Tira una brutta aria a Madrid: nella capitale si combatte una guerra, ormai sempre meno sotterranea, tra il governo e la Guardia Civil, sotto lo sguardo, spesso non benevolo per l'esecutivo progressista, della magistratura. Dossier avvelenati, vertici della polizia silurati, dimissioni clamorose, inviti sempre meno velati alle forze dell'ordine alla disobbedienza. Sullo sfondo c'è la battaglia giudiziaria per stabilire le responsabilità politiche della diffusione del coronavirus, che in Spagna ha provocato più di 26 mila morti, molti dei quali proprio nella capitale.


Le fake news nel dossier
Il caso è esploso con la pubblicazione del rapporto finale di un’indagine della polizia ha preparato su mandato del giudice che ha aperto un fascicolo sui presunti ritardi del governo per dichiarare lo stato d'emergenza per il coronavirus. In questo documento la Guardia Civil ha commesso una serie di errori troppo evidenti per non essere notati. Nella ricostruzione dei fatti, frutto di molti giorni di indagini, emergono notizie infondate, testimonianze manipolate, ricostruzioni arbitrarie e persino fake news circolate in Rete, per accusare il governo di aver autorizzato una manifestazione per l'8 marzo, nonostante il diffondersi del coronavirus (l'Italia era già in piena emergenza). Al corteo nella capitale parteciparono quasi tutte le ministre del governo di coalizione, alcune delle quali risultarono positive al tampone qualche giorno dopo. «Avevano i guanti per proteggersi dal virus», dice in sintesi la polizia, recuperando una notizia pubblicata da alcuni siti legati alla destra e ampiamente smentita in seguito. Contemporaneamente si svolgeva un comizio di Vox in un palazzo dello sport, e quasi tutti i vertici del partito di estrema destra furono contagiati. Nelle stesse ore allo stadio Wanda Metropolitano, 60.000 assistevano alla partita di campionato tra Atletico Madrid e Siviglia. Il giorno dopo la situazione precipitò e si decise di chiudere le scuole, a partire dal mercoledì, nella regioni di Madrid. Il lockdown fu proclamato il sabato seguente, 14 marzo.
Tra gli indagati ci sono il delegato del governo a Madrid (una sorta di prefetto) e il capo del comitato scientifico del governo, il medico Fernando Simon, che ogni giorni da oltre due mesi compare in conferenza stampa per fare il punto della situazione sull'emergenza.

 
I precedenti in Catalogna
Praticamente nelle stesse ore, il ministro dell'Interno Fernando Grande-Marlaska ha rimosso il comandante della Guardia Civil, il colonnello Diego Pérez de los Cobos, già responsabile dell'ordine pubblico nei  giorni del referendum indipendentista in Catalogna nel 2017. Indagini manipolate da settori della Guardia Civil si erano già viste proprio a Barcellona durante i giorni più tesi della sfida indipendentista e in strane manovre contro Podemos. Ora tocca al governo nazionale, che, oggi si sente accerchiato da vasti settori del "deep state" che non accettano la presenza nella coalizione di un partito della sinistra estrema come Podemos. 

Per protesta contro la decisione del ministro Marlaska si è dimesso il numero 2 della Guardia Civil, Laurentino Ceña, mentre un altro peso massimo, Fernando Santafé, è stato rimosso dal ministro, il quale, tra lo stupore generale, ha negato che questi licenziamenti siano una conseguenza delle inchieste sulle manifestazioni dell’8 marzo.

Lo scontro in aula
L'opposizione ha accusato il ministro di indebita intromissione in un'indagine che riguarda proprio l'esecutivo. In parlamento il segretario Teodoro Garcia Egea del Partito Popolare (centrodestra) ha reso omaggio ai poliziotti che «hanno preferito andarsene rispetto a prendere decisoni ingiuste. Non riuscirete a mettere fine alla Guardia Civil". Parole lette come un invito all'insubordinazione, di fatto al golpismo, dal vicepremier Pablo Iglesias: "Lei sta invitando le forze dell'ordine a non eseguire gli ordini che il suo partito indica come ingiusti?". Il capo del governo Pedro Sanchez, senza entrare nel merito della vicenda ha attaccato il Partito Popolare: "Ormai avete il linguaggio dell'estrema destra, di Vox". 

La piazza della destra
Il clima, insomma, è questo qui. Il tutto in un Paese che lentamente sta cercando di uscire da una crisi sanitaria gravissima e sta entrando in una recessione economica senza precedenti, mitigata, forse, dall'annuncio che la stagione turistica potrà ripartire a luglio, con l'apertura delle frontiere. Le tensioni nelle istituzioni, hanno una conseguenza nelle piazze, occupate quasi ogni giorno dai militanti dell'opposizione che chiedono la fine dello "stato d'allarme", lo strumento costituzionale che permette l'utilizzo di limitare gli spostamenti, a causa della pandemia. 

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