“I funerali del generale Soleimani e gli attacchi iraniani alle basi Usa in Iraq sono due miracoli delle mani di Allah“. Comincia così il sermone della Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che a otto anni di distanza torna a guidare la preghiera sacra del venerdì a Teheran. Migliaia di persone si sono riversate in strada per raggiungere la moschea dove Khamenei ha tenuto il suo discorso impregnato di politica e della consueta retorica antiamericana, con le forze di sicurezza schierate per cercare di indirizzare le persone ed evitare incidenti collegati a eventuali proteste.

“Nelle ultime due settimane ci sono state giornate amare e dolci, un punto di svolta nella storia – ha detto Khamenei – I due grandi avvenimenti dei funerali del generale Qassem Soleimani e del giorno in cui l’Iran ha attaccato le basi Usa sono stati ‘Giorni di Allah’. I due episodi, miracoli delle mani di Allah, hanno mostrato il potere di una Nazione che ha dato uno schiaffo in faccia agli Usa e che la volontà di Allah è continuare il cammino e conquistare la vittoria”.

In tutto il suo discorso, la Guida Suprema ricollega le azioni e le rappresaglie iraniane, dopo l’uccisione del generale Soleimani nel raid statunitense, alla volontà divina e definisce “codardi” i militari di Washington che “non sono stati in grado di affrontare direttamente” il capo delle Forze Quds delle Guardie della Rivoluzione, ”pagliacci che hanno assassinato in modo codardo e non sul campo di battaglia il comandante più forte nella lotta contro il terrorismo”. La risposta all’America, però, “non è stata solo una mossa militare efficace, ma nei fatti è stata un colpo agli Stati Uniti come superpotenza. La resistenza nella regione aveva in precedenza inflitto colpi agli Stati Uniti in Siria, Iraq, Libano e Afghanistan, ma l’attacco alle basi Usa è stato più importante e irreparabile”. Risposta che, secondo le ultime rivelazioni del Pentagono, ha causato il ferimento di 11 soldati statunitensi.

Khamenei continua affermando che “usando tecnologia, armi, politiche ingannevoli e falsa propaganda, l’Occidente ha cercato di dominare la regione e dividere le nazioni di Iran e Iraq. Alcune persone irresponsabili (riferendosi ai manifestanti anti-Iran, ndr), che si sono fatte influenzare dalla propaganda satanica dei nemici, hanno fatto dichiarazioni gli uni contro gli altri, ma il martire Soleimani ha sventato questo complotto”. E respinge le accuse di Washington di manipolare e guidare alcuni gruppi paramilitari in Medio oriente: “Mentono sul fatto che l’Iran ha condotto una guerra per procura nella regione, ignorando il fatto che sono state le nazioni della regione a svegliarsi”.

L’attacco dell’ayatollah Khamenei si è poi concentrato su Donald Trump, un “clown” che finge di sostenere il popolo iraniano, ma che “conficcherà un pugnale velenoso” nella schiena della Nazione. Parole riferite ai recenti appelli del presidente statunitense che, rivolgendosi ai cittadini iraniani, li invitava a far crescere le proteste e le manifestazioni anti-regime nella Repubblica Islamica, nel tentativo di arrivare a un cambio della guida del Paese. “Quei pagliacci che sostengono di essere dietro il popolo sono bugiardi – ha aggiunto riferendosi ai manifestanti anti-regime – Sono manipolati dai nemici e non hanno dedicato le proprie vite alla sicurezza dell’Iran, diversamente da gente come Soleimani”. Poi il solito attacco a Israele: “I nemici hanno collocato il tumore di Israele nella regione dell’Asia occidentale, una minaccia permanente per i Paesi della regione”.

La Guida Suprema si è poi soffermata sull’abbattimento del Boeing ucraino per mano dei Pasdaran che ha provocato la morte di 176 persone: “Un incidente tragico e molto triste – ha detto – I nostri nemici sono stati contenti dell’abbattimento dell’aereo perché vogliono ritenere responsabile la Repubblica Islamica e le Guardie della Rivoluzione. Alcuni stanno traendo vantaggio dall’incidente dell’aereo ucraino cercando di oscurare la memoria dei martiri Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis“. Poi si è rivolto direttamente ai familiari delle vittime: “Gli sono molto vicino. È necessario rispondere alle famiglie delle vittime. Voglio anche lodarle per non stare dalla parte del nemico. Una madre mi ha scritto per dirmi di essere con la Rivoluzione Islamica”.

Il discorso si è spostato anche sulla questione dell’accordo sul nucleare (Jcpoa), oggi più che mai a rischio a causa del nuovo aumento della tensione nell’area e dell’annuncio di Teheran di voler violare i patti a causa di una mancata presa di posizione forte dell’Ue, dopo il ritiro americano voluto da Trump. Nei giorni scorsi, i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna hanno firmato un documento in cui parlano dell’avvio del meccanismo di risoluzione delle dispute per contestare le violazioni annunciate dal governo di Hassan Rohani: “Francia, Gran Bretagna e Germania fanno gli interessi degli Stati Uniti – ha detto Khamenei – La nostra Nazione deve essere forte, noi non siamo contrari ai negoziati, a patto che non siano con gli Stati Uniti”. E lancia anche una frecciata al governo riformista e pragmatico di Rohani, oltre che all’operato del ministro degli Esteri, Javad Zarif, ricordando che “ho detto sin dall’inizio che non ho alcuna fiducia nel dialogo con l’Occidente sulle nostre attività nucleari e nei gentiluomini che siedono ai tavoli negoziali e vestono guanti di seta sulle loro mani di ferro. Sono al servizio degli Usa. Il dialogo con loro è un inganno”.

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