stati uniti

Impeachment, il Senato Usa ha votato le regole. Primo round a Trump

Si è concluso dopo 12 ore di dibattito il primo round del processo di impeachment, dedicato alla procedura. Bocciate le richieste dei democratici

di Michele Pignatelli

Dibattito fino all’alba in Senato

2' di lettura

Un muro repubblicano a difesa di Trump con una sola, piccola consolazione per i democratici: tre giorni e non solo due per illustrare le accuse. Si è concluso così il primo atto del terzo processo di impeachment nella storia degli Stati Uniti, dedicato alle questioni procedurali.

Approvata la linea McConnell
Dopo oltre 12 ore di dibattito, durate fino all’alba, i senatori hanno approvato per 53 voti a 47 le regole proposte dal leader della maggioranza repubblicana Mitch McConnell, bocciando quattro separate mozioni democratiche che chiedevano di acquisire tutta la documentazione della Casa Bianca riguardante l’Ucrainagate ( ossia le pressioni del presidente sul governo di Kiev per far indagare il figlio del rivale democratico alle presidenziali Joe Biden) e di introdurre nuove testimonianze di alcuni personaggi chiave dell'entourage della Casa Bianca, dall’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton al capo dello staff Mick Mulvaney.

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Tre giorni a testa per accusa e difesa
I democratici possono consolarsi solo con i tempi leggermente più lunghi che saranno dedicati a illustrare le accuse: 24 ore a testa per accusa e difesa, che saranno spalmate nell’arco di tre giorni - a partire da mercoledì sera - e non due come originariamente proposto. Sarà così possibile evitare maratone notturne che difficilmente sarebbero state seguite dall’opinione pubblica. Anche in questo caso, tuttavia, non si tratta tanto di una concessione ai democratici, quanto ad alcuni repubblicani, che premevano per regole più vicine al precedente impeachment, quello nei confronti di Bill Clinton del 1999.

Battaglia politica sui tempi
Il processo di impeachment, approvato dalla Camera a maggioranza repubblicana, vede Trump in stato di accusa per abuso di potere e ostruzione al Congresso. Vista la maggioranza di cui i repubblicani godono in Senato - il “tribunale” che giudica i presidente sotto impeachment - ci sono pochi dubbi sul fatto che Trump verrà assolto: contro di lui servirebbero 67 voti su 100. Nell’anno che porta alle elezioni presidenziali americane, dunque, la battaglia è tutta politica, con i repubblicani che puntano a un processo rapido, possibimente senza nuovi elementi probatori; la speranza del presidente è infatti quella di mettersi alle spalle il processo entro il 4 febbraio, quando terrà il Discorso sullo Stato dell’Unione al Congresso.

Le prossime tappe
Le regole approvate dal Senato concedono ora a accusa (sette deputati democratici)  e difesa (guidata dall’avvocato della Casa Bianca Pat Cipollone) 24 ore a testa in tre giorni, sabato compreso, per gli «opening arguments», le argomentazioni introduttive per illustrare il caso, previste a partire da mercoledì all’una (le 19 in Italia).

Sucessivamente, tra mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio, ci dovrebbero essere 16 ore riservate ai senatori che, in qualità di giudici, potranno fare solo domane per iscritto. Solo dopo questa fase, in base al voto procedurale approvato, sarà possibile discuter e votare eventuali mozioni per introdurre nuovi testimoni e documenti. Servirà a quel punto che ai democratici si uniscano almeno quattro sentatori repubblicani, altrimenti il processo potrebbe essere concluso già il 31 gennaio.

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