«Musica che unisce»: il super-evento di Raiuno che scrive la storia (contro il virus)

Da Marco Mengoni a Tommaso Paradiso, da Emma Marrone a Elisa, dai Negramaro a Mahmood, sono tantissimi gli artisti italiani che si uniscono alla maratona solidale di Raiuno a sostegno della Protezione Civile. Ecco perché, certe volte, la musica non guarda al budget ed è più forte di qualsiasi cosa
«Musica che unisce» il superevento di Raiuno che scrive la storia

Un microfono, una videocamera, una stanza luminosa e un'energia viva, potente, radiosa. Non serve altro per confezionare una serata così memorabile come Musica che unisce, la maratona solidale che ha coinvolto tantissimi artisti della musica italiana che, al fine di promuovere le donazioni per la Protezione Civile, hanno pensato bene di riunirsi virtualmente passandosi il testimone in un evento che ricorderemo negli anni a venire. Nessuno studio a fungere da cornice, nessuno spettatore sugli spalti ad applaudire e a fare il tifo: solo la voce, uno strumento musicale ad accompagnarla e il desiderio che gli italiani da casa si uniscano al loro canto. Una cosa che, a giudicare dalle reazioni sui social, è avvenuta in più di un'occasione. Nelle tre ore e mezza dell'evento, andato in onda su Raiuno dalle 20.30 a mezzanotte senza interruzioni pubblicitarie, il Paese si ferma e canta.

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In una televisione trainata dalle repliche e con gli speciali all news che sembrano polverizzare quel poco di leggerezza che vi era rimasto, gli artisti arrivano e ci fanno sapere che ci sono. Come noi sono chiusi nelle loro case, e come noi sono terrorizzati dall'incertezza del non sapere quando tutto questo passerà. Nel frattempo, però, è necessario non darsi per vinti e collaborare. All'appello ci sono quasi tutti: Cesare Cremonini, Levante, Tiziano Ferro, Emma Marrone, Elisa, Paola Turci, Gigi D'Alessio, Andrea Bocelli, Mahmood, Marco Mengoni, Francesco Gabbani, Tommaso Paradiso, Ermal Meta, Brunori Sas, Francesca Michielin, Diodato, i Pinguini Tattici Nucleari, Il Volo, i Negramaro e Calcutta. Ognuno ci porta nel suo mondo, ci conduce per mano tra le canzoni che abbiamo imparato a memoria e che questa volta vengono cantate a distanza, come se le voci potessero unirsi in qualche modo tra i flussi di fosfeni emanati dalla tv in un unico grande canto.

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Probabilmente avevamo bisogno di un evento come Musica che unisce, di una serata che ci ricordasse che lo star-system c'è ed è in prima linea per combattere l'emergenza su tutti i fronti: dare un contributo a chi ne ha bisogno - a metà serata il sito delle donazioni si è impallato per via delle troppe richieste - e restituire un sorriso a chi è sigillato in casa in preda alla paura diventano, così, missioni primarie, obiettivi imprescindibili. Non ci sono voluti grandi budget e neanche particolare cura nella confezione**: il messaggio è arrivato forte e chiaro comunque, e gli intervalli dei volti noti dello spettacolo come Pierfrancesco Favino, Paola Cortellesi, Virginia Raffaele, Roberto Bolle e Valentino Rossi hanno solo confermato il fronte comune della condivisione**, dell'aderire a un'unica grande battaglia che possa far sentire il Paese più unito che mai. A rimanere male per non essere stata invitata a unirsi ai colleghi è, però, Cristina D'Avena, che su Twitter spiega che avrebbe tanto voluto cantare le canzoni dei bambini aiutando a riscoprire l'infanzia agli italiani: e chissà che se non si riesca a partire proprio da lei per proporre una seconda parte del progetto.

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