19 febbraio 2020 - 21:10

Vandalismi e bilanci in rosso. Sharengo ritira le sue auto

«Installiamo le scatole nere in attesa delle nuove colonnine», l’annuncio dell’operatore che dal 2013 gestisce una flotta arrivata ad avere oltre mille auto elettriche in condivisione in città

di Sara Bettoni e Giacomo Valtolina

Le vetture elettriche Zhidou D2 in ricarica alle isole digitali: a sinistra foto di atti vandalici e la campagna della app per interromperli Le vetture elettriche Zhidou D2 in ricarica alle isole digitali: a sinistra foto di atti vandalici e la campagna della app per interromperli
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Le «macchinine gialle» si fermano. Ad annunciare lo stop è la stessa Sharengo, l’operatore che dal 2013 gestisce una flotta arrivata ad avere oltre mille auto elettriche in condivisione in città. La società fa sapere che «sospende temporaneamente l’attività di car sharing per migliorare il servizio e rinnovare la flotta». I motivi? «L’alto numero di sinistri e di atti vandalici — spiegano dall’azienda — ci vede costretti ad installare delle black box (scatole nere, ndr), dispositivi in grado di tutelare i clienti e la società. Inoltre a breve partiranno i lavori di rifacimento delle colonnine nelle Isole digitali (posteggi comunali con ricarica dove Sharengo ha stalli dedicati, ndr). Anche in funzione di ciò preferiamo aspettare che una parte consistente di questi punti torni ad essere efficiente prima di ricominciare a erogare il servizio». Dal Comune replicano: «Verificheremo queste motivazioni».

La società da tempo sottolinea il numero crescente di vandalismi. Tra gli episodi più gravi, quello avvenuto a Natale, con un’auto distrutta da sette ragazzini nei dintorni dell’università Bocconi, in via Vittadini. Ma i danni ai mezzi non sono l’unica difficoltà che Sharengo deve affrontare. C’è il nuovo bando comunale che detta le regole per gli operatori di car sharing (l’avviso richiede che le vetture non abbiamo più di quattro anni e obbliga quindi a un ricambio del parco auto). E ci sono i problemi con le colonnine di ricarica, che A2a si appresta a rinnovare. Sul servizio pesa inoltre la difficoltà di tenere i conti in ordine, con bilanci rimasti in «rosso» ben oltre gli orizzonti temporali previsti.

Nel 2018 la società Sharengo apparteneva alla livornese Cs group, per il 50 per cento di Emiliano Niccolai e per l’altro 50 di Tee Song Huat (vicepresidente di Zhidou electric vehicle, il marchio fornitore delle automobili Zd) ed era attiva a Milano, Roma, Firenze e Modena (dove il servizio è già stato sospeso all’inizio del mese). In base agli ultimi dati camerali, i ricavi nel 2018 ammontavano a 7,6 milioni, stabili rispetto al 2017, per la prima volta senza aumenti nonostante gli iscritti cresciuti da 96 a 167 mila. I costi di produzione sono lievitati, anno dopo anno, fino a 13,6 milioni. Altri segnali negativo, il calo di auto negli ultimi mesi e l’abbandono di Modena. A dicembre la società è stata ceduta a Force of nature, società italiana di proprietà olandese, che ora dovrà valutare gli investimenti. Per Milano la prospettiva è «di ripartire a maggio» dice il l’ex ad e oggi dg Emiliano Niccolai: «Tra i player sul mercato noi siamo gli unici a non avere alle spalle né grandi aziende di automotive, né multinazionali pubbliche. Dobbiamo contare solo sulle nostre forze. La strada dell’innovazione è un percorso necessario».

La questione dei costi elevati è rilevante per tutto il settore sharing ed ha già mostrato gli effetti. Nel 2015 fallì il servizio di Twist della famiglia Guaitamacchi. All’inizio del 2019 Bmw e Daimler hanno unito i propri car sharing Drivenow e Car2go dando vita al marchio Sharenow con l’obiettivo, per le case madri, di mantenere un presidio sul mercato anche se anti-economico, minimizzando i costi. I due gruppi inoltre hanno firmato un accordo per sviluppare le auto a guida autonoma. Ora, lo stop di Sharengo, l’unica società con flotta 100% elettrica, proprio nel momento in cui Palazzo Marino ha emesso il bando per rendere il noleggio full electric.

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