Cronaca

Ultim'ora

Iraq, bombardata base militare, un morto e otto feriti

Coronavirus, "Torno per rassicurare i miei, ma la Cina è casa mia"

Petra Vidali 
Petra Vidali sale sull'aereo per l'Italia, la studentessa veneziana vive nello studentato della Huazhong University, dove è arrivata lo scorso settembre per frequentare un master in Commercio internazionale. "Fosse per me rimarrei qui"
1 minuti di lettura
PECHINO - "Devo tornare per tranquillizzare i miei genitori, ma se fosse per me resterei. Qui è casa mia e appena sarà possibile tornerò". L'aereo che porta via i 67 italiani da Wuhan parte questa sera, ma Petra Vidali, 24 anni, studentessa veneziana, deve ancora preparare le valigie. Lo farà controvoglia: "Solo uno zainetto, viaggio leggera", racconta a Repubblica mentre cucina nello studentato della Huazhong University, dove è arrivata lo scorso settembre per frequentare un master in Commercio internazionale. "Lascio qua tutto il resto".
Cosa ti hanno detto i tuoi genitori?
"Niente, sono agitati per quello che leggono in Italia, quindi preferisco tranquillizzarli. Capisco la situazione".
In Italia la reazione è stata esagerata?
"È giusto non prendere le cose sotto gamba e pensare ai metodi di prevenzione, mascherine, disinfettante, eccetera. Però quello che stanno dicendo alcuni giornali o alcune televisioni lo trovo un'esagerazione per creare il panico. In queste situazioni il panico non aiuta, anzi indebolisce le difese. Nelle comunità ci si dà una mano".

Coronavirus isolato alla Spallanzani: "Possibilità per nuove cure e messa a punto di un vaccino"

Questi giorni di quarantena a Wuhan come sono stati?
"Normali, con la differenza che usiamo le mascherine e i negozi sono chiusi. Uscivo a fare la spesa ogni tanto, quando ne avevo bisogno. Stare a casa è un po' monotono ma la compagnia con gli altri studenti è buona, giocavamo a giochi da tavolo, al pc o alla Play, lavoravo alla tesi".
Andarsene è una liberazione?
"No, questa è la mia casa, non vorrei andarmene e appena sarà possibile tornerò. Qui sono tranquilla e sto bene, non ho paura. Le università hanno adottato misure di prevenzione, ogni giorno il dormitorio viene disinfettato, per prendere questo virus bisogna essere a stretto contatto con persone infette. A chi non cucina, l'ateneo offre gratuitamente colazione, pranzo e cena".

Coronavirus, completato a Wuhan l'ospedale dei record: è stato costruito in soli 10 giorni

Sei preoccupata per i 14 giorni di quarantena?
"L'Ambasciata ci ha dato tutte le informazioni necessarie. Ma è una esperienza che non ho mai fatto, non so cosa aspettarmi. In pratica la farò due volte visto che sono già passati 11 giorni da quando hanno bloccato Wuhan".

Avrete la tv e il computer.
"Mi porterò due libri".

Che libri?
"Cime tempestose e L'amore ai tempi del colera".

Mi pare in tema.
"(ride) Non ci avevo nemmeno pensato. Sono i miei due libri preferiti di tutti i tempi".

Temi che qualcuno in Italia ti guardi storto, come un'untrice?
"Sinceramente no. Se esistono persone del genere sono io che non ci voglio avere contatti. In questi giorni ho provato ribrezzo per i gesti di razzismo contro i cinesi, "giustificati" dalla paura per il virus. La Cina non è il virus, è il posto dove si è manifestato".