conferenza di berlino

Libia, ok Sarraj-Haftar a monitoraggio tregua. Merkel: tutti d'accordo su soluzione politica

L'ipotesi che sembra aver prevalso nel confronto tra i leader stranieri presenti è incentrata sull'allestimento di una missione internazionale in Libia per garantire l'applicazione del cessate il fuoco tra le parti

La conferenza conclusiva del vertice di Berlino (foto di Michael Kappeler/Pool via Reuters)

3' di lettura

«Tutti gli Stati sono d'accordo che abbiamo bisogno di una soluzione politica e che non ci sia alcuna chance per una soluzione militare. Abbiamo messo a punto un piano molto ampio, tutti hanno collaborato in modo molto costruttivo, tutti sono d'accordo sul fatto che vogliamo rispettare l'embargo delle armi con maggiori controlli rispetto al passato». Lo ha detto Angela Merkel al termine della conferenza di Berlino sulla Libia.

Ok Sarraj-Haftar a monitoraggio tregua
Al tavolo dove si sono riuniti tutti i Paesi Ue ed extra Ue che hanno dato il loro ok alla dichiarazione finale sono mancati i due leader libici Fayez Sarraj e Khalifa Haftar. Ma i due leader libici, a quanto riferiscono fonti vicine al dossier, hanno nominato i membri della commissione militare “5+5” che, secondo il piano di azione Unsmil, dovrebbe avere il compito di monitorare il cessate il fuoco e stabilire la linea degli schieramenti.

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Guterres: presto a Ginevra incontro commissione 5+5
«La soluzione politica in Libia è assolutamente necessaria» ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres a Berlino, che ha spiegato come nei prossimi giorni si incontrerà la commissione '5+5' a Ginevra, commissione per la quale le due parti libiche potranno indicare cinque membri ciascuna e che dovrà monitorare il rispetto del cessate il fuoco.
«Tutti si sono impegnati a ritirarsi dalle interferenze negli interessi libici. È un principio che deve essere rispettato» ha aggiunto Guterres.

Leader favorevoli a missione internazionale
Nei giorni scorsi era stato soprattutto il generale Haftar a dirsi contrario alla composizione della commissione. L’ipotesi che sembra aver prevalso nel confronto tra i leader stranieri presenti al tavolo berlinese è incentrata sull’allestimento di una missione internazionale in Libia per garantire l’applicazione del cessate il fuoco tra le parti.

L’idea, in parte rilanciata alla vigilia dal capo del governo libico Sarraj, è rimbalzata in molte dichiarazioni dei leader. In particolare si sono espressi a favore l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, il primo ministro britannico Boris Johnson («Se ci fosse un cessate il fuoco, potremmo inviare persone, esperti per monitorare questo cessate il fuoco»), e il premier Giuseppe Conte, che ha più volte espresso la disponibilità italiana.

Conte: Italia pronta al monitoraggio della pace
«Ne abbiamo parlato e l'Italia è disponibile ad essere in prima fila per un impegno di responsabilità anche sul monitoraggio della pace. Ovviamente
dovremo passare dal Consiglio di sicurezza dell'Onu» ha detto il premier Giuseppe Conte parlando con Luigi Di Maio al punto stampa dopo la Conferenza di Berlino. E ancora: alla base del documento finale in 55 punti «c'è un impegno di tutti gli stakeholders, comunità internazionale
compresa, ad evitare ingerenze» in Libia.

Lavrov: ancora nessun dialogo serio' Haftar-Sarraj
Anche la Russia sembra ora aperta alla possibilità di una forza internazionale sul terreno, almento stando alle parole di Mikhail Bogdanov, rappresentante speciale di Vladimir Putin per il Medio Oriente e l’Africa, citato dall’agenzia RIA Novosti. Il rappresentante russo ha sottolineato tuttavia che un’eventuale decisione necessiterà una discussione al Consiglio di sicurezza dell’Onu, «l’unico in grado di prendere decisioni vincolanti». E il ministro degli Esteri russo,
Serghei Lavrov al termine della Conferenza di Berlino ha spento gli entusiasmi con questa dichiarazione: non c'è ancora nessun «dialogo
serio» tra i belligeranti, tra Fayez al Sarraj e il generale Khalifa Haftar.

Sette punti e 55 articoli, ecco l'intesa di Berlino
Consolidare la tregua con un cessate il fuoco stabile e duraturo, monitorato da comitati tecnici e sostenuto dall'embargo sulle armi. Per poi aprire un vero e proprio negoziato politico che porti la Libia a nuove elezioni ed un nuovo governo “unico, unificato, inclusivo ed effettivo”.
In quasi sei pagine, articolate in sette titoli e 55 punti, le conclusioni della Conferenza di Berlino disegnano un percorso, sotto l'egida dell'Onu, per accompagnare la Libia fuori dalla crisi, garantendo un «forte impegno per la sovranità, l'indipendenza, l'integrità territoriale e l'unità nazionale». Senza ingerenze, è il senso della dichiarazione che precisa come «soltanto un processo politico guidato dai libici e dei libici può porre fine al conflitto e portare a una pace duratura». Un documento corposo che affronta anche i nodi economici e strutturali del Paese, nonché il capitolo diritti umani e quel follow up necessario perché il percorso prosegua.

Per approfondire:
Libia, a Berlino partenza in salita: Haftar chiude i porti del petrolio
La galassia delle (300) milizie che complica il negoziato di pace in Libia
Guerra del gas, la sfida di Erdogan nelle acque tra Cipro e Libia

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