21 febbraio 2020 - 21:49

Coronavirus, contagio da tosse e starnuti. I sintomi possono essere lievi

Ecco come affrontare senza panico l’emergenza. Giovanni Rezza, Iss: «Non c’è ragione di usare le mascherine, per prendere l’infezione è necessario un contatto molto stretto con un paziente in luoghi chiusi»

Coronavirus, contagio da tosse e starnuti. I sintomi possono essere lievi
shadow

1 Dall’inizio dell’epidemia apparsa in Cina a dicembre e ufficialmente dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità il 9 gennaio sono state acquisite informazioni nuove sul comportamento del coronavirus conosciuto come Covid-19?

Risponde Giovanni Rezza, responsabile malattie infettive ed epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità: «No, lo sviluppo dell’epidemia sembra aver confermato la maggior parte delle caratteristiche inizialmente ipotizzate su questo nuovo coronavirus responsabile della malattia indicata col nome di Sars-CoV 2, molto simile a quello che ha dato avvio alla SARS (sindrome respiratoria acuta grave) nel 2002-2003 e al coronavirus della MERS (sindrome respiratoria mediorientale) dal 2014 presente nella penisola arabica. E’ un virus respiratorio appartenente a una famiglia di agenti infettivi noti e che anche in questo caso ha compiuto in una regione della Cina, l’Hubei, capitale Wuhan, un salto di specie dall’animale all’uomo in circostanze che però non sono state ancora descritte».

2 Dunque come avviene il contagio?

«Il virus penetra nelle alte vie respiratorie (naso e bocca) attraverso goccioline emesse da individui infetti con colpi di tosse e starnuti. Perché avvenga la trasmissione è necessario un contatto stretto, indicativamente trovarsi accanto a un malato a circa due metri di distanza in luoghi chiusi, un calcolo prudenziale. Il fatto che adesso il Sars CoV 2 circoli in Italia non significa che si possa essere contagiati per strada o in luoghi aperti semplicemente sfiorando una persona già colpita. Anche per questa malattia infettiva respiratoria esistono i cosiddetti super-diffusori, individui dotati di una carica virale superiore al normale ma anche in questi casi la trasmissione non prescinde da un contatto ravvicinato. Il termine di super diffusore non deve spaventare».

3 In assenza di sintomi, il coronavirus può passare da un individuo all’altro come affermano ricercatori cinesi in una lettera appena pubblicata sulla rivista New England of Medicine?

«In tutte le malattie respiratorie l’eventualità di una trasmissione in assenza di sintomi (febbre, tosse, raffreddore, congiuntivite) non può essere esclusa e fin dall’inizio dell’attuale epidemia l’ipotesi è stata presa in considerazione. E’ accertato però che le possibilità di contagio crescono proporzionalmente ai sintomi. Abbiamo visto che il Sars-CoV 2 provoca una buona percentuale di infezioni caratterizzate da sintomi lievi che non vengono rilevati, ad esempio qualche linea di febbre o un leggero raffreddore. Questi casi possono essere scambiati per asintomatici. Siamo orientati a credere che la Covid-19 sia molto più diffusa delle sindromi che l’hanno preceduta proprio in virtù della sua minore aggressività che le permette di non essere diagnosticata».

Coronavirus: quali sono i sintomi, come si trasmette e come ci si può proteggere
Cosa fare in Lombardia

4 Qual’é il tempo di incubazione del Sars-CoV 2?

«Il periodo medio è di 5-6 giorni, la durata può variare da 2 a 14 giorni, il periodo stabilito per applicare la quarantena alle persone venute a contatto con un paziente infetto. Se non si ammala entro due settimane significa che è rimasto immune. Ci sono notizie non verificate secondo le quali l’incubazione possa abbracciare un periodo più ampio, fino a tre settimane ma non c’è conferma».

5 Durante la gravidanza questo coronavirus può passare dalla madre al feto?

«Non ci sono storie precedenti di passaggio di questo agente infettivo da donna al bambino. Normalmente i coronavirus non sembrano trasmettersi verticalmente, di solito restano nei polmoni, magari possono raggiungere il sangue ma è molto raro che possano arrivare fino alla placenta. Alle donne in gravidanza viene consigliata e offerta gratuitamente la vaccinazione antinfluenzale (che non protegge dal Sars-CoV 2) perché in questa fase della vita sono più vulnerabili e perché se influenzate durante il parto potrebbero trasmettere il virus al neonato. Secondo la società italiana di malattie infettive e tropicali, la Simit, se la gravidanza è avanzata come nel caso della moglie del 38enne di Codogno trovato positivo in Lombardia e anch’essa colpita dal coronavirus è un fattore certamente positivo «che mette in condizione di ulteriore tranquillità. In Cina un bambino è risultato malato di Covid-19 a 30 ore dalla nascita ma il contagio è probabilmente avvenuto dopo il parto».

6 L’età avanzata rende più suscettibili al virus?

«Come ipotizzato da molti esperti, finora il nuovo coronavirus 2019 ha colpito prevalentemente gli adulti di età compresa tra i 49 e i 56 anni e solo in rarissimi casi i bambini. La conferma è contenuta in uno studio condotto dai ricercatori della Emory University, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista medica Jama. La ricerca, basata sui dati diffusi dalle autorità cinesi, ha permesso non solo di calcolare l’età media delle persone contagiate dal nuovo coronavirus, ma anche di stimare che in circa un terzo dei casi i sintomi della malattia richiedono il ricovero in terapia intensiva».

7 E le guarigioni?

«Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il rapporto tra contagi e guarigioni è incoraggiante. La maggior parte dei pazienti, oltre l’80%, contraggono una forma molto lieve tale da permette la guarigione in un paio di giorni. Le forme gravi riguardano soprattutto gli anziani e persone con altre patologie. La letalità, cioè il rapporto tra popolazione e morti, è di circa il 2% rispetto al 10% circa della SARS e ad oltre il 40% della MERS. A neppure due mesi dalla diffusione dell’epidemia non sono disponibili terapie specifiche. Vengono utilizzati in via sperimentali farmaci antivirali studiati per altri infezioni però al momento non si possono trarre conclusioni sull’efficacia».

8 In primavera l’epidemia influenzale tende a sparire. Si può prevedere un’andamento simile anche per la Covid-19 visto che in ambedue i casi si tratta di sindromi respiratorie?

«E’ uno scenario plausibile con la storia di altre epidemie. La SARS è cominciata a novembre del 2002 e ad aprile del 2003 era quasi sparita, ufficialmente conclusa a giugno. La stagionalità delle epidemie è legata al cambiamento delle abitudini delle popolazioni. Nei Paesi occidentali ci si avvia verso temperature più miti, la gente tende a uscire di casa e dai luoghi chiusi, l’anno scolastico ha termine e di pari passo diminuiscono le occasioni di contagio. Si spera che avvenga anche in questa occasione. Però la prospettiva del rallentamento naturale non deve coincidere con l’ abbassamento della guardia».

9 Come proteggersi?

«Le mascherine non servono a meno di non pensare di girare per strada con quelle chirurgiche, senza mai toglierle da bocca e naso, neppure per rispondere al telefono. La protezione efficace è quella individuale con comportamenti di igiene personale. Tutte le agenzie sanitarie insistono molto sul lavaggio frequente delle mani. Negli aeroporti sono stati installati distributori di disinfettanti a disposizione dei passeggeri in arrivo eppure vengono poco utilizzati. Coprire naso e bocca dopo aver tossito e lavare subito dopo le mani è un gesto che andrebbe ripetuto sempre, non solo durante le epidemie».

Cosa fare se avvertiamo sintomi simili all’influenza?

«Contattare il medico di famiglia o il 1500, il numero del Ministero della Salute, oppure il 112. I medici telefonicamente sapranno individuare eventuali casi da avviare a ulteriori filtri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT