"Sara' la storia a giudicarci". Giuseppe Conte non nasconde la commozione quando parla nell'Aula della Camera del sacrificio del personale sanitario e fa la conta di chi e' stato colpito dal coronavirus, "sono giorni terribili". Definisce la pandemia "uno choc senza precedenti", uno tsunami, paragona di fatto il coronavirus alla peste di Milano, cita i promessi sposi e 'difende' il suo operato: "Del senno di poi sono piene le fosse...". Perche' a suo dire il governo ha reagito con determinazione e speditezza, l'Italia e' stato il primo Paese in Europa a costruire un percorso normativo a tutela dei cittadini, servendosi dello strumento del Dpcm considerato "il piu' idoneo" per intervenire "e modulare le misure". "Uniti ne usciremo presto", dice dopo aver fatto il resoconto dei provvedimenti adottati e riconoscendo la necessita' di ridare centralita' al Parlamento, coinvolgendo le Camere. .

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"C'e' stato il massimo coinvolgimento delle Regioni e delle parti sociali", racconta ancora per poi citare i passi avanti compiuti nella difesa contro il contagio: "Le terapie intensive in Italia sono passate da 5343 a 8370 in pochi giorni" con "un aumento del 63,8%"; i posti letto "in pneumologia e malattie infettive" sono passati da 6.525 a 26.169; "abbiamo riconvertito 78 ospedali in Covid Hospital" e presto con un'ordinanza, oltre ai medici che hanno risposto al bando "trasferiremo 500 infermieri" nelle aree piu' colpite. Ma se non si puo' abbassare la guardia contro "un nemico invisibile" bisogna anche pensare al "dopo". Per le imprese "gia' abbiamo provveduto con le prime misure" ma ora con il nuovo decreto legge che ci sara' ad aprile "interverremo con uno strumento di non minore importo" rispetto ai 25 miliardi gia' stanziati.

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E' la prima volta che il presidente del Consiglio si sbilancia sulle cifre del prossimo provvedimento che dovra' garantire "maggiore liquidita" per aziende e cittadini" e tutelare gli asset strategici per il nostro Paese. Ma oltre ai 25 miliardi sul tavolo, l'auspicio e' che ci sia pure il supporto di Bruxelles: l'Europa "non dia risposte tardive e inutili" ma reagisca in maniera "poderosa, coesa e tempestiva", l'appello. Perche' - dice senza mezzi termini il premier - "non possiamo permettere" che ci possano essere dei Paesi membri della Ue che non tengano alta l'attenzione nei confronti dell'epidemia, del resto "il contagio di ritorno sarebbe una iattura". E dunque l'Europa deve mettere sulla bilancia "risorse senza precedenti", "serve un argine", e' necessario "un salto di qualita'" in questa sfida cosi' delicata.

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La proposta e' arrivata con una lettera inviata questa mattina al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel da parte di Italia, Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna. "Dobbiamo - scrivono i leader Ue - lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell'Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati Membri". Ed ancora: serve "un fondo specifico per spese legate alla lotta al Coronavirus, almeno per gli anni 2020 e 2021". L'Italia punta sugli Eurobond. Sul tavolo - lo ha spiegato lo stesso premier - anche la possibilita' di attingere al fondo Salva Stati, anche se al momento non persistono le condizioni neanche per palazzo Chigi, pressato dal Movimento 5 stelle e dal centrodestra. Conte preme sulla Germania e sui paesi del Nord Europa come l'Olanda. Il timore infatti e' che domani al Consiglio europeo non venga presa alcuna decisione ma - l'avvertimento del premier - "la recessione sara' in tutta Europa e nessuno puo' pensare di salvarsi da solo". 

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