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Migranti, lo strano caso della rotta Algeria-Sardegna

Sbarchi a raffica nei primi quindici giorni dell’anno, gli algerini i più numerosi ad arrivare in Italia. E lunedi apre a Macomer il primo centro regionale per i rimpatri
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È la sorpresa di questi primi quindici giorni dell'anno. La rotta migratoria Algeria-Sardegna ha ripreso vigore con sbarchi a raffica sulle coste del Sulcis. Barchini più o meno grandi che, dall'inizio dell'anno, hanno portato in Italia quasi 200 persone, circa un terzo di quelle complessivamente sbarcate in tutta Italia, poco più di 600. E infatti gli algerini sono balzati saldamente in testa tra le nazionalità dei migranti approdati nel 2020 davanti alla Costa d'Avorio. Negli ultimi due giorni sono arrivati in 91 e tra loro anche una donna, tutti rintracciati sulle coste sud-occidentali della Sardegna.

Su questa rotta, abbastanza breve e certamente meno rischiosa di quella del Mediterraneo centrale, arrivano soltanto algerini. Il flusso è sempre stato costante negli ultimi anni ma adesso sembra in aumento a fronte di un deciso calo sia degli sbarchi autonomi a Lampedusa e sulle coste siciliane sia dei soccorsi con le navi umanitarie. Così come battuta resta anche la rotta orientale da Grecia e Turchia che nei primi giorni dell'anno, sui consueti velieri portati da scafisti ucraini, ha sbarcato in Italia un centinaio di cittadini iracheni e iraniani.

E proprio lunedi nell'ex carcere di Macomer aprirà il primo centro per il rimpatrio dei migranti  annunciato dal Viminale nei mesi scorsi per velocizzare il ritorno in patria dei non aventi diritto alla protezione. "Già da lunedì la struttura è operativa per ospitare una cinquantina di persone, ma appena verranno completati i lavori si arriverà a 100 posti disponibili - spiega la vicesindaca di Macomer Rossana Ledda -. Non sappiamo se già lunedì arriverà qualcuno o se ci vorrà ancora qualche giorno per vedere qui i primi migranti".