Oscar 2020, la grande scommessa di Netflix

Alla 92ª edizione dei premi, la piattaforma streaming si presenta con il maggior numero di nomination, più di Sony, Disney o Warner Bros. Ma la possibilità che la storia si ripeta, e che le categorie più importanti le siano precluse, è (ancora) rischio concreto
Oscar 2020 la grande scommessa di Netflix

Ventiquattro nomination, più di quante qualsiasi major sia riuscita a collezionarne. Netflix, degli Oscar 2020, è IL candidato, colui al quale l’Academy ha voluto regalare il maggior numero di possibilità. Ma, domenica sera, con la cerimonia e i premi e i red carpet colmi di flash, con la speranza di farcela e la voglia di vincere, quel che rischia di ripetersi è la storia. La piattaforma streaming, la propria guerra con Hollywood, l’ha cominciata tempo addietro, rifiutando a Cannes di mandare in sala le pellicole in concorso. L’industria del cinema ha dato di matto. Non c’è premio senza sala, non c’è gara senza tradizione. Netflix non avrebbe partecipato ad alcuna kermesse, non senza adeguarsi alle regole, vetuste, che l’America ha scritto. E così è cominciato, un braccio di ferro estenuante, di compromessi e apparenti cedimenti.

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Netflix ha ricevuto diversi encomi. Si è seduto alla tavola dei grandi e, lo scorso anno, con Roma di Alfonso Cuarón, ha potuto gonfiarsi il petto e, agli Oscar, profondersi in ringraziamenti e saluti. Ma Hollywood, la Hollywood che del cinema custodisce la storia e le gerarchie, non ha lasciato al colosso streaming quel che avrebbe meritato. Roma, che alla passata edizione dei premi è stata la pellicola più nominata, ha perso la corsa per il titolo di miglior film. L’Academy le ha preferito Green Book, come a ricordare al servizio streaming che le gentili concessioni comprendono tanto, ma non tutto. E, un anno più tardi, il soave avvertimento risuona ancora.

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The Irishman, testamento cinematografico di Martin Scorsese, è candidato al miglior film e alla miglior regia. Campeggia nelle categorie di miglior attore non protagonista, vi campeggia due volte. Compare per la miglior fotografia, per la miglior scenografia. In totale, ha dieci nomination, la metà (o quasi) di quelle che Netflix ha collezionato quest’anno, con Klaus, I Lost My Body, I Due Papi e Marriage Story. Ma le chance di spuntarla sulla compagine tradizionalista, su Quentin Tarantino, Joker e Sam Mendes, sono decisamente inferiori.

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