2 aprile 2020 - 02:39

Tredici Paesi europei criticano Orbán: preoccupati dai pieni poteri

Italia, Germania, Francia, Spagna e altri nove Stati hanno firmato una dichiarazione congiunta sulle mosse del premier ungherese: «Si rispettino libertà fondamentali»

di Ivo Caizzi, inviato a Bruxelles

Tredici Paesi europei criticano Orbán: preoccupati dai pieni poteri
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Aumentano le critiche contro la decisione del premier ungherese sovranista Viktor Orbán, che ha utilizzato l’emergenza coronavirus per farsi assegnare pieni poteri dalla sua maggioranza nel Parlamento nazionale. Dopo il richiamo della Commissione europea, anche Italia, Germania, Francia, Belgio, Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia hanno firmato una dichiarazione congiunta per dirsi «profondamente preoccupati per il rischio di violazione dei principi dello stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali derivanti dall’adozione di determinate misure di emergenza».

«Siano misure limitate»

L’esortazione dei 13 Paesi Ue è che queste misure emergenziali siano «limitate a quanto strettamente necessario, di natura proporzionata e temporanea, soggette a regolare controllo e rispettare i principi sopra menzionati e gli obblighi di diritto internazionale», evitando anche di ridurre «la libertà di espressione o di stampa». Alla Commissione europea viene chiesto di monitorare l’evoluzione della situazione in Ungheria.

La scelta dei Popolari

Già dall’anno scorso l’europartito di centrodestra Ppe aveva sospeso l’ungherese Fidesz di Orbán, che ora sembra più vicino all’espulsione. «Fare uso della pandemia per costruire uno stato di emergenza permanente è politicamente pericoloso e moralmente inaccettabile», ha scritto il presidente polacco del Ppe Donald Tusk ai membri della famiglia europopolare. Tusk, considerato un sostenitore dell’espulsione di Orbán, frenato in passato dalle divisioni sull’argomento tra gli europopolari, ha precisato che «ora la nostra priorità assoluta è la lotta contro la pandemia, ma arriverà presto il momento in cui dovrete riconsiderare nuovamente le vostre posizioni». La cancelliera tedesca Angela Merkel, che è la più influente leader del Ppe, ha fatto rispondere dalla sua portavoce che «i valori sui quali l’Unione è fondata sono, ovviamente, il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l’eguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti dell’uomo», pertanto «l’Ue può funzionare come una comunità di valori solo se tutti (i Paesi membri, ndr) rispettano e difendono questi valori». Orbán, avrebbe chiesto aiuto alla presidente della Cdu tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer, fedelissima di Merkel, per far rientrare le accuse di Tusk all’interno del Ppe. Ma Kramp-Karrenbauer non ha voluto commentare su un suo eventuale dialogo in corso con il premier ungherese.

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