Torino, 5Stelle a pezzi, tra Cavallerizza e tavoli tecnici

Crepe e tensioni in casa dei Pentastellati. Parte la guerriglia contro l’assessore Iaria, costretto a ritirare una delibera urbanistica 

Torino, 5Stelle a pezzi, tra Cavallerizza e tavoli tecnici

TORINO. Tra i vari nemici interni che minano la stabilità del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, dimettendosi da capo politico, ha incluso anche quei consiglieri comunali che bersagliano «con fuoco amico i nostri validissimi sindaci». Si riferiva anche – ma non solo – a Chiara Appendino e a tutte le volte che la sindaca è stata messa sotto pressione dalla sua maggioranza, a cominciare dalla candidatura olimpica che lo costrinse a venire a Torino per comporre la frattura. Ieri si è avuta una dimostrazione plastica di quel che Di Maio, la cui accusa è stata rilanciata da Appendino – a torto o a ragione – intende: consiglieri di maggioranza che costringono un assessore a ritirare una delibera per evitare di trovarsi senza i voti per farla passare.

Antonino Iaria, che ha rilevato le deleghe dell’ex vice sindaco Guido Montanari, doveva autorizzare interventi edilizi in deroga al piano regolatore. Ordinaria amministrazione, che normalmente si risolve in pochi minuti, senza nemmeno bisogno di discutere. Invece le cose sono andate diversamente: Damiano Carretto, consigliere Cinquestelle considerato il punto di riferimento dell’ala movimentista e ambientalista (No Tav, no Olimpiadi) ha impallinato il “suo” assessore e buona parte dei colleghi l’ha seguito.

L’addio di Di Maio c’entra davvero poco, in questo caso. Ma le tensioni che agitano il Movimento sì. Iaria è sotto scacco da settimane per via del progetto di recupero della Cavallerizza, approvato in giunta senza tenere conto di chi - tra i grillini - lo vorrebbe modificare per ridimensionare gli spazi a gestione privata e aumentare quelli pubblici. Carretto minacciava di presentare una mozione di sfiducia contro Iaria. Non potendo contare sul sostegno delle opposizioni - che dovrebbero cacciare l’assessore su un progetto simile a quello che aveva in mente la giunta Fassino - ha cambiato idea e strategia: guerriglia sistematica a Iaria su tutti i provvedimenti.

Ieri l’appiglio era la norma, che dipende dalla Regione, che consente di derogare al piano regolatore e che per Carretto andrebbe rivista. Ma l’obiettivo era lanciare un messaggio a Iaria e soprattutto alla sindaca che finora l’ha sostenuto e blindato. E la mossa, che aveva l’appoggio di altri consiglieri grillini come Daniela Albano, Maura Paoli, Viviana Ferrero, Federico Mensio, è riuscita. Dopo aver provato a forzare la mano - ed essere stato smentito dagli uffici comunali sulla presunta urgenza del provvedimento - Iaria è stato costretto a battere in ritirata sotto gli occhi esterrefatti e divertiti dei consiglieri di opposizione. Caustico Claudio Lubatti, consigliere del Pd e referente torinese di Azione, il movimento di Carlo Calenda: «C’è un assessorato bloccato per una dinamica politica interna, un assessore di fatto sfiduciato dai suoi, costretto a lottare su ogni provvedimento. Ma i torinesi non possono pagare le divisioni e le ripicche di questa maggioranza».

Al solito, è la capogruppo del Movimento 5 Stelle Valentina Sganga a tentare di rinserrare i ranghi: «Se c’è un problema su quella norma va affrontato politicamente. Capisco le posizioni critiche ma la battaglia va indirizzata verso la Regione, affinché cambi le regole, non verso l’assessore all’Urbanistica».

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