RIPORTATI IN ITALIA

Dall’ex vice presidente del Padova calcio all’esperta nel furto dei gioielli, ecco gli otto latitanti scovati nel buen ritiro di San Domingo

Vivevano ormai da tempo nella Repubblica Dominicana, perfettamente integrati nella realtà locale

(Polizia di Stato / D. Barbaro)

2' di lettura

Fantasisti della frode e del raggiro che trascorrevano il loro tempo al sole dei Caraibi. C’è l’ex vice presidente del Padova Calcio Oliviero Zilio condannato a oltre 4 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e reati finanziari, tra gli otto latitanti che sono stati scovati nel loro buen ritiro di Santo Domingo e portati questa mattina in Italia. Tra questi anche una donna, che ha la pena più lunga da scontare: Teresa Amante, 57 anni, siciliana, condannata in sette procedimenti in diversi posti d’Italia (Genova, Roma, Palermo, Rapallo, Albenga) per reati di truffa aggravata, estorsione e furto per oltre 13 anni di reclusione.

Zilio è noto alle cronache per aver distolto dalle sue società immobiliari 2 milioni e 400.000 euro. In Italia con le sue società di costruzione ha edificato un polo turistico a Davoli, in provincia di Catanzaro, mentre nella Repubblica Dominicana ha costruito un resort a circa 60 km da Santo Domingo, dove viveva e dove è stato fermato.

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L’esperta di gioielli che raggirava donne anziane

Camaleontica e spregiudicata, Teresa Amante è esperta nel furto di gioielli e soprattutto nel raggirare anziane vittime, donne per lo più ultra 80enni, in qualche caso con deficit fisici o cognitivi, che derubava dei risparmi di un’intera vita. È stata rintracciata da personale dello Scip (il servizio per la cooperazione internazionale della polizia) e dall’Interpol dominicano in un residence riservato, a 150 km dalla capitale Santo Domingo, dove conduceva una vita in vacanza. Era in possesso di documenti intestati a un’altra italiana, altro espediente utile a rimanere nascosta.

Perfettamente integrati nella Repubblica Dominicana

Gli otto (gli altri sei sono Salvatore Vittorio, Luca Finocchiaro, Luigi Capretto, Salvatore Galluccio, Sergio Cerioni e Alessandro levi) hanno firmato i verbali d’arresto e sono stati condotti verso i vari istituti carcerari dove sconteranno le loro pene. Molti vivevano ormai da tempo nella Repubblica Dominicana, perfettamente integrati nella realtà locale. Fino a oggi, quanto un volo li ha riportati in Italia.

Operazione slittata a causa del lockdown

L’operazione è il risultato di mesi di attività svolte sia in Italia sia all’estero dallo Scip, basate sull’analisi di migliaia di informazioni desunte dalle ordinanze di custodia cautelare, dalle sentenze di condanna, dai fascicoli delle diverse forze di polizia, che sono servite a ricostruire la vita e la rete di relazioni dei latitanti, utili per la loro ricerca anche sulle fonti aperte e sui social network. L’operazione si sarebbe già dovuta concludere a marzo, ma è stata congelata a causa del lockdown. Che ora, per gli otto, riprende.

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