Coronavirus: «Questa potrebbe essere la settimana decisiva»

Lo ha spiegato il virologo Roberto Cauda: «La mortalità si è attestata attorno al 2%, non è aumentata con il moltiplicarsi delle diagnosi. E crescono i guariti»
Coronavirus «Questa potrebbe essere la settimana decisiva»

Questa settimana potrebbe rivelarsi decisiva per l’epidemia di coronavirus, «vista la lunga incubazione» del virus «e tenuto conto delle misure draconiane messe in campo dalla Cina»: lo ha spiegato all'Adnkronos Salute Roberto Cauda, il direttore di Malattie infettive del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs di Roma. «Non dobbiamo dimenticare che ci troviamo di fronte a una malattia che fino al 31 dicembre non era nota. Dunque è sempre difficile nell'immediatezza realizzare quanto sta avvenendo».

Al momento non ci sono ancora segnali chiari di un’inversione di tendenza, «vista proprio la lunga incubazione del virus. Ma qualche segnale c'è». Secondo il virologo, le misure adottate dalla Cina sono state adeguate: «In pratica è stata “sigillata” una regione, quella dell'Hubei, con la città epicentro dell'epidemia, Wuhan. Ora dobbiamo osservare ciò che avviene».

Ma la buona notizia è che «la mortalità si è attestata attorno al 2%, non è aumentata con il moltiplicarsi delle diagnosi. E crescono i guariti. Insieme alle informazioni che ci arrivano sulle sperimentazioni di vecchi farmaci, questi sono dati di cui tenere conto. E sembra che la maggioranza dei pazienti sia guarita senza particolari terapie».

Anche le misure adottate dall’Italia sono state corrette e tempestive. «Ora l'obiettivo è quello di evitare focolai fuori dalla Cina e ridurre il rischio di importare nuovi casi».

I casi confermatiLa Commissione nazionale della sanità del governo cinese ha registrato, alla mezzanotte del 9 febbraio, 40.171 casi confermati con 908 morti. Il bollettino dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (aggiornato al 9 febbraio) riporta 307 casi e un decesso confermati al di fuori della Cina in 24 Paesi. L'Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha invece fornito il suo report sui casi in Europa aggiornati al 9 febbraio. Quattordici casi in Germania (due importati, 12 acquisiti localmente), undici casi in Francia (sei importati, cinque acquisiti localmente), tre casi in Italia (tre importati), tre casi nel Regno Unito (tre importati), un caso in Belgio (importato), un caso in Finlandia (importato), un caso in Spagna (importato) e un caso in Svezia (importato).

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