14 febbraio 2020 - 18:22

Agcom, Rai multata per 1,5 milioni
Nel mirino, Tg2, Lerner e Lucci

L’Autorità delle Comunicazioni sanziona l’emittente pubblica per violazione del contratto di servizio. La diffida a ripristinare il pluralismo. Pd contro l’ad Salini

di Antonella Baccaro

Agcom, Rai multata per 1,5 milioni Nel mirino, Tg2, Lerner e Lucci Foto Ansa
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Una multa da un milione e mezzo di euro alla Rai per violazione del contratto di servizio. É la decisione senza precedenti (per l’entità della sanzione) dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che ha accertato «il mancato rispetto da parte della Rai dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo, riferito a tutte le diverse condizioni e opzioni sociali, culturali e politiche». Ma anche la violazione di alcune norme in tema di pubblicità. Sono infatti due le delibere di cui l’Autorità ha dato notizia, senza fornire particolari in merito alle circostanze che avrebbero generato la sanzione.

Secondo quanto si apprende, il procedimento sarebbe stato aperto nel settembre scorso e riguarderebbe «numerosi episodi riguardanti la programmazione diffusa dalle tre reti generaliste» a partire da alcuni mesi prima. Tra questi anche le violazioni di par condicio, come lo spot di “Porta a Porta” relativo alla puntata che ospitava il leader della Lega, Matteo Salvini, durante la campagna per le regionali in Emilia Romagna, andato in onda nel mezzo di una partita di calcio importante. Rispetto a questo comportamento, però la trasmissione era corsa ai ripari successivamente, dando spazio al leader del Pd, Nicola Zingaretti. Solo per questo il provvedimento non riguarda quello spot.

I casi del Tg2 e Uno Mattina

Ma nel mirino sarebbero finiti anche alcuni servizi informativi che non avrebbero rispettato «la dignità della persona, il diritto e dovere di cronaca, la verità dei fatti e il diritto ad essere informati». Tra questi, un servizio del Tg2 che parlava del presunto fallimento del modello svedese d’integrazione e sosteneva che alcuni territori del Paese erano «completamente fuori controllo», zone dove «la polizia non entra». Il servizio era stato ripreso qualche giorno dopo da Salvini, che lo aveva pubblicato su Facebook con lo slogan: «Svezia invasa. Stop Eurabia!». Tra i casi di violazione ci sarebbe anche la battuta di un conduttore di UnoMattina in Famiglia, Tiberio Timperi, ritenuta offensiva nei confronti dei calabresi.

Sotto la lente dell’Autorità è finita anche la puntata de L’Approdo di Gad Lerner dedicata alla Lega e svolta “senza contraddittorio”. Ma anche la prima puntata del programma Realiti, condotto da Enrico Lucci, poi sospeso, per alcune frasi pronunciate da un ospite – il neomelodico catanese Leonardo Zappalà, in arte Scarface – sulla morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

L’Autorità, «in ragione dell’ampiezza e della durata delle infrazioni, ma tenendo conto di alcune iniziative ripristinatorie messe in atto dalla Rai», ha ritenuto di irrogare una sanzione pecuniaria di un milione e mezzo. Relativamente all’irrogazione della sanzione si è registrato il voto contrario del commissario Mario Morcellini. Si è astenuto invece il commissario Francesco Posteraro che spiega: «L’ho fatto perché ritengo che le violazioni riscontrate non siano di gravità tale da richiedere l’irrogazione di una sanzione».

I tariffari della pubblicità

L’Agcom ha poi diffidato la concessionaria pubblica affinché elimini, durante la vigenza del contratto di servizio 2018-2022, le violazioni e gli effetti delle infrazioni accertate, adottando specifiche misure volte a garantire il rispetto degli obblighi e a evitare il ripetersi delle violazioni in futuro.

La seconda delibera dell’Autorità, approvata all’unanimità, ha invece accertato «il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza» in relazione ai prezzi praticati dalla concessionaria nella vendita degli spazi pubblicitari. In pratica sarebbero state applicate tariffe diverse a seconda dei fornitori e dei periodi dell’anno. L’Autorità ha diffidato la Rai a cessare immediatamente i comportamenti contestati, «anche al fine di consentire ad Agcom la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico».

Democratici all’attacco

«La pronuncia (e multa)di Agcom sulla Rai dice cose chiare e gravi. Se si aggiunge la trasferta sanremese il quadro è completo. Cambiare e cambiare velocemente è l’unica via» è il commento su Twitter del vicesegretario Pd, Andrea Orlando. «All’amministratore delegato Fabrizio Salini (nella foto) non resta che valutare la propria permanenza al vertice dell’azienda così come la permanenza degli attuali vertici dell’informazione» rincara la dose il vicecapogruppo Pd alla Camera, Michele Bordo. «Questa Rai rappresenta uno dei punti più bassi mai raggiunti dall’informazione del servizio pubblico» scrive su Facebook il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.

Lo stupore dell’emittente pubblica

La Rai «prende atto con grande stupore delle decisioni del Consiglio di oggi dell’Autorità che ha inteso censurare il Servizio pubblico per asserite violazioni del Contratto di servizio, segnatamente in tema di pluralismo informativo». Lo sottolinea l’azienda di viale Mazzini in una nota, spiegando che «nel riservarsi di esaminare in dettaglio il provvedimento quando sarà notificato, non mancherà di rappresentare nelle opportune sedi la correttezza del proprio operato in coerenza con il ruolo assegnatole dalle leggi, anche da quelle che tutelano l’autonomia dei giornalisti».

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