Italia disposta a riaprire in parte i collegamenti con la Cina? Falso. La Farnesina smentisce categoricamente la notizia riportata dall’agenzia cinese Xhinua sulla riapertura di alcuni voli per l’Italia e la definisce “priva di fondamento”. Sul fronte della ricerca, uno studio della South China Agricultural University punta il dito contro il pangolino (foto a fianco), individuato come possibile responsabile della trasmissione del virus tra pipistrello e uomo. E l’Oms lancia l’allarme: in tutto il mondo si stanno esaurendo le mascherine e gli altri strumenti di protezione dall’epidemia di coronavirus. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità finora sono stati 637 i decessi e 31.211 i casi di contagio. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha annunciato che gli Stati Uniti hanno offerto 100 milioni di dollari alla Cina e ad altri Paesi per combattere il coronavirus. A causa dell’epidemia Art Basel Hong Kong, la tappa asiatica della più importante fiera d’arte del mondo che era in programma dal 19 al 21 marzo, è stata cancellata. Intanto arrivano a 20 i casi di contagio sulla nave da crociera giapponese Diamond Princess messa in quarantena al largo di Yokohama: nessuno degli infetti è italiano. E la Cina apre un’indagine dopo la morte di Li Wenliang, il giovane medico che per primo lanciò inascoltato l’allarme sul coronavirus di Wuhan.

Vertice straordinario a Bruxelles. Giovedì 13 febbraio i ministri della salute Ue si riuniranno in via straordinaria a Bruxelles per fare il punto sulla diffusione del coronavirus in Europa. Un vertice politico, più che tecnico: ministri adotteranno conclusioni condivise su come gestire l’epidemia, e si scambieranno informazioni sulla situazione e sulle misure prese nei diversi Stati.

I voli: l’apertura di Pechino e la smentita dell’Italia – L’agenzia Xinhua faceva riferimento all’ambasciatore italiano in Cina, Luca Ferrari, che avrebbe manifestato al vice ministro degli Esteri Qin Gang la disponibilità ad approvare la ripresa di alcuni collegamenti su richiesta delle compagnie aeree cinesi e ad adoperarsi per normalizzare gli scambi tra i due paesi. Ma non è così: i voli, ha confermato la task force sul coronavirus riunitasi questa mattina al ministero, resteranno chiusi così come previsto dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, il 31 gennaio 2020 e si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane. “Il tema del blocco dei voli – ha chiarito anche il titolare della Farnesina Luigi Di Maio – è una misura che abbiamo preso per affrontare l’emergenza nell’immediato e questa misura, finché le autorità sanitarie e quindi la comunità scientifica ci dirà che è opportuno tenerla in atto, continueremo a tenerla in atto”.

L’ipotesi dell’ospite intermedio – Il pangolino, un mammifero conosciuto anche come formichiere squamoso, potrebbe essere l’ospite intermedio attraverso il quale l’agente patogeno sarebbe riuscito a passare dai pipistrelli all’uomo. Se in precedenza si era parlato del serpente come probabile ‘anello di congiunzione’ – una tesi che tuttavia non vedeva concordi tutti gli esperti – ora uno studio della South China Agricultural University punta il dito contro il pangolino: “La sequenza genetica del nuovo ceppo di coronavirus isolato dal pangolino – spiegano i ricercatori – risulta identica al 99% a quella del virus nelle persone infette, indicando che i pangolini possono essere un ospite intermedio”.

Il pangolino – nell’aspetto un ‘mix’ tra formichiere e armadillo, genere Manis secondo la classificazione di Linneo – è considerato l’unico mammifero vivente a rappresentare l’ordine dei Folidoti. Il suo habitat sono le zone tropicali dell’Asia meridionale, del Sudest asiatico e dell’Africa subsahariana. L’équipe della South China Agricultural University – riferisce Liu Yahong, presidente dell’ateneo – ha esaminato oltre mille campioni di materiale genetico da animali selvatici, arrivando alla conclusione che il pangolino è “l’ospite intermedio più probabile” del nuovo coronavirus 2019-nCoV. I test di biologia molecolare condotti hanno rilevato per i pangolini un tasso di positività a betacoronavirus (sottogruppo di coronavirus al quale appartiene il 2019-nCoV) pari al 70%. Gli scienziati sono quindi passati all’isolamento virale e all’analisi al microscopio elettronico, osservando appunto che la sequenza genetica del ceppo di coronavirus del pangolino era al 99% identica a quella del virus nei contagiati umani.

Secondo Liu “lo studio contribuirà alla prevenzione e al controllo dell’epidemia“, oltre a fornire “un riferimento scientifico” per indirizzare “le politiche sugli animali selvatici“. Shen Yongyi, professore della South China Agricultural University e componente del gruppo di ricerca che ha condotto il lavoro, ricorda come studi precedenti abbiano scoperto che il nuovo coronavirus è nato nei pipistrelli. Ma poiché la diffusione del patogeno è avvenuta in inverno, osserva il docente, sembra improbabile un passaggio all’uomo direttamente dai pipistrelli che in questa stagione sono in letargo. “Pertanto il nostro compito è trovare l’ospite intermedio” che collega “pipistrelli e persone“, chiarisce Shen, precisando che di solito ci sono più ospiti intermedi e che il pangolino può essere solo uno di questi. “Da un lato speriamo che questo risultato servirà da monito alle persone, a stare lontano dagli animali selvatici – raccomanda – Dall’altro vorremmo condividere il nostro dato con la comunità scientifica, nella speranza di compiere insieme sforzi volti a individuare altri possibili ospiti intermedi”.

Foxconn prolunga la chiusuraHon Hai Precision Industry Co., conosciuta anche come Foxconn, tra i principali partner di Apple per la costruzione degli iPhone, ha comunicato ai dipendenti della sua struttura di Shenzhen, in Cina, di non tornare al lavoro dopo le ferie del capodanno lunare che si concluderanno il 10 febbraio. La moratoria rappresenta uno sforzo estremo per frenare la diffusione del nuovo coronavirus che ha paralizzato gran parte della produzione cinese. La principale base per la produzione di iPhone di Foxconn è più a nord a Zhengzhou, ma Shenzhen funge da quartier generale cinese e la maggior parte delle decine di migliaia di persone impiegate, arrivano da fuori città.

Il primo caso di contagio in Corea del Nord – Un donna è stata la prima persona in Corea del Nord a risultare positiva: lo riporta il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, citando una fonte anonima del Nord, secondo cui la donna avrebbe accusato i sintomi a Pyongyang al rientro da un viaggio in Cina. I media nordcoreani non hanno confermato alcun caso finora, ma hanno dato conto del rafforzamento delle misure di prevenzione e della massima allerta lanciata dalle autorità, sfociata anche nella chiusura della frontiera con la Cina. Anche la Tunisia, Paese che fino ad ora non ha registrato nessun caso, sta tenendo sotto “monitoraggio” 350 viaggiatori provenienti dalla Cina. Dieci cittadini tunisini, rimpatriati da Wuhan, si trovano ora in isolamento per due settimane.

Wuhan come un deserto – Fotografata dai satelliti prima e dopo l’epidemia, la città i 11 milioni sembra stata paralizzata dal coronavirus. Le foto dallo spazio scattate dal satellite Sentinel-2 del programma Copernicus, promosso da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea sono pubblicate sulla rivista Mit Technology Review del Massachusetts Institute of Technology (Mit). Elaborate dalle società americane Planet Labs e Maxar Technologies, le immagini mostrano ponti e strade vuoti. Anche le stazioni ferroviarie sono deserte e l’aeroporto, normalmente molto occupato di Wuhan, ha cessato completamente le operazioni, con gli aerei fermi.

Il 22 gennaio, scrive la rivista del Mit, la Cina ha compiuto lo straordinario passo di chiudere tutti i trasporti nella città di Wuhan, dove è iniziata l’epidemia di coronavirus. La misura ha effettivamente messo in quarantena 11 milioni di persone, mentre i funzionari della sanità pubblica lavorano per curare i pazienti che si sono ammalate e fermare la diffusione del virus. L’effetto sui viaggi aerei è stato avvertito in tutto il Paese, in particolare per i voli internazionali, che sono diminuiti sensibilmente nell’ultimo mese. Il 2 febbraio, per esempio, il Paese ha registrato una cancellazione di 222 partenze (16,7%) e 238 arrivi (18,2%), secondo il servizio di monitoraggio dei voli FlightAware. Tuttavia, c’è stato uno scoppio di attività a Wuhan in almeno un aspetto: la costruzione. Due nuovi ospedali, immortalati anche dai satelliti, sono stati costruiti nella città nel tempo record di 10 giorni per gestire e curare i malati. Finora nella metropoli cinese ci sono stati infatti più di 28.300 casi segnalati e oltre 500 morti.

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