fra le vie dello shopping

Il Coronavirus mette in allarme le boutique del lusso di Roma e Milano

I cinesi sono la prima nazionalità per acquisti di lusso, ma l’emergenza sanitaria rischia di tenerli lontani dai negozi proprio nei giorni in cui avrebbero fatto shopping. Ecco reazioni e aspettative da via Condotti a Via Montenapoleone

di Chiara Beghelli e Annarita D'Ambrosio

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4' di lettura

Coronavirus, il numero vittime sale ancora

Il nuovo anno cinese è iniziato il 25 gennaio m i conseguenti blocchi causati dal coronavirus hanno esteso un’ombra preoccupata sui festeggiamenti.

Preoccupazioni che non riguardano solo il lato sanitario della questione, ma arrivano anche a toccare un altro settore: quello dello shopping dei turisti cinesi, pronti a festeggiare tradizionalmente il nuovo anno del Topo decollando dal loro Paese verso le mete dello shopping di tutto il mondo. Al momento sono oltre 40 milioni i cittadini cinesi bloccati nelle loro città, dove anche gli aeroporti sono chiusi.

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Continua il boom degli acquisti cinesi in Italia
Arriviamo in Italia: secondo Global Blue, società leader nel Tax Refund, nel 2019 è stata proprio la nazionalità cinese a generare la quota maggiore di acquisti tax free nei negozi del lusso nazionali, con un 28%, seguiti da russi (12%), statunitensi (11%), viaggiatori dai Paesi del Golfo (5%), giapponesi (5%) e coreani (5%). Nel nostro Paese il Tax Free Shopping è cresciuto complessivamente del 16% rispetto al 2018 e gli acquisti dei viaggiatori cinesi hanno fatto registrare un +7%.

A Roma lo scontrino medio più alto
Un traino che si è fatto sentire molto nettamente a Roma, dove fra 2015 e 2019 il trend degli acquisti dei turisti cinesi è sempre rimasto positivo. I dati di Global Blue sono stati resi noti in occasione del Sell Training focalizzato sul mercato cinese e organizzato proprio a Roma da Andrea Amoruso Manzari in occasione degli eventi legati al Rome Chinese New Year, iniziativa in collaborazione con Montenapoleone District e l'Associazione Via Condotti di Roma.

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Roma è la seconda meta italiana per acquisti tax free alle spalle di Milano (40%), e sempre fra 2015 e 2019 lo scontrino medio dei turisti cinesi nella Capitale è stato del 55% più alto della media degli scontrini delle altre nazionalità. Nel 2019 le ha superate, attestandosi a 1.496 euro, a fronte di una spesa media pari a 997 euro.

Via del Babuino: «Registriamo già un lieve calo»
L’allarme causato dal coronavirus farà diminuire le presenze e dunque limiterà queste cifre? «In realtà abbiamo già riscontrato un leggero calo delle presenze - spiega Maria Letizia Rapetti, presidente della Nuova Associazione Babuino, che ha fra i suoi membri i negozi della via che negli ultimi anni è diventata la nuova meta del lusso della Capitale, insieme a Via Condotti -. Tuttavia, è ancora presto per fare previsioni. Molto dipenderà da come l’Oms reagirà all’epidemia. Posso dire che via del Babuino, dove nel 2019 abbiamo registrato un generale aumento del 27% degli acquisti, è molto amata dai Millennials cinesi, i giovani viaggiatori che si spostano, e fanno acquisti, non abbandonando mai i loro smartphone. Con i quali effettuano anche i pagamenti, soprattutto con Alipay e WeChat, mentre il contante non è nelle loro corde».

Via Condotti: «Molti negozi dipendono dai turisti cinesi»
A poca distanza da Via del Babuino, addobbata con colori e motivi che omaggiano il capodanno cinese, anche fra i negozi di Via Condotti c’è attesa: «Speriamo che l’anno del Topo non si trasformi nell’anno del virus - commenta con ironia Gianni Battistoni, titolare di una delle boutique più antiche della via e presidente dell’Associazione Via Condotti -. Il fatturato di molti negozi, soprattutto di marchi di orologeria, è strettamente dipendente dagli acquisti dei cinesi. Che si muovono in modo molto diverso, ancora meno sofisticato rispetto per esempio ai turisti nordamericani, ma che come tutti avrebbero bisogno di una città organizzata meglio, a partire dalla mobilità. Ma per questo confido ormai nella prossima amministrazione».

Montenapoleone District: «Restiamo positivi»
A Milano, allineata con i dati di Global Blue sugli acquisti di stranieri, c’è più ottimismo sull’allarme coronavirus. «Restiamo positivi - dice il presidente di Montenapoleone District, Guglielmo Miani, forte dei dati sugli acquisti dei cinesi e delle strade del lusso milanesi tinte di rosso per il Capodanno cinese e l’ingresso nell’anno del Topo -. Sono fiducioso nel fatto che la situazione possa rientrare», aggiunge Miani, confermando il primo posto conquistato dai cinesi negli acquisti di beni di lusso anche nel capoluogo lombardo.

Le iniziative per l’anno del Topo
Tra le vetrine del Quadrilatero della Moda, la mostra fotografica di Aldo Fallai ci porta a Shangai e scaccia ogni preoccupazione. Nelle boutique di Alberta Ferretti, Damiani, Dolce e Gabbana, Etro – solo per citarne alcune – esposizioni a tema con progetti artistici che richiamano la cultura orientale. «Collaborando con il Comune di Milano e gli hotel 5 stelle lusso della città - ha precisato Miani - creiamo eventi dai risvolti culturali pensati per chi viene nel Quadrilatero per fare shopping, soprattutto se straniero, attraverso i quali possa conoscere meglio Milano e l'Italia. Dedichiamo questo periodo dell'anno ai turisti cinesi, che sono via via sempre più importanti, ma con le nostre iniziative vogliamo che possano beneficiarne tutti, milanesi compresi».

Ok alla soglia dei 15mila euro per gli acquisti degli stranieri
Si guarda dunque agli acquirenti non residenti in Italia e a Miani abbiamo perciò chiesto conto anche della mai sopita polemica sul tetto all'uso del contante che riguarda anche gli stranieri. «Gli acquisti in genere avvengono con carte di credito - conferma – ma il tema resta fondamentale e va precisato che l'attuale soglia di 15mila euro la riteniamo adeguata, ma mai modificabile al ribasso».

In dogana il tetto è fissato a 10mila euro, oltre questa soglia è necessaria una dichiarazione al fine di prevenire le attività di riciclaggio di denaro sporco, di finanziamento del terrorismo e altre attività illecite. «Non è necessario un allineamento», secondo Miani, che tiene a sottolineare solo un dato: «Il futuro del nostro Paese è il turismo».

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