22 febbraio 2020 - 22:52

Il «ladro-eroe» che ruba
la cassaforte del pedofilo

Consegna le foto che inchiodano il molestatore ed evita l’ergastolo

di Michele Farina

Il «ladro-eroe» che ruba  la cassaforte del pedofilo
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Dopo una notte insonne, quella mattina di quindici anni fa Matt Hahn ha fatto la cosa giusta, contro il suo interesse immediato (e senza sapere che in realtà si stava assicurando il futuro). Ha preso la memory card rubata, l’ha messa in un borsellino rosa (affinché non passasse inosservata) e l’ha spedita alla polizia di Los Gatos, con un biglietto anonimo: «Proprietà di Robert Aitken, Wedgewood Drive: per favore, togliete questo animale dalla circolazione». Matt ha agito d’impulso (senza offesa per gli animali) e per il disgusto, per quello che possono provocare, anche nella testa di un ladro che si muove sul filo dell’ergastolo, le immagini di una bambina di due anni molestata dall’uomo a cui ha appena rubato la cassaforte.

La pistola e la memory card

Potrebbe essere un film, una sceneggiatura alla Elmore Leonard. Una storia di due piccoli e grandi «bastardi» ai margini della dorata Silicon Valley. Matt Hahn è un ladro patentato, con una lunga scia di droga e due condanne alle spalle: per la legge californiana dei tre «strikes», se lo beccano un’altra volta rischia di finire dentro per sempre. Sa che, per uno come lui, la cosa migliore è farsi i cavoli propri. Eppure quella dozzina di foto non gli danno pace. Non può andare dalla polizia, perché dovrebbe spiegare come le ha trovate: la notte del 28 febbraio 2005, Matt è entrato nella casa di uno sconosciuto uscendone con poco bottino: una pistola, documenti con il nome del proprietario. E la memory card, che forse contiene qualcosa di interessante, utile per un ricatto. Torna a casa, la «passa» al computer. E scopra i vergognosi trofei pedofili di Robert Robbie Aitken, un ventiduenne che si riprende mentre abusa della figlia del suo capo (azienda nel settore informatico) mentre le fa da babysitter (è il suo padrino di battesimo).

Il borsellino rosa

Mentre il ladro mandava il borsellino alla polizia, il derubato denunciava il furto. Ai primi di marzo il cerchio si chiude: i detective di Los Gatos mandano a chiamare Aitken, gli mostrano le foto. E lui crolla. Un mese dopo, è il ladro a cadere nella rete dei detective. Viene sorpreso a rubare. Gli trovano la refurtiva. Terzo strike, rischio ergastolo. Per Matt si mette male. Dodici nuovi capi d’imputazione (ma nulla sul furto della cassaforte del pedofilo). E lui allora si gioca forse l’unica cosa buona (e documentabile) che ha fatto di recente (a parte coinvolgere nell’«operazione borsellino» anche la madre, a cui però ha detto di aver trovato la scheda di memoria in un supermercato: «Mamma, dai un occhio alla tv se parlano di un pedofilo»). Il malvivente recidivo cala l’asso con i poliziotti: «Sono quello che vi ha fatto trovare Robbie Aitken».

«Matt è un eroe»

Ma la legge è legge, e non è scontato introdurre un elemento di «baratto» nello schema dei tre strikes. La prima che osa parlarne è Dana Overstreet, la magistrata che nel 2006 rappresenta l’accusa nel processo Aitken (a casa sua sono stati trovati i vestiti della bambina, e un centinaio di foto illegali di pedopornografia): «Esiste l’onore tra i ladri — dice la magistrata —. Per quanto mi riguarda, Matt Hahn è un eroe». E un eroe non può andare all’ergastolo.

La nuova vita

Il processo al ladro gentiluomo non ha avuto grande seguito. Un po’ in sordina, Matt è stato condannato a 14 anni. Ne sconta solo sette, nello stesso carcere in cui è rinchiuso (in una sezione a parte) Robert Aitken. Matt lo riconosce al di là del vetro, mentre Aitken non sa nulla di lui. Il destino di ciascuno è legato a quello dell’altro, la dannazione e la salvezza. Matt esce di galera dopo sette anni. E come ha raccontato in questi giorni alla Bbc, cambia vita. Anche se ha studiato in carcere (i libri glieli portava la mamma della bambina vittima di abusi), è riuscito a trovare lavoro come elettricista. Gli va bene così. Si è sposato, non ruba più. «Nella mia nuova vita succedono cose straordinarie», ha detto. Per non parlare di quella vecchia.

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