Il principe Harry, che negli Stati Uniti dovrà fare la fila per «inseguire il sogno americano»

Quando finirà l'emergenza coronavirus, il nipote di Elisabetta II dovrà mettersi in coda come qualsiasi nuovo arrivato, e compilare montagne di scartoffie, per ottenere tutto quello che gli serve per la sua nuova vita: dal visto di lavoro alla patente di guida californiana
Il principe Harry che negli Stati Uniti dovrà fare la fila come tutti noi

Come milioni di persone prima di lui, il principe Harry ha fatto le valigie per inseguire il sogno americano. E ora che si è stabilito a Los Angeles con la moglie Meghan Markle e il piccolo Archie, come qualsiasi nuovo arrivato deve sbrigare un sacco di pratiche per ottenere tutto quello che gli serve per la sua nuova vita. Per esempio una patente di guida americana, un numero di previdenza sociale e un visto di lavoro. Al momento sia la motorizzazione che gli uffici pubblici sono chiusi causa coronavirus. Ma quando riapriranno, il nipote di Elisabetta II, come rivela il Daily Mail, dovrà mettersi in coda come qualsiasi comune mortale.

La prima cosa di cui ha bisogno è un numero di previdenza sociale. Indispensabile per chi voglia lavorare negli States e aprire un conto in banca. Per farlo, dovrà recarsi di persona in uno dei «super caotici uffici», così li descrive il Daily Mail, della Previdenza sociale americana. Pare che alcuni uffici nell'area di Los Angeles, abituati ad avere a che fare con le celebrità, rispondano alle loro esigenze accogliendole in stanze separate. Dunque il royal non dovrà mettersi in fila con cittadini spesso inferociti dalle lunghe attese. Ma di sicuro dovrà passare una mattinata a compilare scartoffie.

Il principe Harry, avendo sposato Meghan Markle, che è a tutti gli effetti americana, avrebbe poi diritto a fare richiesta per la cittadinanza. Ma pare che non ne abbia alcuna intenzione. Perché questo comporterebbe la rinuncia ai suoi titoli legati alla monarchia, ma soprattutto perché esporrebbe i suoi guadagni all'ulteriore tassazione degli Stati Uniti. Dunque per lavorare in America ha bisogno di un visto. Attualmente si ritiene che abbia un visto riservato ai diplomatici, che non gli offre però la possibilità di lavorare se non in campo governativo. Di fronte a lui si aprono anche altre strade. Potrebbe ottenere un particolare tipo di visto disponibile per gli imprenditori disposti a investire negli Stati Uniti.  O un visto O-1 per «individui con abilità o risultati straordinari». Per ottenerlo bisogna dimostrare di poter raggiungere un livello molto alto di risultati nel proprio settore**. Nel caso di Harry potrebbe essere la filantropia**.

Il principe avrà anche bisogno di una patente di guida americana. Quando gli uffici della motorizzazione riapriranno, il duca dovrà recarvisi di persona, pagare 37 dollari, sottoporsi a una scansione delle impronte digitali, farsi fotografare, superare un test di 36 domandi sul codice stradale californiano. Se c'è tanta gente, la trafila potrà richiedere un'intera giornata. Quindi dovrà prendere appuntamento per un esame di guida pratica. Una volta superato pure quello, potrà liberamente scorazzare per le strade di Los Angeles. Un'esperienza che il britannico Daily Mail non augurerebbe a nessun suddito di Sua Maestà Elisabetta II. Harry non solo «dovrà guidare dal lato opposto della strada», cioè sul lato destro (nel Regno Unito si guida sul sinistro) ma «si troverà alle prese con gli automobilisti di Los Angeles, che in genere spingono parecchio sull'acceleratore, non segnalano i cambi di corsia, sono pericolosi soprattutto quando piove e al volante dimenticano qualsiasi etichetta». Il sogno americano di Harry, raccontato così, sembra più un incubo.

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