la decisione

Cuneo fiscale 2020, da luglio il bonus: in busta paga fino a 600 euro

di Mario Sensini

Cuneo fiscale 2020, da luglio il bonus: in busta paga fino a 600 euro

Via libera del governo al decreto per il taglio del cuneo fiscale sulle buste paga dei lavoratori dipendenti. L’operazione partirà dal prossimo mese di luglio e vale poco meno di 3 miliardi quest’anno, che diventeranno 5 nel 2021. Slittano invece a lunedì prossimo, quando è convocata una nuova riunione del Consiglio dei ministri le nomine alla guida delle agenzie fiscali, sulle quali sembra comunque esserci consenso: Ernesto Maria Ruffini dovrebbe tornare alle Entrate, Marcello Minenna andrebbe al Demanio e Antonio Agostini alle Dogane e Monopoli. Il «trattamento integrativo» garantito dal taglio del cuneo, secondo il testo del decreto approvato ieri dal governo, che si appresta a varare anche un nuovo provvedimento sull’Ilva, sarà nel 2020 di 600 euro (cioè 100 euro al mese) per i lavoratori dipendenti con un reddito annuo lordo fino a 26.600 euro. Per i lavoratori che hanno redditi tra 26.600 e 35 mila euro, il bonus scende gradualmente fino ad arrivare ad 80 euro al mese. Per la fascia successiva, quella dei dipendenti con redditi tra 35 e 40 mila euro, il bonus di 480 euro (80 al mese per i sei mesi del 2020), scende progressivamente fino ad azzerarsi del tutto a quota 40 mila euro. La riduzione delle imposte riguarda 11,7 milioni di lavoratori interessati dal vecchio Bonus Renzi (che sale da 80 a 100 euro al mese), più altri 4,2 milioni di lavoratori, che si trovano nella fascia di reddito tra 26.600 e 40 mila euro, finora esclusi.

Slittano le nomine

Lo slittamento delle nomine alle agenzie fiscali sarebbe dovuto solo a ragioni procedurali. Ruffini, che è stato il padre della dichiarazione dei redditi precompilata, della fattura e degli scontrini elettronici, ma anche della lotteria degli scontrini che partirà il prossimo luglio (tutte proposte presentate alla Leopolda organizzata da Matteo Renzi nel 2010), dovrebbe tornare all’Agenzia delle Entrate dopo poco più di un anno di assenza.

Nominato nel giugno del 2015 alla guida di Equitalia, Ruffini ha assunto l’incarico di direttore dell’Agenzia delle Entrate (e presidente dell’Agenzia Riscossione, la ex Equitalia) nel giugno del 2017, e lo ha lasciato nel settembre del 2018, quando il governo Conte I nominò il generale della Guardia di Finanza, Antonino Maggiore. Marcello Minenna è attualmente in forza alla Consob, come responsabile dell’analisi quantitativa e dell’innovazione finanziaria, ma il possibile direttore dell’Agenzia del Demanio, vicino al M5S, ha avuto anche incarichi politici. È stato membro della segreteria tecnica del commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Tronca, e ha fatto parte della prima giunta di Virginia Raggi al Comune di Roma come super assessore, con deleghe al Bilancio, alle Partecipate, al Patrimonio, alle Politiche Abitative e alla Spending Review, abbandonata solo pochi mesi dopo. Antonio Agostini, stimato dal premier Conte, è consigliere della Presidenza del Consiglio per la Programmazione e il coordinamento della politica economica. Ha una lunga carriera nei ministeri alle spalle: prima di arrivare a Palazzo Chigi è stato per cinque anni, dal 2012 al 2017, segretario generale del ministero dell’Ambiente, e ancora prima ha lavorato all’Istruzione e all’Agenzia Spaziale Italiana.

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