La Creatura di Frankenstein con il suo faccione dai colori acidi caracolla verso l’estero, probabilmente negli Usa, per 87mila euro e stabilisce il record dell’asta dei manifesti cinematografici organizzata ieri da Bolaffi. L’ha davvero comprato Di Caprio, gran amante del cinema horror, come si mormorava nei giorni scorsi? L’amministratore delegato, Filippo Bolaffi, risponde con una battuta: «Le regole ci impongono di non fare nomi. Se, poi, tra un mese, vedremo l’attore su Instagram accanto a questo disegno...». Il podio dell’asta è stato (quasi) un affare di famiglia: al terzo posto è finito «Il figlio di Frankenstein» (23. 600 euro). È tornata, invece, in magazzino lontano da consorte e pargolo, «La moglie di Frankenstein»: obbiettivamente arduo mettersi in casa una signora dall’avvenenza discutibile e, soprattutto, pettinata come Moira Orfei.

Secondo miglior risultato per il manifesto di «Tempi Moderni» (28 mila euro) con Chaplin e la Goddard caparbiamente sereni nonostante siano seduti su un poderoso, scomodissimo ingranaggio. Tra i vari lotti, partiti per ignote destinazioni («Cabiria» a 10. 600 euro e «Alice nel Paese delle Meraviglie» a 5 mila) una certezza: è approdato a Torino il poster di «Ombre Rosse» con la storica diligenza inseguita dagli indiani. Il Museo del Cinema l’ha acquistato per 4800 euro.  

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