscrizione dell’alunno al medesimo anno di corso frequentato nell’anno scolastico 2019/2020». Questo consentirà di recuperare il mancato conseguimento degli obiettivi didattici e inclusivi per l’autonomia, stabiliti nel Piano educativo individualizzato. Una misura a favore degli studenti con disabilità e della loro reale inclusione.

Privatisti, le novità per settembre

Inserite in Senato misure per i candidati privatisti che dovranno sostenere l’Esame del II ciclo nella sessione suppletiva di settembre: in attesa di conseguire il diploma, potranno partecipare con riserva alle prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato e ad altre prove previste dalle Università, istituzioni dell’Alta formazione artistica musicale e coreutica e altre istituzioni di formazione superiore post diploma. Potranno partecipare con riserva anche a procedure concorsuali pubbliche, selezioni e procedure di abilitazione per le quali sia richiesto il diploma di II grado.

Edilizia scolastica, più potere ai sindaci

Velocizzata l’esecuzione degli interventi di edilizia scolastica: fino al 31 dicembre 2020 i Sindaci e i Presidenti delle Province e delle Città metropolitane potranno operare con poteri commissariali. Gli Enti locali avranno, dunque, uno strumento in più per agire e garantire che gli interventi possano svolgersi rapidamente e in tempi utili per l’avvio del prossimo anno scolastico. Le risorse attualmente disponibili per l’edilizia scolastica leggera sono 360 milioni: ma secondo l’Anci (Comuni) non sono sufficienti. Spiega Antonio Di Caro, il presidente: «Abbiamo già predisposto un emendamento al dl rilancio in corso di conversione: considerando un costo medio di ventimila euro, eseguire questi interventi leggeri nei 28 mila edifici tra scuole dell’infanzia e primarie, indispensabili per far ripartire l’attività scolastica in presenza, richiede 620 milioni complessivi».

Precari, come cambia il concorso

Cambia il concorso straordinario per l’ingresso nella Scuola secondaria di I e II grado. I docenti che hanno i requisiti per partecipare non sosterranno più una prova a crocette, ma una prova con quesiti a risposta aperta, sempre al computer. La prova sarà diversa per ciascuna classe di concorso. Il bando di concorso, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale a fine aprile, sarà modificato tenendo conto delle novità introdotte in Senato. Le prove si svolgeranno appena le condizioni epidemiologiche lo consentiranno. Una vittoria dei Cinque Stelle, che rivendicano: «Abbiamo tutelato il diritto degli alunni a ricevere un’istruzione di qualità dalle migliori professionalità garantendo la modalità concorsuale per la selezione di 32.000 docenti, ad oggi precari». Ai vincitori di concorso immessi in ruolo nel 2021/2022 che rientrano nella quota di posti destinati all’anno scolastico 2020/2021 sarà riconosciuta la decorrenza giuridica del contratto, anche ai fini dell’anzianità, dal 1° settembre 2020.

Le graduatorie dei supplenti

Le graduatorie dei supplenti saranno aggiornate, ma anche provincializzate e digitalizzate. Si attuerà, perciò, quanto previsto dal decreto scuola di dicembre, ma con un’importante semplificazione per garantire l’attuazione delle nuove regole in tempo per il nuovo anno scolastico: il Ministero potrà emanare un’apposita Ordinanza, anziché muoversi per via regolamentare. La provincializzazione consentirà di sgravare le segreterie delle istituzioni scolastiche: saranno gli Uffici territoriali del Ministero a seguire il processo e assegnare le supplenze. La presentazione delle domande sarà, poi, informatizzata per tagliare i tempi e rendere il processo più efficiente anche a vantaggio degli insegnanti e degli studenti. Con il nuovo modello le supplenze saranno assegnate più rapidamente.

Al via il tavolo sui percorsi abilitanti

È prevista l’istituzione di un apposito Tavolo di confronto per avviare «con periodicità percorsi abilitanti» e fare chiarezza sul percorso per diventare insegnanti, consentendo così anche ai giovani neo-laureati un percorso di accesso all’insegnamento «caratterizzato da una formazione adeguata». Il Tavolo sarà presieduto dal Ministro.

Lo sciopero

E quello sul decreto non è l’unico fronte caldo per la scuola. I sindacati, dopo l’incontro dell’altra sera a palazzo Chigi, sono pronti a protestare lunedì in tutta Italia per chiedere al governo e al ministero dell’Istruzione di garantire la ripartenza del nuovo anno scolastico in presenza e in sicurezza. Entro la prossima settimana sono attese le linee guida definitive.

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