Junior Cally, l’avvocato: «Il limite alla libertà di espressione è il rispetto degli altri»

Le parole del rapper romano sono state declamate dai commissari nel corso di una plenaria della Commissione di Vigilanza Rai. Ne abbiamo parlato con l’esperta
Junior Cally lavvocato «Il limite alla libertà di espressione è il rispetto degli altri»

Le parole della canzone «No grazie», che il rapper romano Junior Cally (Antonio Signore, 29 anni) questa sera presenta al 70° Festival di Sanremo, non disturbano come quelle di «Strega», il suo testo più contestato, che dice: «Lei si chiama Gioia. Balla mezza nuda, dopo te la dà. Si chiama Gioia perché fa la troia. L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa».

Ma, per i contenuti violenti e sessisti dei suoi pezzi, Junior Cally è stato querelato dallo sportello contro le violenze di genere "Anna Maria Marino": «Istiga alla violenza», ha spiegato la presidente dell’associazione, l’avvocato Consuelo Cecconi. Non solo: i suoi testi sono stati declamati dai commissari nel corso di una plenaria della Commissione di Vigilanza Rai. «È giusto», ci spiega l’avvocato Michela Scafetta. «La Commissione di Vigilanza Rai ha, tra le altre, la funzione di vigilare sulla qualità dei programmi prodotti. Sanremo rappresenta un grande evento nazionale, atteso da milioni di italiani: è chiaro che questo comporta una grande attenzione ai contenuti che il Festival ogni anno trasmette al grande pubblico».

Quale è il limite dell’espressione artistica?«L’espressione artistica è molto tutelata e garantita nel nostro Paese. La libertà di espressione, nella quale quella artistica certamente rientra, è sancita a livello costituzionale dall’articolo 21.Come tutte le libertà costituzionali, però, anche questa va bilanciata con altri diritti. Il limite alla libertà di espressione è nel rispetto dell’onore e della reputazione degli altri, generalmente intesi».

Per legge certi testi possono essere perseguibili?«Dipende. Se esistono riferimenti, univoci e offensivi, tali da arrivare addirittura a identificare senza dubbi una persona o una categoria di persone come destinatari, certo che è possibile agire».

Anna La Rana, presidente nazionale dell’Associazione Giuriste Italiane, chiede che il rapper romano sia allontanato dal festival. Che cosa ne pensa?« Come avvocato e come donna mi sento di dire che condivido appieno le perplessità avanzate dall’Associazione Giuriste Italiane. I testi delle canzoni del rapper e i loro video sono lesivi della dignità delle donne: quello che viene canalizzato è un inaccettabile sentimento di odio verso il genere femminile. Chi, come me, si trova ogni giorno ad essere dalla parte delle donne, è stanca di confrontarsi perennemente con visioni sessiste e di minorata considerazione. È giusto, quindi, prendere delle posizioni nette ed evitare che vengano veicolati, attraverso manifestazioni importanti come il festival di Sanremo, messaggi deplorevoli lesivi delle donne».

Ritiene che certe espressioni abbiano davvero il potere di influire negativamente?«Beh, un rischio c’è. Se si ammettono testi denigratori e discriminanti, anche su quelle che possono essere abitudini sessuali, di fatto, si finisce con l’abbassare la soglia del rispetto e della dignità dei destinatari di certe affermazioni. Se volessimo individuare un rischio, questo potrebbe essere nel considerare questo linguaggio violento, rude e, a tratti, volgare la normalità. Ed è evidente che è una cosa che, non solo nessuna donna, ma nessuna società civile, dovrebbe consentire».

LEGGI ANCHE

Junior Cally, partita di calcetto a Sanremo 2020

LEGGI ANCHE

Sanremo 2020, Junior Cally si toglie la maschera: «Mai chiesto scusa»

LEGGI ANCHE

Non solo Junior Cally, tutti i precedenti («illustri») di Sanremo 2020