19 gennaio 2020 - 10:23

Libia, a Berlino c’è un primo accordo. Sì a cessate il fuoco permanente

Le forze del generale Haftar, il comandante dell’Esercito nazionale libico che dal 4 aprile assedia Tripoli, hanno bloccato i porti della Libia centrale e orientale. Conte: «Lavoriamo per un efficace cessate il fuoco»

di Marta Serafini e Redazione Online

Libia, a Berlino c'è un primo accordo. Sì a cessate il fuoco permanente
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Si è chiusa in serata dopo settimane di attese e rinvii la Conferenza internazionale sulla crisi libica in programma a Berlino sotto l’egida delle Nazioni Unite.

La priorità era arrivare a un cessate il fuoco duraturo. I partecipanti, coordinati dalla cancelliera tedesca Angela Merkel sono arrivati a un accordo di massima: cessate il fuoco permanente, embargo sulla vendita di armi, nessuna ingerenza o sostegno militare da parte di paesi stranieri, avvio di un tavolo politico. Restano alcune incognite: nemmeno stavolta Sarraj e Haftar hanno accettato di incontrarsi mentre non si sa quale sarà la sorte dei pozzi e degli oleodotti che le milizie vicine ad Haftar hanno costretto a chiudere nelle ultime 48 ore. La Noc (la compagnia petrolifera di Stato) ha dichiarato che la produzione «può crollare da 1,2 milioni a 72 mila a barili» al giorno.

Ore 20.15 - I punti in sospeso

Nonostante l’ottimismo, molti sono ancora i punti lasciati in sospeso dall’accordo. Ad esempio Haftar e Serraj non riescono ancora a dialogare. E ancora: non è chiaro se e quando i campi petroliferi e gli oleodotti bloccati dalle milizie vicine all’uomo forte della Cirenaica verranno riaperti

Ore 20 - «No a sostegni militari esterni»

«Siamo stati tutti d’accordo sul fatto di non sostenere militarmente nessuna delle parti in Libia». Lo ha dichiarato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, al termine della Conferenza di Berlino sulla Libia. La quale però ha ammesso che non sono previste sanzioni per chi viola l’embargo sulla vendita di armi.

Ore 19.45 - Sì a cessate il fuoco e embargo armi

Secondo quanto riferito dalla cancelliera tutti sono d’accordo sull’embargo al traffico di armi, sulla ricerca di una soluzione politica e su un cessate il fuoco permanente e anche sulla fine delle interferenze esterne da parte di altri paesi. Sarraj e Haftar si sono detti disponibili alla nascita di un comitato militare. I due leader non si sono nè parlati nè incontrati: sono stati informati separatamente.

Ore 19.35 -Merkel: «Accordo completo»

«Abbiamo raggiunto un accordo su una soluzione completa. E siamo stati tutti d’accordo sull’embargo alle armi e di farlo rispettare». Lo ha dichiarato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, alla conferenza stampa conclusiva del summit di Berlino sulla Libia.

Ore 19.15 - Vertice terminato, ora dichiarazioni Merkel-Guterres

È terminata, dopo circa quatto ore, la Conferenza di Berlino sulla Libia. Ora è attesa una conferenza stampa con la Cancelliera Angela Merkel, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, l’inviato delle Nazioni Unite in Libia Ghassam Salame’ e il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.

Ore 19.10 - Sì al comitato che vigili sulla tregua

Sarraj e Haftar avrebbero accettato la nomina di un comitato a cui affidare il monitoraggio della tregua: un segnale che viene interpretato come un passo in avanti verso un cessate il fuoco più prolungato. Il premier britannico Johnson è pronto a inviare suoi esperti.

Ore 19.05 - Erdogan e Pompeo lasciano il vertice

Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha lasciato la sala della Cancelleria federale dove e’ in corso la conferenza sulla Libia. E’ quanto riferisce l’emittente radiofonica «Deutsche Welle», aggiungendo che «non e’ noto perche’ Erdogan abbia abbandonato i lavori e se tornera’ a prendervi parte». In precedenza, «Agenzia Nova» aveva appreso da fonti della Cancelleria federale che al vertice si e’ consumato uno scontro tra Egitto ed Emirati Arabi Uniti da una parte e Turchia dall’altra. I due paesi si sarebbero detti «molto preoccupati dall’ingerenza della Turchia» in Libia. Anche il segretario di Stato Usa Mike pompeo ha lasciato la sala.

Ore 19 - Primi sì all’accordo

Il presidente del Governo di accordo nazionale, Fayez al Serraj, e il generale della Cirenaica, Khalifa Haftar, hanno approvato il monitoraggio della tregua da parte di una commissione 5+5 come previsto dalla dichiarazione finale della Conferenza di Berlino. Lo riferiscono all’Agi fonti informate.

Ore 18:00 - Conte: «Lavoriamo per un efficace cessate il fuoco»

«Lavoriamo per un efficace cessate il fuoco e per alimentare un processo politico in modo da rilanciare le funzioni del Consiglio presidenziale libico e del Governo libico per una stagione di riforme che riguardino il piano politico-istituzionale, economico, di sicurezza». Lo ha scritto su Twitter il premier Giuseppe Conte.

Ore 17.40 - Ora attesa per Sarraj e Haftar

La bozza di accordo raggiunto al vertice di Berlino sulla libia è ora attesa all’esame cruciale: il sì da parte di Sarraj e Haftar. I due contendenti non erano presenti al tavolo dove si è svolta la trattativa. Toccherà di nuovo alla cancelliera Angela Merkel il compito di incontrare i due rivali.

Ore 17.30 - Sì a cessate il fuoco permanente

Il documento, di 55 punti, prevede - tra l’altro - il cessate fuoco permanente, un embargo sulle armi e un processo politico per arrivare a un governo unico. Nella dichiarazione finale si legge inoltre che la Libia «è terreno fertile per le organizzazioni terroristiche».

Ore 17.20 - Raggiunto un primo accordo

I Paesi partecipanti alla conferenza hanno approvato la dichiarazione finale «senza modifiche sostanziali» alla bozza che era stata messa a punto. Si sta valutando se la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il ministro degli Esteri Heiko Maas vedranno di nuovo separatamente il premier del governo di accordo nazionale libico Fayez Serraj ed il generale Khalifa Haftar nella sede della cancelleria oppure se i due protagonisti della crisi libica, sempre separatamente, interverranno alla plenaria della conferenza.

Ore 17- Proteste in piazza a Berlino

Circa 150 persone hanno manifestato a Berlino, nei pressi della cancelleria dove si tiene la conferenza sulla Libia, contro il generale Khalifa Haftar. «Haftar uccide i bambini», «No ai mercenari in Libia», a alcuni degli slogan sugli striscioni dei dimostranti

Ore 16.20 - Difficile incontro Sarraj-Haftar

È improbabile che Serraj, e Haftar, accettino di parlarsi l’un altro, anche in Russia. Lo ha detto il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, a Berlino per la Conferenza sulla Libia. A Bogdanov è stato chiesto di un possibile incontro tra i due: «Dipende da loro, davvero non saprei», ha detto. «Ho dubbi che si parleranno l’un l’altro perché a Mosca, per esempio, hanno rifiutato di parlarsi l’un con l’altro».

Ore 16 - Onu chiede ritiro dei soldati stranieri

Tutti i combattenti stranieri in Libia devono ritirasi dal paese, «indipendentemente dalla loro nazionalità». E’ quanto affermato dall’inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salame’, a margine della conferenza di Berlino sul paese, in corso oggi presso la Cancelleria federale tedesca sotto l’egida dell’Onu. «Abbiamo presentato un piano di sicurezza che prevede il ritiro di tutti i combattenti stranieri, indipendentemente dalla loro nazionalita’», ha affermato Salame’. Anche Macron ha chiesto che cessi l’invio mdi milizie filo turche in Siria.

Ore 15.55 - Si ferma la produzione di petrolio

La National Oil Corporation (Noc), la compagnia petrolifera libica taglierà la produzione ai campi petroliferi di El Sharara ed El Feel dopo che le forze dell’autoproclamato Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar hanno chiuso un oleodotto collegato ai pozzi. Lo ha reso noto la stessa compagnia petrolifera, secondo l’agenzia Reuters. Alcuni individui hanno chiuso una valvola tra la zona di Al Riyayna e la citta’ di Zintan, costringendo gli ingegneri a interrompere la produzione fino a nuovo avviso. Secondo Omar, il giacimento produceva circa 300 mila barili di petrolio al giorno prima di essere fermato. Questo sviluppo segue la chiusura di altri giacimenti e porti petroliferi nella Libia centrale e orientale che avevano causato uno stop di almeno 800 mila barili di petrolio al giorno.

Ore 15.45 - Sarraj e Haftar in stanze separate

A circa un’ora dall’inizio della Conferenza di Berlino i due leader libici Fayez al-Sarraj e Khalifa Haftar, secondo diverse fonti vicine al dossier libico, non hanno avuto contatti. Sarraj e Haftar, al momento, si trovano in due stanze separate della Cancelleria tedesca, sede del summit.

Ore 15.35 - Le prime condizioni di Sarraj

L’avvio del dialogo è contrastato dalle numerose condizioni che i partecipanti pongono sul tavolo. Sarraj, ad esempio, chiede che il nuovo esecutivo chiamato a pacificare il paese non sia sottoposto al sì del parlamento di Tobruk, controllato dal rivale Khalifa Haftar

Ore 15.30 - Erdogan: «Stop a offensiva di Haftar»

«Per attuare le altre fasi del processo e della soluzione politica, la posizione offensiva di Haftar deve finire». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un incontro con il presidente russo Vladimir Putin prima dell’avvio della conferenza di Berlino sulla Libia, citato da Al Jazeera.

Ore 15.25 - Gentiloni ringrazia Merkel

«Non so come andrà la Conferenza di Berlino. So che la cancelliera Merkel ha fatto il possibile per resuscitare il dialogo. Chapeau». Lo scrive su Twitter il Commissario Ue per l’economia Paolo Gentiloni.

Ore 15.15 - Salamè: «Difficile una missione Onu»

«Non sono sicuro che ci sia spazio per una missione europea» in Libia. E’ quanto ha affermato l’inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé, secondo cui «se c’è un accordo politico forte, sono meno necessari i soldati». «Se c’è un accordo politico molto debole non vi saranno mai abbastanza soldati sul terreno per controllare la pace», ha aggiunto parlando con i giornalisti italiani.

A fare gli onori di casa e ad aprire i lavori è la cancelliera Angela Merkel, coadiuvata dal ministro degli Affari esteri della Germania, Heiko Maas, rientrato pochi giorni fa da una vista «lampo» a Bengasi per incontrare il generale Haftar. Sia Fayez Sarraj, il premier del Governo di accordo nazionale (Gna) con sede a Tripoli riconosciuto dalle Nazioni Unite che il generale Haftar, uomo forte della Cirenaica, si sono incontrati con Merkel in due incontri separati.

Sarraj già irritato dall’esclusione di Qatar e Tunisia ha attaccato il rivale: «L’Europa deve fare autocritica. Gli europei sono arrivati troppo tardi», ha dichiarato Sarraj al Welt am Sonntag. Il primo ministro Sarraj si mostra deluso anche per le divergenze delle posizioni in Europa sulla questione libica, con la Francia più favorevole al rivale Haftar. «Ci saremmo aspettati che la Ue si schierasse in modo chiaro contro l’offensiva di Khalifa Haftar, e che aiutasse a risolvere la crisi attuale».Del suo rivale in un’intervista all’agenzia tedesca Dpa, ha poi detto «Una lunga esperienza ci fa essere dell’avviso che ci sia da dubitare della serietà dell’altra parte, tutti sanno che aspira al potere ad ogni costo».

Altro protagonista sarà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha invitato la comunità internazionale a opporsi ai «mercanti di sangue e caos» mentre si dirigeva al vertice di Berlino per cercare di risolvere il conflitto in Libia. Erdogan sostiene l’amministrazione appoggiata dalle Nazioni Unite a Tripoli guidata da Fayez Sarraj e ha inviato truppe in Libia all’inizio di questo mese per aiutarle nella loro battaglia con le forze dell’est guidate dal generale Khalifa Haftar. «Le speranze che rifioriscono con il cessate il fuoco e il vertice di Berlino non dovrebbero essere sacrificate alle ambizioni dei mercanti di sangue e caos», ha detto Erdogan parlando all’aeroporto di Istanbul. La conferenza di Berlino, ha aggiunto, «è una tappa importante» per rafforzare la tregua.

Per gli Stati Uniti, il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, accompagnato dal consigliere per la Sicurezza nazionale Robert O’Brien. La presenza del capo della diplomazia statunitense potrebbe significare che gli ultimi sviluppi della crisi libica, che hanno visto un importante rafforzamento dell’alleanza d’interessi tra Russia e Turchia, e ad una loro possibile espansione nel Mediterraneo centrale, hanno infine catturato l’attenzione di Washington dopo mesi di disinteresse. Per l’Italia, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio. La conferenza vede la partecipazione del presidente russo Vladimir Putin (ultimo ad arrivare); del presidente francese Emmanuel Macron; del primo ministro britannico Boris Johnson; dei rappresentanti di Algeria (ci sarà il neoeletto presidente Abdelmadjid Tebboune, alla sua prima uscita internazionale), Cina, Egitto (oggi e’ partito il presidente Abdel Fath al Sisi), Emirati Arabi Uniti (presente con il ministro degli Esteri, Abdullah bin Zayed bin Sultan Al Nahya), Onu, Unione europea (ci sarà la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen), Lega araba (presente con il suo segretario generale, l’egiziano Ahmed Aboul Gheit) e Unione africana. Il presidente del Congo Brazzaville, Denis Sassou Nguesso, parteciperà in quanto presidente del Comitato di alto livello dell’Ua sulla Libia.

Per quanto riguarda l’Italia, il premier Conte ha avuto colloqui con il presidente russo Vladimir Putin, il presidente dell’Egitto Abdel Fattah Al Sisi, il presidente della Turchia Recep Erdogan, il premier britannico Boris Johnson e il presidente del Consiglio Ue Charler Michel. Conte ha poi risposto alle critiche di Sarraj sottolineando come l’Ue non sia arrivata tardi , l’Italia c’è sempre stata». In agenda un incontro tra i ministri degli Esteri di Italiaed Egitto, Luigi Di Maio e Sameh Shoukry. Poco prima, il capo della diplomazia italiana ha avuto un colloquio bilaterale con l’omologo della Turchia, Mevlut Cavusoglu. «Con il consenso di tutte le parti si devono considerare tutte le forme politiche per rafforzare le istituzioni libiche, i protagonisti di questo conflitto e di questa escalation devono avere a cuore il bene del popolo libico», ha detto Di Maio che ha aggiunto come «nell’ambito di un ombrello dato dall’Onu e con precise regole legate al rispetto della pace e del cessate il fuoco, l’Italia possa far parte di una missione di monitoraggio».

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