Reese Witherspoon: «Ogni donna può essere madre in modo diverso»

Arriva il 22 maggio su Amazon Prime Video «Little Fires Everywhere» la nuova serie prodotta dall'attrice, nella quale interpreta una mamma. «Al cinema», dice, «non sono state raccontate abbastanza»
Reese Witherspoon «Ogni donna può essere madre in modo diverso»

Reese Witherspoon è, ormai da qualche anno, una delle produttrici di maggior successo a Hollywood. Non solo: la sua società di produzione, Hello Sunshine, ha come obiettivo dichiarato quello di produrre soprattutto storie di donne.

È il caso anche della serie Little Fires Everywhere che, dal 22 maggio, viene rilasciata su Amazon Prime Video, e che la Witherspoon ha co-prodotto e nella quale interpreta una delle protagoniste.

La serie è tratta dal romanzo di Celeste Ng, intitolato, in italiano, Tanti piccoli fuochi (pubblicato, da noi, da Bollati Boringhieri). Una storia ambientata in Ohio negli anni Novanta. Protagoniste due donne: Elena Richardson, bianca e privilegiata (La Witherspoon) e Mia Warren, una nera, con pochi soldi e aspirazioni artistiche (Kerry Washington, co-produttrice anche del film). «Ho letto il romanzo e l’ho amato subito», dice la Witherspoon, «certi libri rimangono con me, diventano parte della mia vita e Tanti piccoli fuochi è uno di quelli. Ho sempre adorato raccontare e ascoltare storie. Da piccola sognavo di fare la scrittrice e, negli anni, ci ho provato più volte a sedermi davanti al computer e a mettere giù una storia. Finora non sono stata in grado di farlo credo sia per questo che adoro chi, invece, ha la capacità di scrivere storie interessanti come questa».

La sua carriera nel cinema è cominciata nel 1991, all’epoca aveva 14 anni e il film era L’uomo della luna. «Ricordo ancora che per l’anteprima del film volli indossare a tutti i costi un paio di stivali da cowboy, mi sembrava una cosa super cool. Per qualche motivo, all’anteprima venne anche  Arnold Schwarzenegger: ero emozionatissima».

Oggi, a 44 anni, la Witherspoon ha trasformato quella sua passione per i libri (che coltiva ancora oggi con il suo book club) in un fiuto formidabile per le storie che non solo che hanno un forte potenziale per funzionare al cinema o in Tv (Tra i film che ha prodotto c’è, per esempio, Gone Girl) ma anche, come dicevamo all’inizio, centrate su tematiche e protagoniste femminili.

Spesso madri come nel caso della serie Big Little Lies, altro successo enorme da lei prodotto e interpretato. «Quella serie ha saputo raccontare la vita interiore delle donne come di rado si era visto prima, dal rapporto di amicizia che le lega alla violenza domestica. Eppure, non ci saremmo aspettate un successo del genere», spiega. «Credo che, al cinema, le madri non siano state rappresentate abbastanza. Ci sono così tanti modi diversi di essere madre, innumerevoli storie che si possono raccontare. Noi donne lo sappiamo bene. Credo che guardando Tanti piccoli fuochi, in tante ritroveranno nei personaggi parti di sé o di persone che conoscono, familiari, amici. Sono convinta che questa serie porterà le persone a parlare, a discutere fra di loro. E questo è molto importante. Un aspetto che mi ha intrigato particolarmente di questo progetto è l’idea che maternità non significhi solo rapporto madre-figli: ci sono state donne nella mia vita che hanno svolto ruolo materno nei miei confronti, che mi hanno aiutato in certi momenti o aspetti della vita rispetto ai quali mia madre non avrebbe potuto fare altrettanto».

Con Kerry Washington, racconta, si conoscono da tempo. «Dopo aver letto il libro, ho pensato subito a lei, le ho detto: "Penso di aver trovare una storia alla quale possiamo lavorare insieme". Il nostro rapporto si è fatto più stretto grazie a Time’s Up. È stato allora che abbiamo cominciato a ragionare su come rendere l’industria dello spettacolo più sicura per le donne. Ma anche su che cosa significhi gestire una famiglia, i figli, e la carriera. Stiamo vivendo un periodo davvero unico, finalmente noi donne possiamo assumere ruoli guida. Un risultato che è stato possibile anche grazie alle piattaforme in streaming. Più progetti, più contenuti, più opportunità».

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