7 febbraio 2020 - 09:04

«L’arrivo di un treno» dei Lumière trasformato in 4K dall’intelligenza artificiale

Due algoritmi hanno creato nuovi fotogrammi e aggiunto pixel basandosi sul filmato originale e senza alcun intervento umano

di Alessio Lana

«L'arrivo di un treno» dei Lumière trasformato in 4K dall'intelligenza artificiale
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Il più classico dei film dei Lumière torna restaurato in 4K e l'artefice è l'intelligenza artificiale. L’arrivée d’un train en gare de La Ciotat è una pietra miliare della storia del cinema, 50 secondi che sono stati citati migliaia di volte e da quel 1895 non ci hanno mai lasciato. Una pellicola semplice, che mostrava il semplice arrivo di un convoglio ferroviario alla stazione ma così realistica e innovativa da aver dato vita a numerose leggende. La più famosa racconta della folla scappata dal cinema durante la prima proiezione, un'esagerazione ovviamente.

Il «restauro»

Oggi, a distanza di 125 anni, quel capolavoro torna restaurato in 4K ma senza che nessuna mano umana vi abbia lavorato. Lo sviluppatore e YouTuber Denis Shiryaev è riuscito a trasformare la pellicola come se fosse stata girata con un moderno smartphone. Ha utilizzato due programmi disponibili sul mercato, Dain e Gigapixel AI di Topaz Labs, algoritmi in grado di analizzare l'immagine, riconoscerne i dettagli e la struttura e poi completarla. Sono le cosiddette Gan (generative adversarial network, rete generativa avversaria) che hanno dato vita ai famigerati deepfake .

La macchina fa da regista

Le macchine hanno agito su due fronti. Prima di tutto l'immagine è stata ingrandita di 600 volte per farle raggiungere la risoluzione di 4K con l'algoritmo che ha aggiunto da solo i pixel mancanti. Poi, sempre basandosi su ciò che recepiva dall'originale, l'Ai ha creato nuovi fotogrammi, le singole immagini che compongono un filmato e che, riprodotte in sequenza, danno la sensazione del movimento. La versione restaurata è quindi a 60 frame per secondo, più fluida del vecchio L’arrivée d’un train en gare de La Ciotat , senza quegli «scatti» e quei «salti» che ci fanno riconoscere a colpo d'occhio un film del passato. Anche il bianco e nero è più luminoso, le tonalità più brillanti e se non fosse per i vestiti delle persone ritratte si potrebbe credere che il video sia stato girato oggi da un moderno smartphone, magari con qualcuno di quei filtri colore che troviamo nelle nostre app. Certo, non mancano alcuni artefatti e non tutto è perfetto ma pensare che una macchina abbia fatto tutto questo è comunque stupefacente.

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