Questa crisi chiuderà
l’era dell’incompetenza?

risponde Luciano Fontana

(Solinas)
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Caro direttore,
una delle tante lezioni che il Covid-19 ci dà è quella dell’umiltà. Alcuni governanti internazionali hanno sottovalutato a lungo questa pandemia paragonandola a una comune influenza o addirittura deriso quei Paesi che prendevano misure drastiche per arginarla. Si tratta di leader che hanno sempre avuto un approccio populista e preso decisioni in modo autarchico, esaltando le proprie scelte e ignorando quelle degli altri. Oggi purtroppo questi stessi Paesi registrano decine o anche centinaia di migliaia di contagi e piangono migliaia di morti. Spero che quando saremo fuori da questo dramma, tale esperienza aiuti cittadini e governanti a essere più umili.
Delio Lomaglio

Caro signor Lomaglio,
Le reazioni nei primi giorni della crisi da parte dei leader di grandi Paesi del mondo sono state in effetti sorprendenti. Alla sottovalutazione si è aggiunto spesso un retropensiero: che fosse colpa dei soliti italiani disorganizzati e caratterialmente votati all’esagerazione. Abbiamo visto ragionare così alcuni di quei presidenti e di quei capi di governo che lei definisce «populisti» ma anche leader dell’Unione Europea. Germania e Francia non hanno pensato per molti giorni che le cose da loro sarebbero andate diversamente? Che il virus fosse prima un «affare cinese» e poi prevalentemente italiano?
Il contagio, che non conosce confini e non distingue popoli e nazioni, ora sta mettendo a dura prova tutti. Anche i governi più scettici sono stati costretti a prendere misure identiche alle nostre. Morte, sofferenza ed emergenza sanitaria sono purtroppo comuni. Trump e Johnson (quest’ultimo colpito personalmente dal coronavirus) hanno dovuto cambiare radicalmente posizione. Reazioni superficiali ogni tanto ricompaiono ma sono sempre più rare.
Naturalmente nessuno di noi poteva immaginare, nemmeno nei suoi pensieri più bui, una crisi di questo genere. Il tasso di impreparazione e improvvisazione è stato però molto alto. Penso che sia anche l’effetto di quanto è accaduto negli ultimi decenni con il fiorire di leader che dovevano piacere, conquistare like, sparare a raffica ricette improbabili invece che essere preparati e avere una strategia forte sul futuro del proprio Paese.
Ora guardiamo con ammirazione e pendiamo dalle labbra di medici e scienziati, riscopriamo quanto sia importante la formazione, la ricerca, la competenza. È una lezione per non sbagliare più, per capire quali sono le vere priorità per il Paese, per i cittadini e per il loro governo.

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