I 56 italiani in quarantena alla Cecchignola, Roma: "Stasera festeggiamo il rientro con una pizza"
Fino ad ora sono stati serviti pasti con monoporzioni sigillate. Nei prossimi giorni saranno gli stessi cuochi della mensa del Centro olimpico nella città militare della Cecchignola, a Roma, a preparare i pasti per i 56 italiani rimpatriati con un volo speciale dalla città cinese di Whuan. Nel frattempo l'attività sportiva è un toccasana passatempo: "Alla fine dei 14 giorni organizzeremo una partita militari contro appestati", sdrammatizza un manager
Dopo le monoporzioni sigillate, ai 56 italiani rimpatriati da Whuan, città focolaio del Coronavirus, è stata offerta la possibilità di festeggiare il rientro in Italia con la pizza. Una "concessione" che annuncia nelle prossime ore la riapertura delle cucine della mensa del Centro olimpico nella città militare della Cecchignola, a Roma. "Possiamo avanzare le richieste che vogliamo", dicono alcuni membri del gruppo che ha accesso a tutte le aree delimitate nell'arco di un perimetro sorvegliato dai militari. Ai bimbi, che hanno anche un'area giochi in miniatura come il mini-basket, sono stati forniti, giochi, pastelli e album da disegno.
Intanto partite di calcetto, sfide al tavolo da ping pong e brevi corse all'alba intorno al campo da calcio, scandiscono gli intervalli - che avvengono tre volte al giorno - obbligatori per il controllo della temperatura. "I militari sono molto gentili e con un semplice cenno ci fanno capire quali sono le zone che non dobbiamo oltrepassare. Loro giustamente non partecipano minimamente alle nostre attività sportive semplicemente perché sono in servizio e non possono - spiega il 45enne modenese Michel Talignani, tra le persone rientrate da Wuhan - Per noi, invece, l'unico fastidio è dover usare le mascherine durante l'attività fisica e con il fiatone non è il massimo. Entro la fine di questa quarantena proveremo a organizzare, quando tutto sarà finito, una partitella amichevole di calcetto militari contro appestati", sdrammatizza sorridendo Talignani.
Il rientro
L'evacuazione degli italiani da Wuhan è avvenuta a bordo del Boeing 767 dell'Aeronautica Militare. Tra loro ci sono 6 bambini e 50 adulti. Per precauzione, un 17enne di Grado è stato costretto a restare in Cina poiché, al momento di partire, ha manifestato 37.7 di febbre (Dagli accertamenti successivi è risultato negativo al contagio da coronavirus): dopo un breve passaggio in ospedale il ragazzo è tornato in un appartamento accudito da due signore italiane, in costante contatto con l'ambasciata. Anche lui si augura di raggiungere presto il gruppo in quarantena alla Cecchignola.