16 febbraio 2020 - 19:22

Salvini e l'aborto: «Il pronto soccorso non è la soluzione a stili di vita incivili»

Il leader della Lega: donne che si presentano sistematicamente al pronto soccorso per abortire. Zingaretti: «La spara ogni giorno più grossa»

di Redazione online

Salvini e l'aborto: «Il pronto soccorso non è la soluzione a stili di vita incivili»
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Il leader della Lega Matteo Salvini, parlando domenica sera al Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma, dove si trovava per la manifestazione della Lega «Roma torna capitale», è intervenuto anche sul tema della sanità. Nell’ambito di un discorso sull’affollamento dei pronto soccorso, ha parlato anche dell’aborto.

«Abbiamo avuto segnalazione che alcune donne, né di Roma né di Milano, si sono presentate per la sesta volta al pronto soccorso di Milano per l’interruzione di gravidanza», ha detto. Poi, citando le testimonianze che gli sarebbero state fatte da operatori sanitari di Milano, ha detto che «ci sono donne che si sono presentate sei volte per una interruzione di gravidanza. Non è compito mio né dello Stato dare lezioni di morale, è giusto che sia la donna a scegliere per sé e per la sua vita, ma non puoi arrivare a prendere il pronto soccorso come la soluzione a uno stile di vita incivile».

«Se ritengo che le donne che abortiscono siano incivili? Se si arriva alla settima interruzione di gravidanza significa che si sbaglia stile di vita, ha aggiunto Salvini. «Qualcuno ha preso il pronto soccorso come il bancomat sanitario per farsi gli affari suoi senza pagare una lira», ha aggiunto, prima di concludere: «La terza volta che ti presenti, paghi».



Dura la reazione del segretario Pd Nicola Zingaretti, che scrive su Facebook: «Salvini la spara ogni giorno più grossa perché è in difficoltà. Con offese, teorie stravaganti e numeri a casaccio. Per fortuna nei pronto soccorso italiani non ascoltano le sue provocazioni. Giù le mani dalle donne. Giù le mani dalla sanità italiana».

Dopo le polemiche scaturite dalle sue parole, il leader della Lega ha provato a mitigare i toni in diretta su Facebook: «Figurati se Salvini si mette contro l'aborto o contro il divorzio, sono l'ultimo che può dare lezioni. Semplicemente raccolgo il grido di allarme che arriva da tanti pronto soccorso, consultori e centri aiuto alla vita che chiedono di fare il possibile per tutelare la vita. A fronte di certi eccessi e abusi di chi, mi segnalano, di interruzioni di gravidanza per la quinta, sesta volta, ritengo che una comunità non possa far finta di niente, sembra così strano?».

Cosa prevede la legge

La legge che regola, in Italia, il diritto di interrompere volontariamente la gravidanza è la 194 del 22 maggio 1978 (qui il testo). Non è possibile, in Italia, interrompere volontariamente la gravidanza in Pronto soccorso. Anche perché la procedura per l'aborto volontario è precisa e ha i suoi tempi: una volta effettuata la visita ginecologica e ottenuto il certificato di gravidanza, bisogna sostenere un colloquio con un medico o un consultorio sulle ragioni che hanno portato alla scelta di interrompere la gravidanza. Dopo sette giorni, un periodo per riflettere sulla decisione, viene rilasciato un documento che attesta l'avvenuto colloquio e quindi la possibilità di procedere con l'aborto- chirurgico o farmacologico- in una struttura ospedaliera o clinica convenzionata. Una volta in ospedale, la donna verrà sottoposta agli esami di routine e verrà stabilita la data per l’intervento. Tutta la procedura è coperta dalla privacy. Se ci si rivolge a strutture autorizzate, non ci sono costi da sostenere, fatta eccezione per i medicinali necessari dopo l’intervento. Anche le ragazze straniere senza permesso di soggiorno possono, richiedendo un codice STP (stranieri temporanei presenti), senza esibire il documento di identità, accedere al servizio sanitario, in maniera anonima.E chi si occuperà dell'interruzione di gravidanza non potrà segnalarle alle autorità.



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