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Kartell rivoluziona la plastica e prepara il passaggio generazionale

Conclusi i festeggiamenti per i 70 anni del marchio milanese, l’azienda progetta il proprio futuro, tra nuovi materiali e sperimentazioni

di Giovanna Mancini

Milano, Luti: mostra a Palazzo Reale per i 70 anni di Kartell

2' di lettura

Oggi parlare di bioplastiche o plastica sostenibile è quasi una moda. Ma per Kartell – azienda simbolo del design applicato ai polimeri – i primi esperimenti risalgono a oltre 20 anni fa. Era il 1994 e l’azienda milanese presentò una collezione di cestini in plastica riciclata che non riscosse il successo sperato: ne vendettero uno solo e tutti gli altri arricchiscono ancora oggi la collezione del museo aziendale a Noviglio.

«Da allora abbiamo imparato la lezione e studiato parecchio e dopo tanti anni di esperimenti possiamo dire di essere all’avanguardia su questo fornte», spiega il presidente Claudio Luti.

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Che precisa: «La plastica resta un materiale insostituibile, per le performance di sicurezza, duttilità, leggerezza e conservazione che garantisce. Pensare di poterla eliminare in nome della sostenibilità è un approccio superficiale – osserva –. Perché la sostenibilità è un concetto complesso, con tante sfumature, anche sociali ed etiche, e ciascun progetto o problema necessita di una soluzione diversa».

La sfida, dunque, è piuttosto quale uso fare della plastica, come ridurne l’impatto sull’ambiente introducendo laddove possibile e utile i biopolimeri, pensando sin dall’inizio al fine vita dei prodotti e possibilmente riciclando materiali già utilizzati.

È l’approccio scelto dall’azienda, che sul mercato è presente già con alcune collezioni “green”: la sedia A.I. disegnata da Philippe Starck, ad esempio, che non solo è realizzata con materiale riciclato (un tecnopolimero termoplastico derivante da materiale di accantonamento puro e non contaminato da altri materiali, proveniente da diversi settori industriali come l’arredamento, l’automotive, l’elettrodomestico e il packaging), ma inoltre è stata concepità da un software di Intelligenza Artificiale che ha seguito gli spunti e i suggerimenti provenienti dal designer e dall’azienda stessa. E poi la riedizione dei Componibili disegnati nel 1967 da Anna Castelli Ferrieri, prodotti in materiale naturale e biodegradabile.

Ovviamente, non è che l’inizio e al prossimo Salone del Mobile di Milano (dal 21 al 26 aprile) l’azienda presenterà molti nuovi progetti su questa linea, assicura Luti. «Sarà un’edizione molto importante per noi – spiega –. Perché abbiamo scollinato i nostri 70 anni di vita e stiamo progettando i prossimi 70. Ci sentiamo e ci presenteremo quasi più come un laboratorio di creatività che come azienda, con tanti progetti e prodotti in corso di sperimentazione, studio e continuo miglioramento». Acanto alle bioplastiche, anche i nuovi progetti con il legno, nel segno di un’apertura a nuovi materiali che testimonia il desiderio di innovare del marchio,

E a proposito di futuro, Luti torna più volte sul tema del passaggio generazionale, delicato e importantizzimo pr tante imprese di carattere familiare come Kartell. «Ci penso da sempre, da quando i miei figli si sono iscritti alla Bocconi – racconta –. Li ho spinti a lavorare la tesi proprio su questo tema. Ma credo che restare in azienda debba essere una loro scelta, qualcosa che amano fare e non sia vissuto come un obbligo. Entrambi hanno cominciato dal basso, per conoscere tutti gli aspetti dell’azienda e oggi camminano sulle loro gambe nei settori più congeniali a ciascuno: Lorenza nel marketing e retail, Federico nel commerciale».

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