Bimba salvata mentre sta per soffocare: ecco perché tutti dovremmo sapere fare la manovra di Heimlich

Una bimba di Roma è stata salvata da un carabiniere che conosce le tecniche di disostruzione. Ne abbiamo parlato con il pediatra
Bimba salvata mentre sta per soffocare ecco perch tutti dovremmo sapere fare la manovra di Heimlich

È stato grazie alla prontezza di un carabiniere che non era in servizio, ma che conosceva le manovre di disostruzione pediatrica, se una bimba di Roma, che non ha nemmeno un mese, è ancora viva. Probabilmente per un rigurgito che le ostruiva le vie aeree, stava soffocando: era già cianotica e in apnea. La mamma e il papà, che erano in un negozio, sono usciti per strada disperati nel tentativo di cercare aiuto, e il vicebrigadiere lucano Angelo Perillo, in forza alla compagnia Trionfale nella capitale, ha praticato subito, insieme al papà della piccola, la manovra di Heimlich, ed è riuscito a salvarla. «Penso che chiunque al mio posto lo avrebbe fatto. La bambina era cianotica e bisognava fare presto», ha raccontato il carabiniere. «Sono stati minuti interminabili poi per fortuna ha ripreso a respirare. Il papà mi ha abbracciato e abbiamo pianto per la felicità».

Ogni anno, secondo i dati dell’Associazione Salvagente di Monza, in Europa soffocano 50 mila bambini e in Italia ne muore quasi uno alla settimana. La casa è la sede nella quale l’incidenza di soffocamento è maggiore (55%) e il 50-70% dei casi di ostruzione è causato dal cibo. Le manovre di disostruzione potrebbero salvare la vita: si tratta di una serie di operazioni «molto semplici, utili per facilitare l’espulsione dalle vie aeree di un corpo estraneo solido, che può portare alla morte», ci spiega il professor **Riccardo Lubrano, presidente *Simeup ***(Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica). Dovrebbero conoscerle tutti, «è un dovere sociale, che determina la sopravvivenza. Le situazioni di urgenza possono presentarsi, e bisogna sapere come affrontarle. Imparare le manovre di disostruzione dovrebbe essere una prassi consuetudinaria: in Giappone, ad esempio, lo fanno tutti. E secondo l’American Hearth si arriverà alla riduzione di mortalità in ambiente extra ospedaliero solo quando il 20% della popolazione sarà addestrato alle manovre salvavita».

È importante, però, seguire un corso serio. «Il rapporto ideale è di 6 persone per ogni istruttore: un corso di 4 o 5 ore, ben strutturato e con molta pratica, riesce a trasmettere una buona preparazione di base che permetta di agire in sicurezza. La pratica va fatta su diversi manichini: quello del lattante, quello del bambino e quello dell’adulto, perché a seconda dell’età si usano tecniche e pressioni diverse», continua il pediatra. «Per essere certi della serietà dei corsi, è bene sempre fare riferimento alle società scientifiche. Quelli organizzati in tutta Italia dalla Simeup, ad esempio, garantiscono un percorso di formazione e valutazione degli istruttori (che sono medici o infermieri) e aggiornamenti periodici per assimilare le novità».

Per ora non c’è ancora una legge che imponga la conoscenza delle manovre di disostruzione, ma «in caso di ostruzione delle vie aeree, la sopravvivenza può essere una questione di minuti: per questo è importante che anche chi non è un professionista sanitario sappia che cosa deve fare, in attesa dell’ambulanza».

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