Il male oscuro
che affligge la sinistra

risponde Luciano Fontana

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Caro direttore,
mi meraviglia che gli attuali esponenti del Pd contestino a Matteo Renzi di voler logorare il loro partito allo scopo di lucrare consensi. Mi pare di rivedere a parti invertite quanto accadde durante la segreteria Renzi, quando si manifestarono contestazioni quotidiane da parte della vecchia nomenclatura, mirate a sgretolare (con successo) l’avversario infischiandosene del partito. Penso che fra le cause della perdita di consenso ci sia stata senz’altro la litigiosità permanente e la voglia di alcuni di apparire sempre più a sinistra dell’ultimo a sinistra.
Edmondo Spanò

Caro signor Spanò,
Lei descrive il «male oscuro» della sinistra italiana, un male che ha afflitto sempre questo campo politico e che si è aggravato dopo la fine del Partito comunista. Il «fuoco amico» è uno dei tratti distintivi. Il primo pensiero è quello di combattere il compagno di partito o di governo per affermare il proprio pezzetto di potere. Ne sanno qualcosa Romano Prodi e Walter Veltroni che di questo «fuoco amico» sono stati le vittime, per non parlare di Enrico Letta da parte di Matteo Renzi. Poi è toccato all’ex premier fiorentino che sta restituendo ai suoi ex compagni di partito le botte ricevute con gli interessi.
Emilio Giannelli ha descritto bene la scena in una vignetta in cui sono uno accanto all’altro tutti i capi del centrosinistra: visti davanti sono sorridenti e uniti, visti da dietro impugnano armi, bombe e coltelli di ogni genere. Distinguersi, marcare le differenze, mettere sempre in discussione un eventuale progetto comune è l’attività quotidiana. E quasi sempre a sinistra quando qualcuno non è d’accordo fa una scissione e fonda un suo partito.

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