ROMA. Il coronavirus ha colpito quattro turisti di Taiwan mentre erano in volo per l’Italia, ma dai primi controlli non risulta che abbiano contagiato coloro che hanno incontrato durante il viaggio nel nostro Paese.

Intanto arriva la conferma che è negativo il test dei due bambini ospiti in quarantena al centro militare della Cecchignola, portati ieri mattina al centro nazionale per le malattie infettive Spallanzani. Mentre una nuova quarantena è stata predisposta, all’ospedale militare Celio, per gli otto nostri connazionali arrivati ieri da Wuhan via Gran Bretagna (tra cui anche due neonati), un Falcon dell’aeronautica militare partirà oggi per la Cina per recuperare Niccolò, lo studente diciassettenne di Grado che non è potuto rientrare prima a causa della febbre, estranea comunque al coronavirus.

Ma l’allarme sull’emergenza resta alto, tanto che stamani, alle 10.30, si svolgerà un tavolo interministeriale a Palazzo Chigi. Alla riunione, presieduta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parteciperanno anche i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e quello della Salute Roberto Speranza: all’ordine del giorno anche una valutazione dell’impatto economico dell’emergenza.

«Il virus non circola in Italia - afferma il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito - Noi non abbiamo casi acquisiti sul territorio nazionale. I tempi della coppia di Taiwan ci fanno ben sperare ma i controlli verranno ugualmente effettuati». La famiglia infetta di Taiwan è composta dai genitori cinquantenni e due figli ventenni. Sono arrivati a Milano Malpensa il 22 gennaio scorso facendo scalo a Hong Kong. Proprio sul volo Hong Kong- Malpensa, secondo gli esperti di sanità di Taiwan, avrebbero contratto il virus. Hanno visitato Firenze, Pisa, Siena e, negli ultimi giorni, la capitale, prima di ripartire il 31 gennaio da Fiumicino. Durante il giro turistico erano in condizioni asintomatiche, con un rischio bassissimo, se non nullo, di contagio. I coniugi hanno manifestato la febbre una volta rientrati a Taiwan e il 4 febbraio sono risultati positivi al coronavirus, diventando così i pazienti numero 15 e 16 del loro Paese. Un primo figlio è poi risultato positivo sabato e l’altro ragazzo ieri (il diciassettesimo e diciottesimo malato a Taiwan).

La macchina dei controlli nel nostro Paese è partita subito. La Regione Toscana, appena allertata dal ministero alla Salute, ha attivato l’Asl che, a sua volta, ha inviato gli operatori presso la struttura ricettiva dove hanno soggiornato, nel centro di Firenze, per le verifiche del caso al personale della reception entrato in contatto con i turisti. A circa 10 giorni di distanza dalla partenza, gli esami hanno dato esito negativo. Il ministero della Salute sottolinea la collaborazione con le autorità sanitarie locali. In particolare riguardo al tracciamento degli spostamenti, per contatti stretti e continuativi si intende, per l’aereo, i due passeggeri accanto da entrambi i lati e due file avanti e due indietro. Sono stati scoperti anche i posti dove la coppia di Taiwan con i figli ha viaggiato in treno per spostarsi in Italia e tracciati anche tutti gli spostamenti effettuati e le strutture che hanno frequentato e dove hanno alloggiato. Il ministero della Salute precisa che «sono state messe in atto tutte le procedure per questi casi con il tracciamento di tutti i contatti stretti e continuativi. Siamo abbastanza tranquilli perché sta per scadere il periodo dei 14 giorni da quando sono passati per la Toscana e il Lazio». E Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, conferma che «il caso non desta particolare allarme».

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