elezioni regionali

M5S, perché gli accordi con le liste civiche hanno fallito

La lista “Liberi di cambiare Calabria civica Aiello Presidente”, alleata con il M5s (fermo al 6,3%,) ha raggranellato in regione solo 8.500 voti, pari all’1,1%

di Andrea Gagliardi e Andrea Marini

Elezioni regionali in Calabria: chi sono i candidati

2' di lettura

Il M5s punta ancora sulle liste civiche alle regionali. Un esperimento avviato dopo il via libera votato sulla piattaforma Rousseau lo scorso luglio. «Non è escluso che si possa decidere di fare alleanze, anche con delle liste civiche. Si deve valutare l’opportunità, laddove ci fossero le condizioni, di allearsi con altre forze» ha detto il ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora , malgrado la prima esperienza, in Calabria, sia stata un flop.

Il flop della lista civica in Calabria
La lista “Liberi di cambiare Calabria civica Aiello Presidente”, alleata con il M5s (quest’ultimo fermo al 6,3%, rispetto al 43,3% delle politiche 2018 e al 26,7% delle europee 2019) ha raggranellato in regione solo 8.500 voti, pari all’1,1% e l’alleanza tra le due forze politiche non ha superato la soglia di sbarramento dell’8% prevista dalla legge elettorale calabrese, fermandosi al 7,4%. Tradotto: nessun consigliere regionale eletto.

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Lo scarso radicamento sul territorio
L’apertura alle liste civiche – che serviva al M5S per sopperire al deficit di presenza sul territorio – non ha avuto effetto. Nessuno dei candidati della lista civica Aiello Presidente è riuscito a prendere più di mille preferenze. Non solo. La lista Aiello ha garantito solo il 14% dei voti presi dal candidato presidente, mentre per esempio la lista Callipo ha portato il 25% dei voti al candidato presidente indipendente di centrosinistra.

Operazione liste pulite
E questo malgrado il fatto che il candidato presidente Francesco Aiello, citando i componenti della lista civica, avesse parlato di «rappresentanti del territorio con profili che provengono dalla società civile con un forte radicamento sui territori sia in termini di capitale reputazionale acquisito, sia in termini di capacità analitica di proporre soluzioni dai luoghi dai quali provengono». Oltre che di «liste pulite, fatte di persone coraggiose, libere e capaci che non hanno affiliazioni ai partiti, alla criminalità organizzata e ad associazioni segrete, vietate dalla legge».

Gli obiettivi mancati
Eppure gli obiettivi della lista civica erano ambiziosi: «rappresentare l’unica alternativa al sistema dei partiti, che in Calabria ha fatto salire la disoccupazione, affossato il Servizio sanitario regionale, gestito la cosa e la spesa pubblica in maniera molto spesso clientelare, così determinando
condizioni di dominio criminale, di sottosviluppo, di spaventoso degrado del territorio, di povertà e sofferenza spaventose, con il conseguente aumento dei viaggi della speranza per lavoro e cure altrove».

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