10 febbraio 2020 - 21:06

Coronavirus, il diario di bordo dell’italiana bloccata sulla Diamond Princess

Su facebook l’aggiornamento in tempo reale: «Ci misurano la febbre ogni 4 ore». Lei è una dei 35 connazionali che fanno parte dei 3711 in quarantena in Giappone

di Alessio Ribaudo

Coronavirus, il diario di bordo dell'italiana bloccata sulla Diamond Princess
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Doveva essere un viaggio da sogno. Una crociera in Asia, immaginata, desiderata e, poi, finalmente la partenza a dicembre scorso. Nessuno certo poteva immaginare che l’epidemia del coronavirus avrebbe trasformato tutto in un incubo. Lunghe ore chiusi in cabina, la routine del controllo della temperatura corporea ogni quattro ore e attimi di sconforto assalgono i 3.711 imbarcati sulla Diamond Princess della Princess Cruises (gruppo Carnival). È la nave bloccata in quarantena nella baia di Yokohama dallo scorso 4 febbraio mentre si trovava in acque territoriali giapponesi. Il motivo è che, a Hong Kong, era stato diagnosticato il coronavirus a un passeggero ottantenne sbarcato. Piano piano, sull’imbarcazione, i contagiati sono 136 e di questi 65 casi sono stati confermati da poco. Gli italiani sono 35 ma pare stiano tutti bene. Sulla tolda di comando c’è l’italiano Gennaro Arma e con lui altri 24 connazionali fanno parte dell’equipaggio composto da 1.100 membri lavoratori del mare. Le immagini che arrivano oggi dal Giappone sembrano asettiche: persone in tute, guanti e mascherine. Foto e video molto lontane dall’immaginario collettivo angoscioso, figlio della storia del mondo, con i bastimenti infetti che dovevano inalberare una bandiera gialla. La disciplina stessa della «quarantena», riporta l’enciclopedia «Treccani», fu ideata dalla Repubblica veneta che — nella prima metà del quindicesimo secolo — aveva istituito una vera e propria polizia sanitaria marittima che aveva il compito di confinare i navigli infetti o sospetti nei canali di Fisolo e Spignon, tra il porto di Malamocco e Poveglia, e le persone nell’isola di Santa Maria di Nazareth, detta Nazarethum.

Il «diario di bordo» virtuale

Bastimenti, di certo, imparagonabili alle navi moderne che sono attrezzate all’interno con veri e propri ospedali viaggianti con all’occorrenza sale operatorie e camere mortuarie. Oggi sulla Diamond Princess, oltre alle naturali preoccupazioni, c’è anche il problema di vincere la noia. I social sono una valvola di sfogo per molti di loro. Per esempio, un’italiana, come una viaggiatrice degli inizi del secolo scorso, ha trovato un modo romantico in chiave 2.0: tenere un diario sul proprio profilo Facebook con tanto di foto e video. Roberta, di Pozzallo nel Ragusano, utilizza su questo social network un nickname, Allegra Viandante, dal cui profilo racconta questa esperienza. «Ogni anima su questa nave è provvista di un termometro personale da usare e auto testarsi ogni 4 ore informando subito l’equipe medica, nel caso in cui la temperatura corporea superi i 37,5 gradi», scrive in un post. «Si continua incessantemente a testare le persone, a oggi altri 336 campioni sono stati prelevati», prosegue per attenuare la sua snervante attesa di poter ritornare a casa. «Ho paura che la marea stia arrivando al suo picco. La speranza è che finalmente la parabola cominci a scendere e che i casi comincino a scemare fino ad azzerarsi. Anche questo, come per ogni dolore o avvenimento brutto deve fare il suo corso». Sfoghi affidati alla Rete. «Come ho scritto ieri, altre 6 persone sono state messe in quarantena e trasportate nelle strutture giapponesi qualificate per essere curati. Il motivo per la quale ritorno sull’argomento è perché, purtroppo 5 di queste persone sono parte dell’equipaggio, che portano il numero delle infezioni al bordo della nave per un totale di 70 — scrive Roberta — Tra questi cinque membri dell’equipaggio non ci sono italiani, 4 sono di nazionalità filippina, uno di nazionalità americana e uno di nazionalità ucraina. Il ministro della sanità giapponese ha annunciato che nessuno di loro ha mostrato sintomi evidenti e che pertanto non c’è nulla di cui preoccuparsi».

Gli stati d’animo

Come tutti i diari personali, i pensieri fermati sul web oscillano fra l’ansia, la paura e l’ironia o l’ottimismo. L’isolamento in cabina è pesante ma serve a tutelare la propria incolumità:«Io non esco manco a colpi di mazze’te». Però, «nella fatale sfortuna, mi sento davvero molto fortunata e mi auguro che il peggio sia passato e che il “picco” all’interno di questa nostra realtà sia stato raggiunto per andare a scemare piano piano spegnendo questo focolare indesiderato. Credo sia inevitabile , proprio come il flusso e il riflusso del mare e le maree, come è anche quando si affrontano le circostanze della vita».

La quarantena 2.0

La fine della quarantena è prevista per mercoledì 19 febbraio. «Salvo complicazioni. Le domande sono tante: la quarantena si azzera se ancora passeggeri verranno contagiati?», si chiedeva in un post di due giorni fa, quando si era «instillata un po’ di malinconia inaspettata». Ma Allegra Viandante riesce anche a non pensarci grazie al suo ottimismo («Tutto ciò finirà presto. Lo so») e all’ironia («la quantità di tempo a mia disposizione è così tanta che ho sconfitto il Grande Demone Celeste della pigrizia e mi sono messa a fare Tai Chi. Non fa per me. Non pervenuto»).

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