Solar Orbiter: la sonda dell’Esa alla scoperta dei segreti del Sole

La sonda europea Solar Orbiter è stata lanciata dalla base americana di Cape Canaveral con un razzo Atlas 5. Fra tre anni e mezzo arriverà a 42 milioni di chilometri dal Sole.
Solar Orbiter la sonda dellEsa alla scoperta dei segreti del Sole

È il sogno di Icaro che diventa realtà. A debita distanza però. La sonda europea Solar Orbiter è stata lanciata verso il Sole dalla base americana di Cape Canaveral con un razzo Atlas 5. Fra tre anni e mezzo la sonda arriverà a 42 milioni di chilometri dal Sole. Qui farà il suo lavoro: catturare immagini e dati per studiare la nostra stella.

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Questa è la più ambiziosa missione mai organizzata verso il Sole, nessuno è andato così vicino alla stella che dà la vita al nostro pianeta. La guida l'Agenzia Spaziale Europea in collaborazione con la Nasa. A capo del team c’è l’italiano Andrea Accomazzo e anche a bordo parte della strumentazione parla la nostra lingua. È il coronografo Metis, una speciale camera che crea una eclissi solare e può schermare la luce e l’energia del disco solare. Servirà per analizzare la corona del Sole.

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Il lancio ha sfruttato l'allineamento fra la Terra e Venere. Ciò ha permesso di portare la sonda lungo la traiettoria ideale che sfrutta la spinta gravitazionale dei due pianeti nei due anni di viaggio.

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Dovrebbe portarci le prime immagini delle regioni polari del Sole e dati per lo studio del suo campo magnetico e delle tempeste solari che influenzano satelliti e radiocomunicazioni sulla Terra. Girando in un’orbita sorvolerà per alcune settimane la stessa regione del Sole come fanno i satelliti per la Terra. In questo modo potrà studiare l’evoluzione nel tempo delle macchie solari e di altri fenomeni.

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Appena qualche settimana fa un telescopio statunitense ha catturato una immagine della superficie solare alla risoluzione massima mai raggiunta finora. Il Daniel K. Inouye Solar Telescope con il più grande specchio solare al mondo di quattro metri di diametro, si trova sull'isola hawaiana di Maui. Sembrano cellule quelli che si vedono, ma ognuna è grande quanto il Texas.

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