Frode fiscale a Brescia, tra gli indagati un ex arcivescovo. Sequestrati 2 milioni di euro

Lombardia
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio: due persone si trovano all'estero e non sono state ancora raggiunte dall'ordinanza di custodia cautelare

La guardia di finanza di Brescia ha eseguito questa mattina un'operazione che ha coinvolto 85 persone e ha portato all'arresto di altre 20 - tra cui 3 commercialisti e 3 avvocati - su un totale di 22 provvedimenti, per associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alla frode fiscale e riciclaggio. Si tratta di un'evasione fiscale da 80 milioni di euro, con fatture false per 500 milioni di euro. In totale sono stati sequestrati 2 milioni di euro. Quindici soggetti sono finiti in carcere e cinque ai domiciliari: i restanti due si trovano all'estero e non sono ancora stati raggiunti dall'ordinanza. Le forze dell'ordine, coordinate dalla procura cittadina, hanno ricevuto il supporto del Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata di Roma (SCICO).

Tra gli indagati anche un ex arcivescovo

Gli indagati, nel corso di questa operazione della guardia di finanza, sono 85 tra Brescia, Bergamo, Milano, Mantova, Perugia e Lodi. Tra loro anche monsignor F. C., 90enne di Matera, ex arcivescovo di Caserta e di Pescara-Penne e accusato di tentato riciclaggio. L'ecclesiastico avrebbe tentato di favorire l'apertura di un conto corrente allo Ior sul quale depositare soldi frutto dell'evasione. "Tentativo bloccato dalla Polizia vaticana", sostiene chi indaga.
Coinvolti anche alcuni professionisti che operavano per degli imprenditori. Il gruppo avrebbe portato all'estero i soldi depositati su conti correnti in Croazia e Ungheria. Tra gli arrestati figura anche A. B., ex consigliere comunale della Lega, eletto nel 2008 a Brescia, e ora tesserato di Fratelli d'Italia. L'uomo avrebbe fatto da prestanome nell'ambito di una serie di emissioni di fatture false. L'ex consigliere è agli arresti domiciliari. 

"Un vero e proprio laboratorio dell’evasione"

Illustrando l’operazione nel corso di una conferenza stampa, il procuratore di Brescia, Francesco Prete, ha dichiarato che "da questa inchiesta emerge un connubio tra imprenditori e commercialisti, con i professionisti che si sono messi a disposizione di progetti criminosi". Ciò, ha aggiunto, "conferma quanto sia necessario penetrate negli organi professionali per scovare professionisti infedeli".
"Siamo davanti ad un vero e proprio laboratorio dell'evasione fiscale. Attorno a questo sodalizio giravano società locali e estere", il commento del procuratore aggiunto Carlo Nocerino, che con la collega Claudia Passalacqua ha coordinato l’inchiesta.

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