07 febbraio 2020 13:03

Questo articolo è uscito il 18 luglio 1997 nel numero 190 di Internazionale. L’originale era stato pubblicato sulla rivista colombiana Semana con il titolo Shakira inc.

In un periodo nel quale sembra che in Colombia non succeda nulla di buono, una ragazza di Barranquilla a 19 anni, diventa famosa in tutto il paese, conquista il mondo e si trasforma in una multinazionale dello spettacolo. Dopo aver vinto 21 dischi d’oro e 54 di platino, Shakira Mebarak Ripoll è considerata un fenomeno. Ma la sensuale stella del pop è prima di tutto una “brava ragazza”, che non fa nulla senza il consenso dei suoi genitori.

Ana Baby fece il giro dell’isolato, camminando velocemente, senza salutare nessuno, “con lo sguardo perso, come se venisse da un altro pianeta”, racconterà poi la gente del quartiere Villa Estadio che l’aveva vista passare. In un negozio comprò una gassosa “da portar via”. Rientrò in casa evitando di passare per il soggiorno, dov’era il resto della famiglia e si chiuse nella sua stanza. Il fratello John Alexander dice che trascorse circa mezz’ora prima che fosse pronto da mangiare. Fu proprio lui che, obbedendo alle richieste della madre, andò a chiamarla. La ragazza non aprì la porta. Passarono dieci minuti e la faccenda cominciò a preoccuparlo, perciò decise di cercare la chiave. Quando entrò nella stanza trovò la sorella agonizzante sul letto, mezza gassosa sul comodino, alcune pasticche gettate in terra e il quotidiano aperto alla pagina che annunciava “il concerto più importante della storia di Barranquilla”.

La giovane, di soli 15 anni, venne trasportata d’urgenza in una clinica della vicina cittadina Venti de Julio, ma arrivò già morta. Aveva ingerito una dose mortale di pasticche al cianuro. Ana Baby si era suicidata perché la madre le aveva negato il permesso di andare al concerto di Shakira. Nel giorno del suo funerale vennero sepolti altri due giovani, morti asfissiati nei disordini provocati dai fan durante il concerto. Quella notte, raccontano i testimoni, ci furono scene di isteria, grida, pianti e delirio tra le 45mila persone che assistettero allo spettacolo. La polizia non riuscì a tenere sotto controllo la situazione.

Il triste fatto che tre persone hanno perso la vita per un concerto dimostra in maniera tragica, meglio di qualunque altro dato, ciò che ormai rappresenta Shakira Mebarak Ripoll per la gioventù colombiana.

Destinata al successo
Il fenomeno Shakira è ormai diventato una vera leggenda, basata sui pochi dati attendibili che si conoscono sulla cantante. Il mito nasce a Barranquilla, nella famiglia medio borghese del commerciante di origini libanesi Esteban Mebarak e di sua moglie Nidia Ripoll, che chiamarono la loro unica figlia Shakira, che in arabo vuol dire “donna piena di grazia”. L’idea dei genitori avrebbe poi evitato alla cantante, nel momento del successo, il problema di inventarsi un nome d’arte: Shakira infatti era già di per sé esotico ed attraente.

Sebbene fosse una bambina normale e vivace, già da piccola sapeva quello che voleva, qualcosa che lei ora descrive come “la profonda necessità di essere ascoltata”. Già da allora si preparava per il successo. “La bambina, al principio, aveva una sorta di ossessione verso la scienza, al punto che ci fece supporre che avrebbe fatto la ricercatrice – dice la madre – ma poi si chiuse nella sua stanza notte e giorno a scrivere racconti e poemi. Ci ingannò quindi nuovamente, perché pensavamo di avere una figlia scrittrice. Alla fine scoprimmo che la scrittura non era che il primo passo, poiché scriveva le parole delle sue canzoni”. Aveva otto anni quando compose la prima, intitolata Las gafas oscuras (Gli occhiali scuri), dedicata al padre.

Così iniziò il percorso faticoso comune ai bambini precoci, sempre accompagnata dai suoi genitori, che parteciparono con la loro bimbetta dalle lunghe trecce a numerosi programmi televisivi e radiofonici. A 13 anni l’avventura era già molto avanzata e si aprirono le porte della casa discografica Sony. I genitori arrivarono lì, sette anni fa, con una registrazione fatta in casa, per parlare al manager Carlos Gutiérrez della loro figlia che cantava proprio bene, che già era molto ascoltata a Barranquilla e che ora voleva registrare il suo primo disco. Gutiérrez non dimenticherà mai quella piccoletta che iniziò a ballare con movimenti arabeggianti, cercando di trasmettere a lui e a tutti gli altri la sua profonda convinzione: era una cantante. Forse questa sua prima possibilità le fu concessa solo per simpatia, fatto sta che da lì vennero i primi due dischi: Magia a 13 anni e Peligro a 15, nei quali era ancora una voce gradevole che cantava parole scritte da altri e concepite per i ritmi canonici della canzone melodica e non per valorizzare la voce della ragazzetta dai capelli neri, ansiosa di impadronirsi del mondo e di conoscere tutto.

Shakira ha abbandonato i testi strappalacrime, entrando in sintonia con la sua generazione

Arrivò poi il festival di Viña del Mar, un trampolino di lancio unico per alimentare i desideri di trionfo dell’adolescente sognatrice. Al concorso si classificò terza, un posto niente male perché le assicurava comunque un riconoscimento e al tempo stesso la salvava dal cattivo auspicio che la vittoria di questo festival rappresenta: la leggenda vuole che il primo arrivato è poi destinato al fallimento.

Shakira torna in Colombia con il premio sotto il braccio e l’ossessione di proseguire con questa carriera. Poco dopo provò anche con la televisione, come protagonista della serie El Oasis, che si rivelò un fiasco totale per gli attori, gli sceneggiatori e il regista. A lei fu utile però per dimostrare che era in grado anche di recitare e soprattutto per confermarle che ciò che realmente le interessava era la canzone. “Sapevo già che non ero nata per fare la donna di casa, la suora, la pittrice o l’astronauta. Io sarei diventata cantante”.

Una nuova opportunità di provare con il mercato musicale arrivò con la registrazione del brano Dónde estás corazón, pubblicato in un lavoro collettivo dal titolo Nuestro Rock. Fu l’unica canzone del disco ad avere successo, ma la cosa più importante fu che questo progetto le fece conoscere Luis Fernando Ochoa, l’uomo che le avrebbe cambiato la vita. Il “rockettaro” intuì per primo la miniera d’oro nascosta in questa adolescente inesperta e testarda. Ed è a questo punto che, dalla sera alla mattina, la ragazza Shakira si trasformò nel fenomeno Shakira. L’intesa tra il produttore e la cantante fu la scintilla del grande successo musicale. Shakira iniziò a cercare e a trovare un suo stile. Abbandonò gli atteggiamenti antiquati della cantante melodica di 15 anni, eliminò il linguaggio melodrammatico dei testi messicani, pieni di risentimento e rancore, e si tolse le scarpe per muoversi con più agilità sulle proprie parole, entrando così in perfetta sintonia con la sensibilità della sua generazione.

La musica di Ochoa si adattò perfettamente ai suoi testi fatti di quotidianità, freschi, che non rispecchiano i canoni tradizionali della melodica, però nemmeno si perdono nella crudezza del rock. Così, con questo miscuglio gradevole, asettico e commerciale, truccata solo esteriormente con la chincaglieria del rock duro, riuscì a trovare la sua nicchia di mercato: quella di una gioventù poco aggressiva, che non si dà né alla droga né agli eccessi, ma neanche si ritrova nei suoni zuccherosi della melodia. A questi giovani parla con un linguaggio urbano, quotidiano, nel quale invece di creare le solite metafore con le rose si allude a luoghi veramente poco comuni quali “i quadri di Botero, i dinosauri e le leggi della magnetica”. E loro la ascoltano.

Una vera multinazionale della canzone
Shakira aveva ormai trovato il suo stile, sia a livello musicale sia a livello fisico, e le sue canzoni iniziarono a vendersi come un prodotto completo, del quale facevano parte anche i suoi piedi scalzi, i pantaloni di cuoio o i jeans a zampa d’elefante, i capelli e le camice alla Woodstock e il sorriso fresco di donna-bambina di appena 19 anni. Shakira, a quest’età non è più solo un fenomeno musicale, ma una vera multinazionale dello spettacolo. Il disco Pies descalzos, prodotto con soli 100mila dollari e del quale si pensava di vendere appena centomila copie, andò a ruba. Nell’agosto del 1996, dopo dieci mesi di promozione, raggiunse la cifra di un milione di copie vendute, grazie alle quali le viene consegnato il prisma di diamante. Ma la cosa non si ferma lì.

Alla fine dell’anno il disco raggiunge i due milioni e attualmente il numero delle sue vendite totali in America Latina, Europa e Asia arriva a tre milioni. Con i suoi concerti ha visitato Venezuela, Perù, Cile, Stati Uniti, Puerto Rico, America Centrale, Messico e Brasile, dove ha riempito spazi di tutte le misure e dove ha inoltre raccolto premi di tutti i tipi, tra cui: 21 dischi d’oro, 54 di platino, tre premi assegnati dalla rivista Billboard e due da Lo Nuestro. Il prossimo anello della catena è l’Oriente. La sua musica si vende già con successo nelle Filippine, in Corea, in Thailandia ed in Giappone. Shakira ha già iniziato a cantare in portoghese e tra breve continuerà in italiano ed in inglese.

Il segreto è nel carisma
In realtà i premi non sono l’unico termometro per misurare il successo di Shakira. Le cifre della sua carriera parlano da sole: la cantante di Barranquilla guadagna in media venti milioni di pesos a concerto (circa quattro miliardi di lire). Quest’anno, durante la tournée mondiale, farà più o meno settanta apparizioni in pubblico, che le consentiranno di avere quindi un’entrata di circa 1.400 milioni di pesos. Di questa somma all’artista ne rimane circa il 40 per cento, dopo aver pagato la band e il gruppo dei collaboratori. L’altra fonte di reddito èla vendita dei dischi. Dei tre milioni di copie circa il dieci percento le spetta come diritti d’autore.

Considerando una media di 1.500 pesos a disco, Shakira ha guadagnato circa 4.500 milioni di pesos. È per questo che il fenomeno ha richiamato l’attenzione degli esperti del mercato musicale. Un dato che illustra bene la novità del fatto è, ad esempio, il paragone con il gruppo irlandese degli U2, che del loro primo disco hanno venduto 2,5 milioni di copie, 500mila in meno rispetto a Shakira. Al momento solo Enrique Iglesias, figlio di Julio Iglesias, supera le vendite della colombiana sul mercato della musica ispanica, con quattro milioni di copie del suo primo lavoro e due milioni di copie del secondo disco nei primi tre mesi di vendita. È chiaro perciò che sono pochi i cantanti al mondo che riescono a vendere tali quantità di un solo disco e sono ancora meno quelli che cantano in spagnolo. » un lusso che si possono permettere solo le grandi figure latine, come appunto Luis Miguel e Enrique Iglesias.

Ma qual è il segreto di Shakira? Gli specialisti continuano a ripetere che è merito del suo carisma, del timbro originale della sua voce, di una produzione che ne ha esaltato lo stile e di una professionalità inusuale in un’artista cosi giovane. Il tutto accompagnato, chiaramente, da una buona manovra commerciale. Il prodotto finito che è oggi Shakira non ha mancato tra l’altro di ricevere elogi, come quello di Tony Motola, direttore generale della Sony, il quale ritiene che Shakira abbia la stoffa per diventare una delle figure femminili più importanti della scena mondiale. Bruno del Granado di Mtv la vede come una specie di Alanis Morissett, la profetessa del rock degli anni novanta. Fernán Martínez Mahecha, il manager di Enrique Iglesias, è sicuro che Shakira tra breve farà parte della schiera dei grandi della musica mondiale. Per nessuno è un segreto che gli ingredienti fondamentali della formula del suo successo sono due: l’appoggio di Caracol (la televisione privata che l’ha lanciata), che ne ha l’esclusiva, e la presenza della manager e amica Patricia Téllez, con la quale ha creato un’intesa speciale.

Appuntamento con una brava ragazza
Tutto questo crescendo di successo lascerebbe pensare che Shakira, alla sua giovane età, abbia già pagato il conto per la fama e il successo. Ma la realtà è un’altra. Racconta un ragazzo che usciva con lei qualche mese fa, che la sera del suo primo appuntamento ebbe molte sorprese. Arrivò al comprensorio dove vive la cantante (a Bogotá, tra la 127esima e la 19esima), si annunciò e tornò alla macchina, aspettando che la ragazza scendesse. Prima sorpresa: il portiere gli disse di salire, che lo stavano aspettando. Entrò nell’appartamento e fu invitato ad accomodarsi in soggiorno. Seconda sorpresa: il signor William Mebarak e la signora Ripoll, i genitori di Shakira, indagarono, con il tradizionale fare disinvolto degli abitanti della costa, sul lavoro, gli interessi e sul posto che aveva scelto per la cena. Terza sorpresa: la ragazza sarebbe dovuta tornare prima di mezzanotte e mezza. Poi si congedarono cordialmente. Shakira accettò con dolcezza tutti i consigli e il pretendente ebbe chiaro che la sensuale superstella del pop era una brava ragazza. I racconti sul pudore ed i costumi tradizionalisti di Shakira si fondano anche su altri aneddoti.

Poco più di tre anni fa, quando stava registrando El Oasis – nello stesso periodo in cui venne dichiarata dalla rivista TV y Novelas la più graziosa protagonista di telenovelas del paese – Shakira espresse enfaticamente il suo disgusto per le scene con baci romantici. Questo carattere riservato e prudente viene riconosciuto anche dai vicini di Barranquilla, dalle amiche del liceo, dai suoi compagni attori e da tutti quelli che l’hanno accompagnata nella sua carriera musicale. Shakira è prima di tutto romantica e sognatrice. Pensa all’amore come ad un “esercizio puro, uno dei doni più importanti del Signore, uno strumento di ispirazione e creazione”.

Di fatto, ci sono persone molto vicine a lei che si azzardano ad affermare che consegnerà il corpo e l’anima solo il giorno del suo matrimonio. Proprio per questo suo carattere romantico, simbolo della sua personalità, ha destato stupore che abbia instaurato una relazione con l’attore portoricano Osvaldo Ríos, un uomo molto più grande di lei, con un passato burrascoso, che nel suo paese ha da poco affrontato un processo per aver aggredito la moglie.

Il successo del disco Pies descalzos ha scatenato una vera tempesta nella vita di Shakira. Il ritmo quotidiano della sua esistenza si è trasformato completamente e da allora aerei ed alberghi sono diventati la sua casa. Però in questa casa ambulante sono sempre presenti i genitori. L’accompagnano da tutte le parti, seguendo passo per passo ogni sua attività. Sono la sua ombra. Non permettono che la fama faccia allontanare i suoi piedi scalzi dal nido e quindi si occupano di tutti i dettagli: i vestiti, l’alimentazione, le interviste e perfino la quantità di denaro che tiene in borsa. Poco tempo fa Shakira si fermò ad una stazione di rifornimento e si rese conto di non aver denaro per pagare. Fortunatamente il benzinaio era un suo fan e le fece credito. Lei, da parte sua, riconobbe che se sua madre non le mettesse i soldi nel portafoglio, lei si dimenticherebbe completamente di farlo.

Il grande interrogativo è: fino a dove arriverà questo piccolo uragano con i blue-jeans? Quale può essere il futuro di una ragazza che prima di compiere i vent’anni ha già raggiunto livelli di fama sconosciuti a qualsiasi altra artista colombiana? Se la sua carriera si interrompesse oggi, sarebbe comunque la più grande artista del paese. Però, senza dubbio, non è ancora terminata e durerà ancora a lungo. E se le cose proseguono con la stessa dinamica con la quale hanno avuto inizio, potrà diventare uno di quegli strani fenomeni colombiani che poi trionfano in tutto il mondo.

(Traduzione di E L)

Questo articolo è uscito il 18 luglio 1997 nel numero 190 di Internazionale. L’originale era stato pubblicato sulla rivista colombiana Semana con il titolo Shakira inc.

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