Milano, il Pirellone illuminato ricorda la strage di Capaci

«La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell'ombra. Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell'impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità». Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso onore alle vittime della mafia, nel giorno del ventottesimo anniversario della strage di Capaci. «I mafiosi, nel progettare l'assassinio dei due magistrati - ha sottolineato il capo dello Stato - non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società. Nella loro mentalità criminale, non avevano previsto che l'insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell'affetto delle tante persone oneste». Mattarella si è quindi rivolto ai giovani, ai cui passa «il testimone» del messaggio lasciato da Falcone e Borsellino, «siate fieri del loro esempio e ricordatelo sempre».

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Un coro unanime di speranza e determinazione nella lotta a tutte la criminalità organizzata unisce istituzioni e politica, tanto più in un momento di crisi economica dovuta all'emergenza coronavirus, che potrebbe aprire spazi all'insinuarsi della mafia. Ed è per questo, scandisce il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che «adesso più che mai dobbiamo vigilare. Le mafie si nutrono delle difficoltà dei cittadini. Per questo, di fronte alla pandemia che sta danneggiando il nostro tessuto occupazionale, il nostro sistema produttivo, la risposta dello Stato deve essere forte, rapida e incisiva». Per il premier, «l'Italia è un grande Paese e» l'esempio di Falcone e Borsellino, e del sacrificio di chi ha combattuto la mafia «ci rafforzano nella convinzione che il `piano´ delle mafie è destinato a fallire».

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Anche i presidenti di Camera e Senato sottolineano l'importanza che in questo particolare momento che sta vivendo il paese la presenza dello Stato sia ancora più forte. «Il punto fondamentale in questo momento è che lo Stato deve essere vicino a tutte le persone in difficoltà, dalle famiglie alle imprese, deve riuscire ad arrivare a tutti perché in questo momento la mafia può essere più persuasiva e pervasiva e allora lì deve esserci lo Stato e tutti i provvedimenti che si stanno mettendo in campo, come il Rem e i prestiti a fondo perduto, servono proprio a bloccare ogni tentativo della mafia di andare avanti», spiega Roberto Fico.

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Preoccupazione condivisa da Elisabetta Casellati: «La mafia si prende gli spazi che lo Stato dimentica. Oggi, con l'emergenza economica in atto, con famiglie, imprese e cittadini in ginocchio, il rischio è che le mafie siano pronte a fare da banche alle imprese e da ufficio di collocamento per chi perde il lavoro. Questo non può accadere. Lo Stato faccia lo Stato. Faccia sentire ai cittadini che c'è», osserva. Nonostante le misure di prevenzione del diffondersi del contagio impediscano di ricordare `fisicamente´ la strage di Capaci e onorare la giornata della Legalità, tutti i sindaci italiani, «non fisicamente vicini ma uniti», saranno presenti e allo scoccare delle 17,58, osserveranno un minuto di silenzio, «perché la lotta contro la criminalità organizzata che ha nella giornata di oggi il suo momento più sentito e collettivo, non può conoscere soste».

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Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, mette in guardia: «Oggi la crisi di liquidità e le difficoltà in cui versano le aziende e tante famiglie rappresentano il terreno di coltura ideale, ancora più fertile, sul quale le mafie si stanno muovendo per offrire, con rinnovata forza, aiuti, welfare, beni e servizi: per conquistare spazi di mercato ma anche acquisire consenso sociale». È necessario, dunque, «vigilare sulle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, monitorare le procedure per l'erogazione dei fondi nonché l'acquisizione delle imprese». Il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni non ha dubbi: «28 anni fa la strage di Capaci ci parve il simbolo dello strapotere di Cosa Nostra. Oggi è il simbolo di come può essere sconfitta».

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sottolinea: «Ora più che mai, in questo periodo difficile, ognuno di noi deve tenere alta l'attenzione. La battaglia per la legalità ha bisogno di tutti e tutte». Per il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, «il ricordo di questi limpidi servitori dello Stato e dei valori che portavano in grembo deve accompagnarci ogni giorno, non soltanto in questa solenne ricorrenza. Ogni giorno deve essere un giorno di lotta alla mafia, di contrasto alla criminalità, di reazione ai soprusi e alle violenze». Il leader di Italia viva, Matteo Renzi fa proprie le parole del presidente Mattarella, «che definisce Falcone e Borsellino `luci nelle tenebre´», parole che «rappresentano nel modo migliore il sentimento di tutti gli italiani».

Nicola Fratoianni di Leu rinnova il monito di Falcone: «”Segui il denaro e troverai Cosa Nostra”. Ed è ancora più vero in un momento di drammatica crisi economica». Per Matteo Salvini «ogni giorno ci guidi un principio: lotta alla mafia, sempre e dovunque, con qualsiasi mezzo. I mafiosi devono stare in galera, non uscirne come accaduto in queste settimane», scrive sui social il leader della Lega. E Giorgia Meloni ritiene che «l'Italia e la sua gente vinceranno contro la vigliaccheria mafiosa». La capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini assicura: «Nessuno dimentica. “Gli uomini passano, le idee restano”, diceva Giovanni Falcone. E resta l'esempio di un uomo che ci ha insegnato l'importanza di fare la propria parte fino in fondo. La mafia si combatte, sempre».

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