22 gennaio 2020 - 16:23

Liliana Segre, a 89 anni, interrompe gli incontri con gli studenti. Il figlio: «Ma parlerà ancora»

La senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz, per motivi legati all’età e alla fatica di ripercorrere gli orrori subiti, non terrà più le conferenze di «testimonianza» in cui narrava la sua esperienza nel lager: l’ultima sarà in aprile ad Arezzo

di Stefania Chiale

Liliana Segre, a 89 anni, interrompe gli incontri con gli studenti. Il figlio: «Ma parlerà ancora»
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Ha taciuto per 45 anni, subito dopo il ritorno a Milano, tenendo per sé «le visioni di quegli orrori perché nessuno, in realtà, li voleva ascoltare». Quando ha iniziato a testimoniare però, Liliana Segre non ha più smesso: davanti a migliaia di studenti e non solo, nelle scuole, nei teatri, nei luoghi del ricordo. Trent’anni di testimonianza. Ora la senatrice a vita, sopravvissuta alla Shoah, ha deciso di sospendere l’attività di «testimonianza», gli incontri in cui raccontava integralmente la sua esperienza di sopravvissuta ai campi di sterminio. A 89 anni e dopo un anno denso di impegni, ma anche di esposizione mediatica in seguito all’affidamento della scorta lo scorso 7 novembre per le minacce di morte ricevute via social, Liliana Segre terminerà i suoi incontri con i ragazzi delle scuole con l’ultimo appuntamento già fissato in agenda, ad aprile in provincia di Arezzo.

«Con questo sono trent’anni di testimonianze, trent’anni di qualcosa di molto doloroso e faticoso. Oggi mia madre si sente molto stanca, è logorata da questo impegno», spiega il figlio della senatrice a vita Luciano Belli Paci interpellato dal Corriere. La notizia è stata anticipata dalla responsabile dello staff della senatrice, Maria Paola Gargiulo, alla testata dell’Ifg di Urbino «Il Ducato».

Con questa decisione, la senatrice non intende però smettere di fare incontri pubblici: «Parlerà ancora — chiarisce Belli Paci — ma non offrirà la sua “testimonianza” come fatto finora. È questa l’attività a cui ha deciso di porre la parola fine: il racconto completo della sua esperienza di deportata ad Auschwitz, che durava anche un’ora o un’ora e mezza». Come l’ultimo fatto dalla senatrice di fronte agli studenti al Teatro degli Arcimboldi a Milano.

L’ultima «testimonianza» sarà ad aprile in provincia di Arezzo: «Si parla di un numero pazzesco di giovani (forse 16mila) che ascolteranno per l’ultima volta la testimonianza di mia mamma», continua Belli Paci.

La senatrice a vita Liliana Segre ha raccontato di aver iniziato a testimoniare la Shoah diventando nonna. Nonna anche di se stessa, di quella bambina tornata sola da Auschwitz-Birkenau: «Ho iniziato a parlare ai ragazzi quando sono diventata nonna — aveva detto di fronte agli studenti della Bocconi lo scorso 15 novembre —. Ma quando lo sono diventata, dentro di me sono diventata nonna anche di me stessa. E quella ragazzina, tornata col suo stupore per il male altrui, ha cominciato a farmi una pena profonda. Mi vedo là, ma non sono io: “Sono mia nipote”. Come ha fatto quella bambina a uscire indenne da un’esperienza del genere, da quell’odio organizzato?». Oggi i lunghi racconti di quella nonna-bambina rimarranno nei ricordi delle centinaia di migliaia di studenti e cittadini che hanno avuto la fortuna di ascoltarla in questi trent’anni.

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