Forza Nuova: Facebook aveva ragione a rimuovere la sua pagina

Secondo il Tribunale di Roma, la scelta del social network sarebbe stato un atto di censura ai sensi dell’articolo 21
Forza Nuova Facebook aveva ragione a rimuovere la sua pagina

Facebook aveva ragione a rimuovere le pagine di Forza Nuova: lo ha stabilito il Tribunale di Roma, sezione per i diritti della persona e immigrazione: i giudici hanno respinto il ricorso dell'organizzazione di estrema destra, secondo cui la scelta del social network sarebbe stato un atto di censura ai sensi dell’articolo 21 della Costituzione («Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure»). Ma secondo la giudice designata Silvia Albano, la cancellazione delle pagine dell’organizzazione è legittima, e Forza Nuova è stata condannata anche al pagamento delle spese processuali.

La pagina di Forza Nuova, insieme ad altri account di militanti dell’organizzazione, era stata oscurata nel settembre 2019 da Facebook, perché «le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia».

Secondo il giudice, «la maggior parte del contenuto e il tono generale dell'opera del ricorrente, e dunque il suo scopo, hanno una marcata natura negazionista e contrastano quindi con i valori fondamentali della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, quali espressi nel suo Preambolo, ossia la giustizia e la pace. Rileva che il ricorrente tenta di fuorviare l'art. 10 della Convenzione dalla sua vocazione utilizzando il suo diritto alla libertà di espressione per fini contrari alla lettera ed allo spirito della Convenzione. I predetti fini, se fossero tollerati, contribuirebbero alla distruzione dei diritti e delle libertà garantiti dalla Convenzione».

E ancora: «Per utilizzare il Servizio Facebook, tutti gli utenti devono prima accettarne le Condizioni. Ciascun utente si impegna a “non usare Facebook per scopi illegali, ingannevoli, malevoli o discriminatori” e a non “pubblicare o eseguire azioni su Facebook che non rispettano i diritti di terzi o le leggi vigenti”.

Le Condizioni attribuiscono a Facebook Ireland il diritto di rimuovere tali contenuti e di interrompere la fornitura del Servizio Facebook agli utenti che le violino. All'art 1, sotto il titolo “Lotta ai comportamenti dannosi, protezione e supporto della community di Facebook”, prevedono: “Le persone creano community su Facebook solo se si sentono al sicuro. Facebook impiega team dedicati in tutto il mondo e sviluppa sistemi tecnici avanzati per rilevare usi impropri dei propri prodotti, comportamenti dannosi nei confronti di altri e situazioni in cui potrebbe essere in grado di aiutare a supportare o proteggere la propria community. In caso di segnalazione di contenuti o condotte di questo tipo, Facebook adotta misure idonee, ad esempio offrendo aiuto, rimuovendo contenuti, bloccando l'accesso a determinate funzioni, disabilitando un account o contattando le forze dell'ordine”».

Nelle motivazioni, il tribunale di Roma ricorda «il contenuto che raffigurava il balcone di Palazzo Venezia, dal quale Mussolini dichiarò guerra alla Francia e all'Inghilterra il 10 giugno 1940, e recitava: “L’unico balcone che riconosciamo... restiamo fascisti”. Ciò viola l'art. 2 degli Standard della Comunità (simboli che rappresentano/elogiano un'organizzazione che incita all'odio)».

E quindi: «Gli episodi sopra descritti basterebbero da soli per ritenere che sulla base degli Standard della Community e delle condizioni contrattuali Facebook aveva il diritto di risolvere il contratto con gli utenti che in qualità di amministratori gestivano le pagine delle varie articolazioni dell'organizzazione Forza Nuova. Anzi, sulla base delle norme interne e sovranazionali e della costante loro applicazione giurisprudenziale sopra riportate e del Codice di condotta sottoscritto con la Commissione Europea, Facebook aveva in realtà il dovere giuridico di risolvere i contratti, essendo evidente che il richiamarsi agli ideali del fascismo in numerosissime iniziative pubbliche e pubbliche manifestazioni vale a qualificare Forza Nuova come “organizzazione d'odio” secondo le condizioni contrattuali e gli Standard della Community sopra riportati (in rete sono numerosissime le notizie in tal senso corredate di fotografie)».

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