7 maggio 2020 - 00:15

Migranti, trattativa nel governo sul via libera ma M5s vuole permessi brevi

Mancano 600 mila braccianti, senza l’accordo l’agricoltura rischia di andare incontro a enormi problemi per il raccolto estivo

di Maria Teresa Meli

Migranti, trattativa nel governo sul via libera ma M5s vuole permessi brevi
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A che gioco stanno giocando gli oppositori interni ed esterni di Giuseppe Conte? Non sembra esserci un’unica regia, a dire il vero, ma le manovre di accerchiamento continuano, emergenza sanitaria o meno. E gli attori di questo assedio non sono solo politici. La Confindustria versione Carlo Bonomi incalza, i sindacati sono insoddisfatti... Morale della favola il decreto aprile rischia di non essere varato nemmeno in questa prima settimana di maggio. Benché il premier si affanni a ripetere: «Vogliamo chiudere presto».

La politica non dà tregua al premier Conte

Ma anche la politica non dà tregua a Conte. La sua maggioranza ha presentato più di mille emendamenti al decreto sulla liquidità alle imprese. Insomma, questa fase due per il premier sembra partire in salita. Era l’incubo di Dario Franceschini la «gracilità» di questo governo nato per stato di necessità. Perciò il ministro della Cultura in questi giorni ha fatto un pressing forsennato su Conte per convincerlo che «la sburocratizzazione è decisiva». Perché, come dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti, «i ritardi sull’attuazione dei provvedimenti minano la credibilità dello Stato». Il Pd cerca di mettere una rete di protezione intorno al premier, con la preoccupazione che quando imprese e cittadini non vedranno arrivare i soldi si allarghi il disagio sociale. Conte, nel frattempo, cerca di sminare gli ordigni (politici, ben si intende) disseminati da Italia viva. Dice di non avere «nessuna ostilità» nei confronti del partito di Renzi e definisce quelli di Iv «utili contributi». «Si è messo paura», dice ai suoi il leader di Italia viva.

Il compromesso

Già, perché Renzi non molla comunque la presa. Si racconta che sia stato lui a spingere Teresa Bellanova a minacciare le dimissioni sulla regolarizzazione. Fonti di Italia viva smentiscono. E, comunque, anche dopo la mediazione di Conte, questo problema non sembra essere più sul tappeto. In serata si raggiunge un compromesso: via libera alla regolarizzazione di lavoratori del settore agricolo e di colf e badanti, sia italiani che migranti. Resta da definire quanto durerà il permesso di soggiorno «straordinario» per questi ultimi. Pd e Iv propongono sei mesi, i 5 Stelle uno o al massimo due, si finirà con un compromesso su tre, anche se i grillini fedeli a Luigi Di Maio continuano ad alzare l’asticella.
Ma, come si diceva, Renzi non si ferma, tanto più adesso che il nuovo corso di Confindustria non sembra concedere molto alla mediazione al ribasso. «Si sta giocando una partita complessa — spiega l’ex premier ai suoi — che riguarda il governo a tutti i livelli. Piaccia o non piaccia, riusciranno ad affrontare questa crisi solo se daranno dei segnali a Italia viva e Conte sembra averlo capito». E Conte in serata un segnale lo dà. Basterà? Nei palazzi della politica, semideserti ma non vuoti, torna a circolare l’ipotesi che Iv possa sfilarsi dando l’appoggio esterno al governo. Uno scenario questo che destabilizzerebbe la maggioranza. E l’esecutivo. Per questa ragione Zingaretti continua a ripetere che «in questa legislatura esiste solo questo governo, non ci saranno rimpasti o altre astruserie: si va al voto». Una minaccia per stoppare Iv che nei sondaggi continua a non andare bene.

Renzi: «Le elezioni non le vuole nessuno»

Renzi però non crede alle elezioni: «Per quanto possa sembrare paradossale — dice l’ex premier — qui c’è un’unica persona che ha interesse a votare ed è Conte. Perché adesso è sopra nei sondaggi e punta su uno scontro tra lui e Salvini, visto che il Pd è scomparso, sperando di vincere e di governare poi senza problemi. Del resto sa che con le misure che sta prendendo per la fase due tra cinque mesi è politicamente morto. Ma le elezioni non le vuole nessuno, nemmeno l’opposizione, non prendiamoci in giro». Quell’opposizione che è divisa anche sulla mozione di sfiducia ad Alfonso Bonafede. La Lega insiste, Forza Italia e Fratelli d’Italia vorrebbero desistere. Iv fa sapere che potrebbe votarla, anche se alla fine non lo farà. E Di Maio non sembra essere più rassicurante di Renzi: la sua difesa di Conte appare solo rituale. Non muove un dito in favore del premier e attende gli eventi. È questo il quadro in cui Conte si deve barcamenare. Con suo grande rammarico: «È incredibile che in un momento così grave — dice il premier ai suoi — non si pensi solo al bene degli italiani ma alle polemiche e ai giochini di potere».

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